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E’ morto lo scrittore e critico letterario Pietro Citati

Scomparso all'età di 92 anni, Pietro Citati nella sua lunga riflessione ha spaziato da Omero a Proust, da Leopardi a Goethe, da Manzoni a Kafka. Nel 1984 ha vinto il premio Strega con la biografia Tolstoj.

E’ morto, all’età di 92 anni, lo scrittore e critico letterario Pietro Citati. Nato a Firenze il 9 febbraio 1930, nella sua lunga riflessione ha spaziato da Omero a Proust, da Leopardi a Goethe, da Manzoni a Kafka. Nel 1984 ha vinto il premio Strega con la biografia Tolstoj.

Morte Citati: il commento di Franceschini

“Con Piero Citati se ne va un grande scrittore e una delle voci più illustri e autorevoli della critica letteraria italiana. È un giorno triste per la cultura che perde un intellettuale rigoroso e mai banale. Mi stringo ai familiari e ai tanti che hanno apprezzato la sua opera nel corso della sua lunga e prolifica carriera”. Così il ministro della cultura, Dario Franceschini.

Pietro Citati

Nato da una nobile famiglia siciliana, Pietro Citati trascorre l’infanzia e l’adolescenza a Torino, dove frequenta l’Istituto Sociale e in seguito il liceo classico Massimo d’Azeglio. Nel 1942, durante la guerra, si trasferisce con la famiglia in Liguria. Si laurea nel 1951 in Lettere moderne all’Università di Pisa quale allievo della Scuola Normale Superiore. Incomincia la sua carriera di critico letterario collaborando a riviste come Il Punto – dove conosce Pasolini – L’approdo e Paragone.

Dal 1954 al 1959 insegna italiano nelle scuole professionali di Frascati e della periferia di Roma. Negli anni Sessanta scrive per il quotidiano Il Giorno. Dal 1973 al 1988 è critico letterario del Corriere della Sera; dal 1988 al 2011 de La Repubblica; dal 2011 al giugno 2017 scrive recensioni letterarie per il Corriere della Sera. Il 28 luglio 2017 riprende a pubblicare su La Repubblica.

Scrittore poliedrico, si è cimentato con successo nella saggistica e nella biografia letteraria di grandi scrittori. Varie sue pagine sono dedicate anche ai miti dei popoli antichi e della grecità (Omero innanzi tutto), alle dottrine religiose e filosofiche come l’Ermetismo.

Pietro Citati, i libri da leggere

In monografie e raccolte di saggi di largo successo Citati ha rievocato grandi temi e personaggi della cultura antica e moderna, inclusa quella orientale. Ecco i principali libri da leggere per riscoprire la produzione letteraria di Pietro Citati.

L’armonia del mondo

«Parlo meglio di quanto non scriva» diceva Barbey d’Aurevilly «quando l’Angelo di fuoco della Conversazione mi prende per i capelli come un Profeta». E nell'”Armonia del mondo”, dove il filo conduttore è l’Italia, davvero sembra che quell’Angelo si sia impadronito di Citati.

La luce della notte

Questo libro di Citati è in fondo l’antologia segreta dei suoi sogni, e dei misteri sui quali gli preme di far luce: gli ori luminosi degli Sciti, e la strana luce del dio Apollo; le visioni iniziatiche dell’A-sino d’oro di Apuleio; l’accecante oscurità delle Lette-redi Paolo; e il Dio di Agostino, nelle Confessioni. I giochi del Tao, e la Bibbia vista dall’Islam… E Dante, e Mozart, e Montaigne… E il prodigio delle favole e dei racconti mitici.

La mente colorata

Nato da un progetto a lungo accarezzato, “La mente colorata” è soprattutto un’interpretazione narrata dell'”Odissea”, dove velocità e leggerezza celano un immane lavoro di documentazione. 

Il male assoluto

 

In questo libro, Pietro Citati rilegge i classici dell’Ottocento come soltanto lui sa fare: non da critico accademico o militante ma da “lettore-scrittore” (come ha notato Nadia Fusini), capace di illuminarli prolungandone il fascino nella sua scrittura. E comunicando a noi il desiderio irresistibile di rileggerli a nostra volta.

Tolstoj

In questo libro Pietro Citati riesce a presentarci l’unicità di Tolstoj partendo da quello che è un suo misterioso e potente talento: dissolvere la sua soggettività in una miriadi di sguardi, divenire molte cose e persone, prendere la forma di tutto ciò che racconta.

Goethe

Questo libro di Citati, pubblicato per la prima volta nel 1970 – e poi riveduto e ampliato sino a questa edizione –, presenta una fisionomia del tutto singolare: all’inizio ci introduce nei dettagli di questa vita, dove si scoprono a ogni passo cunicoli segreti e impreviste corrispondenze; e poi si concentra sulle due opere che per alcuni sono le vette dell’arte di Goethe e a tutti offrono prodigalmente enigmi da salvare: gli Anni di apprendistato di Wilhelm Meister e il Faust II.

 

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