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Una frase di Peppino Impastato sul coraggio di ribellarsi alla mafia

Nel giorno dell’anniversario della sua morte, ricordiamo l’uomo che si è opposto alla mafia attraverso una delle sue affermazioni più significative

Peppino Impastato fu assassinato il 9 maggio 1978 da Cosa Nostra per aver denunciato i crimini mafiosi attraverso la radio da lui fondata nel 1977, Radio Aut.

Nel giorno dell’anniversario della sua morte, che coincide con la Giornata in memoria delle vittime del terrorismo, ricordiamo l’uomo che si è opposto alla mafia attraverso una delle sue frasi più significative. 

La mafia uccide, il silenzio pure.

Il coraggio di combattere l’omertà

Spesso chi è stato testimone di atti criminali, per paura di ritorsioni nei suoi confronti e nei confronti della propria famiglia, ha deciso di restare in silenzio e fare finta di nulla. L’omertà è stata una delle “armi” con cui la criminalità e in particolare la mafia hanno agito per anni. 

La vita di Peppino Impastato è stata una lezione in tal senso: Peppino ebbe il coraggio di mettersi contro anche la sua famiglia pur di denunciare le malefatte del boss del paese, il potente Tano Badalamenti. Per farlo utilizzava uno strumento molto potente a quei tempi: conduceva per una radio locale, Radio Aut, il programma “Onda pazza” dove denunciava le speculazioni edilizie, gli imbrogli sugli appalti, i legami tra mafia e politica, il traffico di droga e si prendeva gioco del boss chiamandolo “Tano Seduto”.

In una paese dove regnava l’omertà, il destino di Peppino Impastato era purtroppo segnato. Ma anche dopo la sua scomparsa, l’omertà l’ha fatta da padrona, e solo dopo decenni, grazie alla tenacia del fratello Giovanni e della madre Felicia, si riuscì a fare luce sulla realtà attraverso la testimonianza di un pentito che, ribellandosi alla legge dell’omertà, decise di raccontare quel che era successo davvero, e cioè che Peppino Impastato era stato ammazzato su ordine di Tano Badalamenti. 

L’omertà oggi

Nonostante l’esempio sempre vivo della vita di Peppino Impastato, ancora oggi esistono diverse forme di omertà che, anche se non legate più alla mafia, recano dolore e portano ingiustizia nella società. Ogni volta che si decide di fare un passo indietro per paura di ritorsioni negative e “condanniamo” qualcun altro ad una ingiustizia, in un certo senso stiamo commettendo lo stesso errore di coloro che assecondavano le associazioni mafiose perché, come ci insegna Peppino con la sua celebre frase, “anche il silenzio è mafia”.

Peppino Impastato e la sua lotta contro la mafia

Peppino Impastato (Cinisi, 5 gennaio 1948 – Cinisi, 9 maggio 1978) è stato un giornalista e attivista italiano, membro di Democrazia Proletaria. Noto per le sue denunce contro le attività di Cosa Nostra, fu assassinato il 9 maggio 1978. Sin da giovanissimo, entra in aperto conflitto con il padre gravemente colluso con la mafia locale. Aderisce nel 1965 al Partito socialista italiano e fonda il periodico L’idea socialista.

In quegli stessi anni lotta al fianco delle classi subalterne rivendicandone i diritti. Nel 1975 fonda il centro culturale Musica e cultura e successivamente Radio aut. Si candida nel 1978 alle elezioni comunali nelle fila di Democrazia proletaria, ma nel maggio dello stesso anno viene sequestrato, portato sui binari della ferrovia e fatto saltare in aria con una carica di tritolo affinché non ne rimanesse niente. 

I Cento passi

Cento passi separavano, a Cinisi, la casa degli Impastato da quella dell’assassino. Intorno regnava solo un clima di omertà, che in molti erano costretti a respirare sin dalla nascita, ma che Giuseppe decide di infrangere. Oggi, Peppino Impastato rappresenta il simbolo della lotta contro la mafia. Una lotta che comincia dal microcosmo della famiglia per estendersi poi alla comunità locale, con l’obiettivo di spezzare i lacci dell’omertà e interrompere un circolo vizioso di violenza e silenzio.

La storia di Peppino Impastato, così come quella della radio da cui proclamava la sua guerra ai mafiosi, è stata raccontata nel film di Marco Tullio Giordana intitolato “I cento passi“. I film a lui dedicati, come le sue poesie e le sue frasi, sono il testamento che Peppino Impastato ha donato alle future generazioni per comprendere quanto sia importante ribellarsi in tutti i modi alla mafia e alle ingiustizie in generale per un futuro migliore per se stessi e per gli altri.

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