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Divina Commedia, i versi più memorabili di Dante

La "Commedia" di Dante è una delle opere letterarie più note e amate al mondo, tanto che molti versi sono conservati nella memoria di tutti

La “Commedia” di Dante, definita poi “Divina” da Boccaccio, è una delle opere letterarie più note e amate al mondo. D’altra parte, come una volta ha detto Roberto Benigni, “quando si parla della Divina Commedia o di Dante, bisogna non tanto capire, perché è semplice anche se non è sempre facile. Come è semplice l’universo, la musica di Bach: semplice ma non facilissima. È tutto vero; siamo lì, è come una rosa”.

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Perché leggere Dante può aiutarci a comprendere il presente

Perché è importante continuare a studiare Dante? Ci risponde Rossana Guglielmetti, docente presso l’Università degli Studi di Milano

Divina Commedia, i versi più memorabili di Dante

Oggi, in occasione del Dantedì, vi proponiamo alcune delle terzine più celebri di un’opera monumentale come la Divina Commedia, molte delle quali già le conoscerete a memoria.

 

Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura,
ché la diritta via era smarrita…

(“Inferno”, Canto I)

Dante, l'origine dell'espressione "Non ti curar di lor, ma guarda e passa"

Dante, l’origine dell’espressione “Non ti curar di lor, ma guarda e passa”

In occasione del mese dedicato a Dante, analizziamo con lo scrittore Dario Pisano l’origine e il significato delle più celebri espressioni del Sommo Poeta. Cominciamo con “Non ti curar di lor, ma guarda e passa”

  

“[…] Caron, non ti crucciare:
Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole,
e più non dimandare…

(“Inferno”, Canto III)

 

“Amor, ch’a nullo amato amar perdona,
mi prese del costui piacer sì forte,
che, come vedi, ancor non m’abbandona…”

(“Inferno”, Canto V)

Dante, il significato del verso "Amor, ch’a nullo amato amar perdona"

Dante, il significato del verso “Amor, ch’a nullo amato amar perdona”

In occasione del Dantedì, analizziamo con lo scrittore Dario Pisano l’origine e il significato dei versi della Divina Commedia.

 

Quando leggemmo il disïato riso
esser basciato da cotanto amante,
questi, che mai da me non fia diviso,

la bocca mi basciò tutto tremante.
Galeotto fu ‘l libro e chi lo scrisse:
quel giorno più non vi leggemmo avante.

(“Inferno”, Canto V)

 

‘O frati,’ dissi, ‘che per cento milia
perigli siete giunti a l’occidente,
a questa tanto picciola vigilia

d’i nostri sensi ch’è del rimanente
non vogliate negar l’esperïenza,
di retro al sol, del mondo sanza gente.

Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtute e canoscenza’
.

(“Inferno”, Canto XXVI)

Dante, il significato del verso "Fatti non foste a viver come bruti..."

Dante, il significato del verso “Fatti non foste a viver come bruti…”

Durante il mese dedicato a Dante, analizziamo con lo scrittore Dario Pisano il significato dei versi più celebri della Divina Commedia che spesso utilizziamo ancora oggi.

 

Ahi serva Italia, di dolore ostello,
nave sanza nocchiere in gran tempesta,
non donna di province, ma bordello!

(“Purgatorio”, Canto VI)

 

La gloria di colui che tutto move
per l’universo penetra, e risplende
in una parte più e meno altrove…

(“Paradiso”, Canto I)

 

Ché dentro a li occhi suoi ardeva un riso
tal, ch’io pensai co’ miei toccar lo fondo
de la mia gloria e del mio paradiso…

(“Paradiso”, Canto XV)

Dante Alighieri, aneddoti e curiosità che non tutti sanno sul Sommo Poeta

Dante Alighieri, aneddoti e curiosità che non tutti sanno sul Sommo Poeta

Chi era Dante? Qual era il suo profilo fisico e caratteriale? Esploriamo insieme allo scrittore e dantista Dario Pisano alcune curiosità legate alla vita del Sommo Poeta che non tutti forse conoscono.

 

A l’alta fantasia qui mancò possa;
ma già volgeva il mio disio e ‘l velle,
sì come rota ch’igualmente è mossa,

l’amor che move il sole e l’altre stelle.

(“Paradiso”, Canto XXXIII)

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