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Franco Arminio, in testa alle classifiche il suo libro: “La cura dello sguardo”

In uscita domani, ma già in vetta alle classifiche, l'ultimo libro di Franco Arminio nasce dall'esperienza dolorosa degli ultimi mesi. Eccone un estratto

Dopo che la pandemia ha sconvolto le nostre vite, come possiamo ripartire? A raccontarcelo è Franco Arminio, il poeta paesologo, che da anni ha intrapreso un viaggio nei piccolo borghi italiani. Partendo da Bisaccia, paese natale del poeta, quello in cui ci conduce Franco Arminio è viaggio in cui si attraversano i luoghi di un’Italia minore a 40 anni dal terremoto dell’Irpinia fino al presente di una pandemia che ha stravolto le nostre vite. Franco Arminio posa lo sguardo sull’umanità dei piccoli paesi, per raccontare come la chiusura li abbia trasformati e come da questa tragedia si possa rinascere. E’ questo il filo conduttore che attraversa la sua ultima racconta di poesia “La cura dello sguardo“, che uscirà il 23 luglio, edita da Bompiani.

“È bello che il mio nuovo libro è già in testa alla classifica delle vendite on line di Amazon prima ancora dell’uscita, prevista per domani”, scrive Franco Arminio su Facebook. “Il sottotitolo lo porta tra le raccolte di Poesie, ma in gran parte è un libro di prose.
Nessun poeta può dirsi più bravo di altri. Le vere classifiche le fa il tempo. Ma intanto posso dire che tanta gente si fida del mio lavoro e c’è solo da ringraziare. Io mi sento molto vecchio, quasi non riesco a guardarmi allo specchio, e domani comincia un tour a oltranza che risponde in pieno a una frase del libro: sono un paralitico che si è iscritto a una gara di salto in alto”, conclude Franco Arminio

La cura dello sguardo di Franco Arminio

Percorrendo l’Italia palmo a palmo, nella sua paziente auscultazione del mondo, già da tempo Franco Arminio registrava una epidemia in corso: quella dell’“autismo corale”, che ci vede rinchiusi dietro i nostri piccoli schermi, impegnati in una comunicazione che ha perso ardore e vitalità. In queste pagine il poeta torna a offrirci le sue parole come fiaccole per illuminare il presente, offrendo il suo stesso corpo come testimonianza, come repertorio di tentativi e rimedi: “Ho vanamente cercato la guarigione scrivendo. La ferita è ancora qui. Con il tempo mi sono cresciuti dentro consigli che posso dare, piccoli precetti fatti in casa.” Le pagine di questo nuovo libro di Arminio sono fitte come gli scaffali di un antico speziale, allineano racconti visionari accanto a vere e proprie orazioni civili, che pongono domande e chiedono risposte con vibrante ostinazione. La cura invocata passa sempre attraverso una lingua che si fa strumento di conoscenza, alla ricerca di una comunicazione, di un senso condiviso, di quella intima vicinanza della quale abbiamo tutti più che mai bisogno. E se non ci sono certezze, se tutti siamo un po’ più fragili, a curarci sopraggiunge la fiducia nella capacità delle parole di unire i nostri sguardi “per fare comunità, per dare coraggio al bene”.

Un estratto da “La cura dello sguardo”

Resta imperfetto.
Non preoccuparti se ti opprimono. Peggio per loro.
Resta pronto a cambiare.
Fatti a pezzi, ma non troppo piccoli, non ti puoi riattaccare.
Tieni conto dei tuoi difetti, non di quelli degli altri.
Cerca di conoscere bene il luogo in cui ti trovi.
Abbaglia, sfavilla senza pensare al risultato.
Bada all’attimo e all’impressione.
Non trattenerti troppo, non farti il nido.
Fai molto sesso, specialmente quando non ti sembra il caso.
Non confidare troppo nella medicina: ci sono malattie che sono pericolose solo quando sai di averle.
Sappi che i poeti sono più forti dei politici e anche dei mafiosi, ma non lo sanno, non sanno che può vivere solo chi ha le zanne di un animale nella carne. Noi siamo quello che ci accade mentre veniamo morsi.
Sappi che si continuerà ancora per un poco con le solite manfrine ma nel complesso è finita, appartieni a una specie stanca, superata.
Puoi essere sicuro che si muore e su quello che accade prima cerca di rimanere incerto.
Conduci la tua esistenza al buio e per conto tuo.
Cerca le tue parole. Chi cerca le sue parole si ammala assai poco.

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