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“Alla Befana”, la poesia di Gianni Rodari per i bambini poveri

Condividi l'appello "Alla Befana" di Gianni Rodari per non dimenticare tutti i bambini costretti alla povertà. Loro per l'Epifania non riceveranno i doni dalla "vecchietta".

Alla Befana di Gianni Rodari è una poesia in pieno stile del Maestro d’Italia che mette al centro il tema dei meno fortunati proprio in occasione dell’Epifania.

Gianni Rodari riesce a presentare una filastrocca che equivale ad una denuncia sociale. Un vero e proprio appello per non dimenticare i bambini bisognosi.

Ci sono molti bambini che vivono in stato di povertà, che meritano la nostra attenzione e, soprattutto, uguali possibilità rispetto ai piccoli più fortunati.

I bambini sono l’innocenza, non hanno nessuna colpa. Non hanno deciso loro di nascere.

I bambini non hanno scelto di avere genitori ricchi o poveri, di vivere in una zona di grande benessere o in un luogo disagiato.

Ecco perché i bambini meritano la nostra attenzione, che equivale ai doni della Befana.

Tutti dovremmo trasformarci nella vecchietta e aiutare i bambini in difficoltà a trovare o ritrovare il sorriso.

Una poesia di forte impatto sociale che mette in luce attraverso la simbologia della Befana il problema della povertà, della sofferenza, della differenziazione sociale.

Non dimentichiamo i bambini dei campi profughi, i bambini sotto le bombe della guerra.

Sono tanti i  bambini che sono costretti a seguire i loro genitori in fuga dalla tirannia, dalla povertà, dalla violenza fondamentalista.

E sono sempre di più i bambini, costretti a vivere anche nel nostro Paese il problema vero della povertà.

Alla Befana di Gianni Rodari

Mi hanno detto, cara Befana,
che tu riempi la calza di lana,
che tutti i bimbi, se stanno buoni,
da te ricevono ricchi doni.
Io buono sono sempre stato
ma un dono mai me l’hai portato.
Anche quest’anno nel calendario
tu passi proprio in perfetto orario,
ma ho paura, poveretto,
che tu viaggi in treno diretto:
un treno che salta tante stazioni
dove ci sono bimbi buoni.
Io questa lettera ti ho mandato
per farti prendere l’accelerato!
O cara Befana, prendi un trenino
che fermi a casa d’ogni bambino,
che fermi alle case dei poveretti
con tanti doni e tanti confetti.

Un appello Alla Befana

Alla Befana è un appello che che il “bambino” Rodari, in prima persona, lancia alla “Vecchietta” chiedendo di avere in occasione dell’Epifania il meritato dono.

Io buono sono sempre stato
ma un dono mai me l’hai portato.

Sembra la scena di un film neorealista, un bambino di una famiglia povera che anche la Befana ha dimenticato di visitare.

La poesia mette sempre in scena un’altra bellissima metafora.

La Befana seppur in perfetto orario nel calendario ha deciso di prendere un treno “diretto” che salta diverse fermate, guarda caso quelle delle case più povere.

Allora il piccolo Gianni decide di inviare una lettera alla Befana, chiedendo di cambiare treno, scendere dal diretto per prendere l'”accelerato”, ovvero un treno che fa più fermate.

La conclusione della poesia non lascia spazio all’interpretazione.

O cara Befana, prendi un trenino
che fermi a casa d’ogni bambino,
che fermi alle case dei poveretti
con tanti doni e tanti confetti.

Gianni Rodari un modello per la nuova poesia

Come si fa a dire che non è magica questa poesia. Nella sua semplicità Gianni Rodari riesce a toccare un tema di grande rilevanza sociale.

Alla Befana è una filastrocca di denuncia, di quelle che oggi purtroppo sono in via d’estinzione.

La nostra società è troppo presa a guardare la futile apparenza, sta dimenticando le cose che contano veramente.

La poesia sociale di Gianni Rodari dovrebbe essere un modello per una nuova generazione di scrittori e poeti.

Questi sono troppo distratti dai social, in cui l’esibizione individuale vale più delle necessità vere della popolazione.

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