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“Nostalgia” di Giosuè Carducci, la poesia dedicata alla dolce malinconia dei ricordi d’infanzia

L'infanzia, quell'età spensierata ormai perduta che ricordiamo con amore e malinconia: è questo il tema di "Nostalgia", una bellissima lirica di Giosuè Carducci che ci ricorda quanto sia dolce e al contempo doloroso guardarci indietro.

“Nostalgia” è forse una delle più belle liriche di Giosuè Carducci. Qui, l’amore per la terra d’origine, la genuinità dei ricordi d’infanzia e la tristezza per il tempo che passa lasciando traccia di sé nella nostalgia, si intrecciano, dando vita ad una poesia intima, che sentiamo anche un po’ nostra.

La scopriamo insieme in occasione dell’anniversario di nascita di Carducci, che veniva alla luce il 27 luglio 1835 a Valdicastello.

“Nostalgia”, la poesia di Giosuè Carducci

Tra le nubi ecco il turchino
Cupo e umido prevale:
Sale verso l’Apennino
Brontolando il temporale.
Oh se il turbine cortese
Sovra l’ala aquilonar
Mi volesse al bel paese
Di Toscana trasportar!

Non d’amici o di parenti
Là m’invita il cuore e il volto:
Chi m’arrise a i dí ridenti
Ora è savio od è sepolto.
Né di viti né d’ulivi
Bel desio mi chiama là:
Fuggirei da’ lieti clivi
Benedetti d’ubertà.

De le mie cittadi i vanti
E le solite canzoni
Fuggirei: vecchie ciancianti
A marmorei balconi!
Dove raro ombreggia il bosco
Le maligne crete, e al pian
Di rei sugheri irto e fosco
I cavalli errando van.

Là in maremma ove fiorío
La mia triste primavera,
Là rivola il pensier mio
Con i tuoni e la bufera:
Là nel ciel nero librarmi
La mia patria a riguardar,
Poi co ’l tuon vo’ sprofondarmi
Tra quei colli ed in quel mar.

Le ultime poesie di Carducci

Tra le nubi ecco il turchino
Cupo e umido prevale:
Sale verso l’Apennino
Brontolando il temporale.
Oh se il turbine cortese
Sovra l’ala aquilonar
Mi volesse al bel paese
Di Toscana trasportar!

Come di consueto nella poetica di Carducci, “Nostalgia” comincia con la rappresentazione di un paesaggio. Veniamo così trasportati in mondo che è altro dal nostro, e sentiamo già, nei versi iniziali, che ci stiamo immergendo nei ricordi del poeta, in un passato che è piacevole ma anche doloroso da riportare alla luce.

La nostalgia è uno degli stati d’animo più complessi che esistano. Ci sentiamo allo stesso tempo tristi e sereni nel ricordare qualcosa che non ritornerà più se non riproposto dagli occhi del cuore. Questa poesia, in bilico fra passato e presente, associa i ricordi d’infanzia di Giosuè Carducci alla visione del temporale che, più che reale, sembra esso stesso una rappresentazione dello stato d’animo dell’autore.

“Nostalgia” è uno dei più bei componimenti delle “Rime nuove“. Composta fra l’8 e il 9 settembre 1874, questa poesia fa parte dell’ultima parte di produzione carducciana. Una lirica emozionante, composta non con lo scopo di ricordare qualcosa o qualcuno in particolare, ma semplicemente per raccontare uno stato d’animo che è universale, e che ognuno di noi rivive rileggendo questi versi intrisi di emozione.

Chi è Giosuè Carducci

Giosuè Carducci nasce il 27 luglio 1835 a Valdicastello, vicino Lucca. Dopo i primi studi, nel 1853, viene ammesso alla Scuola Normale Superiore di Pisa dove uscirà, laureato in Filologia, nel 1856.

Partecipa agli incontri della società “Amici Pedanti” che si batte per un immediato ritorno al classicismo della letteratura contro la modernità e le nuove idee del Romanticismo.

Dopo la morte del fratello, nel 1870 Giosuè Carducci perde la madre e uno dei figli avuti nel primo matrimonio, eventi che sconvolgono la vita del poeta e segnano profondamente la sua produzione.

Nel 1890, Giosuè Carducci diventa il vate dell’Italia umbertina e viene nominato senatore del Regno. La sua carriera viene coronata dall’ottenimento del premio Nobel per la letteratura nel 1904. A pochissimi anni da questo meritato successo, Giosuè Carducci viene a mancare per una broncopolmonite: è il il 16 febbraio del 1907.

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