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Dislessia, come i genitori possono aiutare i figli

Come i genitori possono aiutare i figli dislessici? Ecco consigli, letture e testimonianze per genitori che vogliono aiutare a superare la dislessia

Quando i genitori scoprono che i propri figli sono dislessici non hanno idea di come comportarsi. Non sanno infatti se spiegar loro accuratamente cosa sia la dislessia o se forse sia meglio far finta di niente, senza dover per forza esplicitare la problematica. Gli esperti sostengono che capire di avere la dislessia sia un aiuto. Infatti Giacomo Stella, professore ordinario di Psicologia clinica presso il Dipartimento Educazione e Scienze Umane dell’Università di Modena e Reggio Emilia, afferma: “Quando però arriva la diagnosi, e il ragazzo capisce che il suo modo di essere “diverso” ha un nome, è un momento liberatorio. Ed è lì che entrano in gioco i genitori e gli insegnanti, in una lotta che va combattuta insieme.”
Come dunque aiutare i propri figli?

La dislessia non è una malattia

La dislessia non è una malattia e non è contagiosa, ma è un’eredità che può attraversare le generazioni, per cui non esiste una “cura”, proprio perché è una caratteristica. “Il cervello dei dislessici non ha subìto un’emorragia cerebrale che richieda una riparazione. È una mente sana che funziona in modo particolare. Il problema è che non sa di funzionare così.” Sostiene sempre Stella.

La storia di Gabriella che ha aiutato il figlio Leonardo

Gabriella è la mamma di Leonardo, un ragazzo di 16 anni a cui hanno diagnosticato la dislessia all’età di 8 anni. Però era dalla scuola materna che era chiaro che avesse delle difficoltà di apprendimento. Così alle elementari Leonardo riscontrava difficoltà di lettura e scrittura, nelle regole ortografiche e nella cura del proprio materiale scolastico. Stare tranquillo e concentrato era un forte problema e tutt’ora il ragazzo ha bisogno di tenere qualcosa in mano e muoversi per tenere la concentrazione e controllare l’ansia. Quando frequentava in seconda media, la mamma ha trovato una poesia scritta dal figlio durante un laboratorio di scrittura creativa a scuola. Gabriella lo inviò a un concorso letterario, Una città che scrive. Leonardo vinse su 1770 ragazzi.
Gabriella, come racconta su Donna Moderna, ha così deciso di iniziare a collaborare alla stesura del bando del premio letterario e insieme hanno aperto una sezione speciale per coloro affetti da DSA. In questo modo possono vedere nella scrittura un riscatto.

Gli strumenti per superare la dislessia

Durante lo studio è utile per i ragazzini dislessici servirsi di immagini e di mappe concettuali. Guardare le immagini e commentarle insieme, per poi soffermarsi sui sottotitoli e sui titoli per capire le tematiche principali può essere utile. In seguito si sottolineano le frasi principali e si incomincia a costruire la mappa concettuale, in modo tale che i concetti abbiamo un aspetto visivo.
Servirsi del PC può costituire un bel supporto perché permette di scrivere in modo più agevole e leggi.

Libri utili

Un libro utile per i genitori potrebbe essere Nostro figlio è dislessico di Gianluca Lo Presti in cui si cerca di dare consigli su come seguire i propri figli e sostenerli. Lo scopo del volume è proprio quello di tenere i genitori informati anche riguardo i cambiamenti normativi in materia di DSA. Si forniscono suggerimenti su come riconoscere i fattori di rischio e su come supportarli nello studio a casa etc.

Altro libro molto consigliato è Le aquile sono nate per volare. Il genio creativo nei bambini dislessici di Rossella Grenci. Questo volume si propone di dare una lettura innovativa e fresca della dislessia. L’autrice suggerisce numerosi consigli pratici e una bellissima sorprendente galleria di biografie di personalità illustri del passato e del presente, ritenute o accertate come dislessiche.

Un romanzo carino magari da leggere in compagnia dei propri figli è Il pesce che scese dall’albero di Francesco Riva. Il protagonista Francesco a scuola è un vero disastro, ma la sua insegnante Diana ha capito che è dislessico. Attraverso un piano strategico, Francesco riesce a superare le sue difficoltà per poi entrare in un’accademia teatrale. Un libro dedicato ai tanti ragazzi che si sentono stupidi perché sono lenti a leggere, scrivere o fare i calcoli, e non sanno che la dislessia non è una malattia, ma solo un diverso modo di funzionare del cervello.

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