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La cultura negli anni dell’incertezza? E’ possibile, anzi necessaria

DAL NOSTRO INVIATO A PASSAPAROLA - Tempo di crisi, di economia in difficoltà, di approfondite discussione sulla destinazione delle risorse economiche. In tutto ciò la cultura che posto occupa? Questa è una delle domande, forse la principale, a cui hanno cercato di rispondere intellettuali e uomini di cultura...
Grande partecipazione alla conferenza di ieri a Palazzo Leoni Montanari sullo stato della cultura italiana, nell’ambito di Passaparola, la IX° edizione del Forum del libro, a Vicenza dal 26 al 28 ottobre

VICENZA – Tempo di crisi, di economia in difficoltà, di approfondite discussione sulla destinazione delle risorse economiche. In tutto ciò la cultura che posto occupa? Questa è una delle domande, forse la principale, a cui hanno cercato di rispondere intellettuali e uomini di cultura (o di azione) presenti ieri sera, venerdì 26 ottobre, all’incontro “La cultura negli anni dell’incertezza”, appuntamento importante di discussione e riflessione che ha caratterizzato la prima giornata di Passaparola, la IX edizione del Forum del Libro, in corso a Vicenza fino a domenica 28 ottobre.

PROSPETTIVA PRAGMATICA – Il pubblico riempiva la sala di Palazzo Leoni Montanari perché non capita tutti i giorni di trovare a discutere persone come Innocenzo Cipolletta (presidente dell’Università di Trento, ed ex di Ferrovie dello Stato e Sole 24 ore), lo storico Marcello Flores o l’accademico Fabrizio Tonello (esperto di opinione pubblica e autore di “L’età dell’ignoranza”, sua ultima fatica letteraria). Si è discusso di cultura da una prospettiva non certamente romantica, ma piuttosto pragmatica, quella cultura che negli anni dell’incertezza (come da titolo dell’incontro), potrebbe diventare motore che spinge la rinascita e la ricrescita, ma da governare e selezionare.  

CULTURA SELETTIVA – A coordinare gli interventi talvolta non allineati un prestigiatore della parola come Giorgio Zanchini, giornalista Rai, che ha posto domande dirette e talvolta pungenti. Un esempio? Cosa e quando tagliare in cultura? Per Tonello la risposta vien da sé e chiama in causa anche la propria Università (Padova), capace di finanziare dubbi festival letterari che scimmiottano l’esperienza di Mantova. Secondo lui infatti la cultura è selettiva, deve svilupparsi nelle scuole, nelle biblioteche, nelle Università, in contenitori che durano nel tempo, in una parola nelle istituzioni. Perché, come spiega Tonello, “in Italia l’emergenza culturale c’è sempre stata, non si tratta di un fenomeno recente, è un Paese ignorante che considera la cultura come un carrozzone pesante e improduttivo”.

EDUCAZIONE ALLA CULTURA – Meno estremo Flores, per il quale esiste una terza via (oltre alla spettacolarizzazione di massa dei festival e la ghettizzazione della custodia), fatta dall’educazione, dalla possibilità che la cultura risponda alle esigenze di tutti, degli studenti, dei ricercatori, della massaia. Ma di fatto poi subentrano limiti e paletti che distruggono tentativi di creare cultura, magari dal basso, soprattutto di natura burocratica. E allora a quel punto ha senso una valutazione anche economica, sugli sprechi o sulle impossibilità d’azione, che spesso immobilizzavano gli slanci esistenti. “Talvolta però questi slanci non vengono fermati, e almeno si produce un dibattito, che ci auguriamo possa uscire da queste mura nello stesso modo in cui si è sviluppato, con l’interesse e la curiosità, fondamentali ingredienti per ogni azione culturale”. Con queste  parole ha voluto commentare l’incontro Simone Ariot, addetto stampa di Passaparola, soddisfatto dell’esito dell’incontro, sia in termini di affluenza che di contenuti.

Martino Soriano

fotografie © Marco Zorzanello
27 ottobre 2012

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