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“Estate” di Salvatore Quasimodo, la sintonia fra uomo e natura

Che immagini vi evoca l'estate? Scopriamo insieme l'affresco estivo di Salvatore Quasimodo, in cui uomo e natura entrano in una magica sintonia.

Scopriamo insieme “Estate”, una bellissima poesia in cui Salvatore Quasimodo celebra la bella stagione ed il connubio fra esseri umani e natura.

“Estate” di Salvatore Quasimodo

Cicale, sorelle, nel sole
con voi mi nascondo
nel folto dei pioppi
e aspetto le stelle.

L’estate in quattro versi

Con questa poesia, di soli quattro versi, Salvatore Quasimodo evoca l’intero universo estivo. Leggiamo le sedici parole che la compongono e, non sappiamo nemmeno esattamente come, veniamo catapultati nell’atmosfera calda e sognante dell’estate.

Poi, ad una seconda lettura, ci accorgiamo di come le cicale, insieme al sole, ai pioppi e alle stelle, siano gli elementi fondamentali di una stagione che di solito ricordiamo e desideriamo per una maggiore immersione nella natura e il conseguente senso di pace (le cicale), per il tepore che ci invade il corpo e i tramonti indimenticabili (il sole), per l’agognata frescura all’ombra degli alberi e per l’odore di erba e piante (i pioppi), e per le sere trascorse a guardare il firmamento (le stelle).

È impressionante come Salvatore Quasimodo, insieme agli altri autori emblematici dell’Ermetismo, sia riuscito nell’intento di racchiudere il massimo significato all’interno di un’espressione linguistica tanto ridotta. Perfetta nella sua simmetria, che si compone di quattro strofe e sedici parole, “Estate” ci parla anche del senso di comunione dell’essere umano con la natura, con quel “sorelle” posto strategicamente fra virgole al primo verso, enfatizzato come nessun’altra parola all’interno della poesia.

Quasimodo si sente partecipe della natura che sta contemplando e celebrando nella sua poesia. E, leggendo “Estate”, ci sentiamo un po’ partecipi anche noi.

 Salvatore Quasimodo

Salvatore Quasimodo nasce a Modica nel 1901. Il padre è capostazione, quindi da piccolo Salvatore viaggia molto e anche la sua adolescenza trascorre serena all’insegna degli spostamenti in diversi paesi siciliani per via del lavoro paterno.

Eclettico per natura, Quasimodo si stanca subito delle attività cui si dedica. Nel corso dell’età adulta si destreggia con vari mestieri, fra cui il commesso, il disegnatore tecnico, il contabile, l’impiegato al genio civile…tutte mansioni che può svolgere grazie al suo diploma da geometra. Ma ciò che non lo stanca mai è lo studio delle lettere, a cui si dedica parallelamente alle attività saltuarie. Si appassiona così tanto ai classici e all’arte della scrittura che ben presto comincia a scrivere.

Intanto, a Milano ottiene una cattedra per l’insegnamento della letteratura. Il cognato Elio Vittorini ha un grande ruolo nella carriera di Salvatore Quasimodo: è proprio lui che presenta lo scrittore agli intellettuali legati alla rivista letteraria Solaria, dove vengono pubblicate le prime poesie dell’autore.

Presto, Quasimodo si lega ai poeti ermetici e fa dell’ermetismo la sua cifra poetica. Le sue raccolte affrontano i temi più disparati ma, soprattutto dopo la conclusione del secondo conflitto mondiale, larga parte della sua produzione è dedicata esclusivamente alla tematica bellica e all’impegno civile.

Nel 1959 gli viene conferito il Premio Nobel per la Letteratura. Muore improvvisamente a Napoli, nel 1968.

Le poesie di Salvatore Quasimodo

Il volume racchiude l’intera produzione lirica di Salvatore Quasimodo, dagli esordi (i primi versi, poi raccolti in “Acque e terre”, risalgono agli anni dell’adolescenza) all’ultima raccolta “Dare e avere”, pubblicata due anni prima della morte.

Un itinerario che attraversa tutto il Novecento, dalle prime prove di sapore dannunziano a testi fortemente influenzati dall’Ermetismo, fino agli ultimi componimenti caratterizzati da una forte dimensione narrativa e musicale, senza mai perdere la propria voce più autentica e originale. Quella voce che ha trovato forse la sua migliore espressione nella breve misura del frammento e nella traduzione-ricreazione dei lirici greci, dando vita a testi di assoluta semplicità e bellezza.

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