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Al Festival di Internazionale, i protagonisti della rete discutono sullo sviluppo delle nuove tecnologie

DAL NOSTRO INVIATO A FERRARA - Al Festival Internazionale di Ferrara, uno degli incontri più attesi è stato 'Giù le mani dalla rete!' cui hanno partecipato, con la moderazione di Carlo Formenti, Mitchell Baker - presidente di Mozilla e sviluppatrice di app open source - e Geert Lovink, ricercatore olandese membro della Adilkno foundation, una libera associazione di intellettuali legati dall'interesse per i mezzi d'informazione...

Mitchell Baker, presidente di Mozilla e sviluppatrice di app open source, e Geert Lovink, ricercatore olandese membro della Adilkno foundation, sono intervenuti nel corso dell’incontro "Giù le mani dalla rete!"

FERRARA – La prima giornata del Festival di Internazionale, senza che sia ancora disponibile una stima precisa sul numero dei presenti, si è portata a casa un primo successo di pubblico, soddisfatto ed emozionato per gli incontri con personaggi provenienti da tutto il panorama internazionale: giornalisti del calibro di David Randall dell’Independent On Sunday, Eric Joszef di Liberaciòn, Rachel Donadio e David Carr del New York Times e blogger e attivisti del mondo arabo come Sultan Al Qassemi e Manal Al Sharif. Uno degli incontri più attesi è stato "Giù le mani dalla rete!" cui hanno partecipato, con la moderazione di Carlo Formenti, Mitchell Baker – presidente di Mozilla e sviluppatrice di app open source – e Geert Lovink, ricercatore olandese membro della Adilkno foundation, una libera associazione di intellettuali legati dall’interesse per i mezzi d’informazione.

NUOVE TECNOLOGIE E RISVOLTI – L’incontro, fissato per le 18.30 al Cinema Apollo di Ferrara, ha visto i due confrontarsi su temi scottanti legati allo sviluppo delle nuove tecnologie, soprattutto i risvolti negativi: l’impossibilità dell’anonimato, i pericoli della creazione di communities chiuse e proprietarie, la tracciabilità di ogni nostra azione sul web, dei nostri dati e dei nostri gusti personali. Mozilla, si sa, si distingue dagli altri browser per non essere un colosso miliardario del web, ma un’istituzione no-profit. Ma i problemi con gli altri "big" sorgono comunque: con Google perché Mozilla non può prescindere dai miliardi delle ricerche sul più utilizzato dei motori di ricerca, e con Apple. E’ recente infatti la decisione di Mozilla di rimuovere la propria app dai sistemi operativi IOS per iPhone, a causa della chiusura della "mela" nei confronti delle piattaforme aperte e open source.

DISPOSITIVI MOBILE E FACEBOOK – Se Geert Lovink si contraddistingue per un pessimismo abbastanza sconosciuto alla Baker, il ricercatore olandese ha comunque proposto argomenti di discussione molto interessanti, che hanno animato il dibattito: la chiusura del capitolo del personal computer a favore dei dispositivi mobili, che a suo parere fanno perdere di vista la "filosofia originale" del web in quanto piattaforma aperta e dal grandissimo potenziale; il tema delle pubblicità su Facebook e delle inserzioni personalizzate a seconda del comportamento sociale dell’utente e delle sue ricerche/interazioni; il caso esemplare dell’Africa che grazie a Internet ha ideato e sta distribuendo un metodo alternativo ai soldi e alla carta moneta per i pagamenti: il BitCoin, soldi virtuali di cui secondo lui si parlerà molto in futuro. Si è parlato anche molto di Anonymous e del tema dell’anonimato sul web.

 

NUOVE FRONTIERE SUL WEB – La Baker, punzecchiata ogni tanto dal moderatore Formenti a proposito di qualche contraddizione interna a Mozilla, ha dimostrato una grande capacità di tenere il palco e di avere sempre la risposta pronta ad ogni domanda. Si è parlato con lei anche dell’estremo Oriente e della nuova e massiccia presenza degli orientali sul web e sui social network. Saranno loro a guidare il cambiamento? Probabile, visto quello che ha rivelato Il Post oggi e che ha ripreso Marina Petrillo dal palco del Festival di Internazionale: la lingua cinese, grazie agli ideogrammi, si adatta perfettamente ai testi brevi dei social e di piattaforme come Twitter. 140 caratteri, con quei pochi simboli, diventano quasi troppi!

 

Miriam Goi

 

6 ottobre 2012

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