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Libreria Romeo Prampolini di Catania, da più di cent’anni grande centro di produzione culturale

Uno dei più illustri punti di riferimento della cultura catanese. Parliamo della Libreria Romeo Prampolini. Nata nel 1894, la sua attività prosegue con continuità fino alla morte del suo storico proprietario nel 1974. Dopo alterne vicende, è oggi sede dell'Associazione Culturale Romeo Prampolini, che ne ha fatto un circolo culturale polivalente. Luigi Calabrese, presidente di questa associazione, ripercorre con noi la storia della libreria e ci parla della sua attività...

Luigi Calabrese, presidente dell’Associazione Culturale Romeo Prampolini, racconta la storia e l’attività della libreria più antica di Catania

 

MILANO – Uno dei più illustri punti di riferimento della cultura catanese. Parliamo della Libreria Romeo Prampolini. Nata nel 1894, la sua attività prosegue con continuità fino alla morte del suo storico proprietario nel 1974. In seguito, sotto la guida di Angelo Boemi, si trova ad affrontare alterne fortune fino al 2005, quando un gruppo di docenti, professionisti del settore e appassionati di libri riuniti nell’associazione “Romeo Prampolini” l’ha eletta sua sede sociale trasformandola in un circolo culturale polivalente.

 

LA STORIA – “La libreria fu aperta dalla signora Prampolini, che si spostò dalla provincia di Modena a Catania insieme al marito, professore di ginnastica e ufficiale di cavalleria appassionato di cavalli. Ancora oggi la sede storica dell’Istituto di Incremento Ippico si trova a poche centinaia di metri dalla nostra libreria”, spiega Luigi Calabrese, presidente dell’associazione e intellettuale a tutto tondo, dedito con passione a diversi campi di studio: laureato in Lettere e in Medicina Veterinaria, alterna l’attività in libreria con la sua attività professionale in Sanità Pubblica. “Già allora la Prampolini aveva un respiro europeo: qui si trovavano opere in lingua inglese e opere di narrativa internazionale, tra cui molte tedesche, tradotte in inglese, in edizioni coeve all’apertura della libreria. In archivio è ancora conservata una collana inglese edita dalla tedesca Tauchnitz, libri economici per persone di cultura medio-alta, simili nel formato alla vecchia BUR.”

 

LE EDIZIONI PRAMPOLINI – Verso la fine degli anni Venti il figlio dei coniugi Prampolini, Romeo, prese la direzione della libreria e si diede all’editoria. “Una sua pubblicazione di prestigio fu ‘La rivista italiana del folclore’ diretta dal professore Corso, di cui conserviamo alcune annate”, prosegue a raccontare Calabrese. “Si tratta di documenti pionieristici della ricerca antropologica, dove venivano riportati e si analizzavano versi dei canti popolari: sono materiali di grande interesse, ho proposto a docenti universitari di antropologia di tenere dei seminari a riguardo nella nostra libreria. Venne anche edita la ‘Storia degli arabi in Sicilia’ di Michele Amari, in cinque volumi. Gli interessi di Romeo Prampolini erano inoltre rivolti alla poesia, cui vennero dedicati diverse edizioni: tra queste la raccolta delle poesie di Domenico Tempio, poeta catanese dialettale del Settecento, un abate di mentalità anarcoide-libertaria vicino ai gusti del vecchio libraio.” Sotto la direzione di Romeo Prampolini, la libreria e casa editrice continuò a essere marcata da una connotazione internazionale: “Prampolini era in corrispondenza con mezza Europa. Nel suo libro mastro abbiamo trovato annotato tra i suoi clienti il Bej di Tunisi.”

 

UN LABORATORIO CULTURALE – La storica libreria catanese ha tutt’altro che esaurito il suo ruolo come centro di produzione e diffusione culturale. “Abbiamo preso la libreria per farne una libreria antiquaria: conserviamo un patrimonio importante in questo settore, anche se purtroppo gran parte delle collezioni di Prampolini è andata persa o è stata venduta dal libraio stesso. Vogliamo inoltre preservare l’attività di questa istituzione tenendo al centro degli interessi il libro, ma adottando un taglio misurato sulla modernità.” La libreria non teme l’avanzare del nuovo né la concorrenza dei grandi negozi di catena, ma punta sulla scommessa di mantenere la propria identità coinvolgendo attivamente i lettori, e soprattutto i giovani, in attività culturali trasversali. “Non ci occupiamo solo di commercializzare il libro, ma creiamo un laboratorio culturale intorno al libro: organizziamo caffè letterari, circoli di lettura, seminari sull’antiquariato librario. Come Libreria Prampolini abbiamo anche aderito al ‘Manifesto per una costituente della cultura’ diffuso dal Sole 24 Ore.” In questo contesto, ogni novità può trovare uno spazio di integrazione, senza escludere le nuove tecnologie: “L’e-book e il libro possono scoprire ciascuno una propria identità nel dialogo reciproco.”

 

Il LIBRAIO È CHI SA ANIMARE IL LIBRO – E quali sono, secondo Clabrese, le qualità indispensabili a libraio ideale? “È una persona discreta, non deve avere la connotazione di un semplice venditore, ma deve essere soprattutto qualcuno che conosce e ama i libri. Il libraio è chi sa dare vita al libro, proponendolo e discutendolo in un incontro con le persone, e la libreria è la sede naturale del libro, il luogo da cui parte per diffondere il suo contenuto nel mondo.”

 

8 luglio 2012

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