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“Uomini che odiano le donne”, un film da vedere contro la violenza di genere

"Uomini che odiano le donne" è un thriller psicologico tratto dall'omonimo bestseller di Stieg Larsson.

Stasera 11 gennaio 2024 su La7d alle ore 21:30 va in onda “Uomini che odiano le donne” è un film diretto da David Fincher, un thriller psicologico basato sull’omonimo romanzo che fa parte della trilogia Millennium di Stieg Larsson, celebre scrittore, giornalista e critico letterario svedese scomparso il 9 novembre 2004.

“Uomini che odiano le donne” è un film ambientato nel paesaggio invernale di Stoccolma e descrive il degrado morale e gli atti criminali dei ricchi e corrotti industriali della città. Il romanzo è diventato un bestseller internazionale, e i film tratti da questi, hanno reso noto questo noir nordico.

Uomini che odiano le donne: una storia complessa e molto forte

Pieno di emozioni e di violenza brutale e spudorata,”Uomini che odiano le donne” è un’avvincente opera cinematografica con la star di James Bond, Daniel Craig, e una performance senza esclusione di colpi di scena di Rooney Mara. Una trama complessa piena di sensualità e significati nascosti. Ecco la trama del film “uomini che odiano le donne”

Svezia, 2008. Mikael Blomkvist è un giornalista che dirige la rivista “Millennium”, che tratta degli scandali e delle truffe del mondo politico ed imprenditoriale. Denuncia un industriale per pesanti reati ma perde la causa e viene condannato per diffamazione in primo grado a 3 mesi di carcere; la condanna definitiva sarà emessa 6 mesi dopo ed è in questo arco di tempo che si svolge la trama del film.

Lisbeth Salander è un’hacker ventiquattrenne asociale, tatuata e molto particolare. Sotto tutela legale,  il suo tutore viene sostituito. Lisbeth va a conoscerlo ma si rivela un vero e proprio sadico che pretende favori sessuali in cambio. Impotente di fronte al suo tiranno viene stuprata, ma riesce a ricattarlo grazie ad un video girato con una telecamera nascosta. 

Lisbeth scopre della ricerca di Michael Blomkvist, il giorno seguente lo incontra e lui le parla del caso su cui sta indagando: la scomparsa nel 1966 della nipote del noto industriale Henrik Vanger. La ragazza scomparve nel nulla da un’isola, in quel momento isolata dalla terraferma per un incidente automobilistico sull’unico ponte di collegamento, e per questo Henrik adduce l’omicidio preterintenzionale come unica spiegazione. La conferma all’ipotesi è la beffa dell’assassino, che continua a spedire il regalo che la ragazza gli faceva annualmente.

Dopo aver collegato la scomparsa di Harriet a una serie di sanguinosi delitti avvenuti tra gli anni ’40 e ’60, i due investigatori cominciano a dipanare una storia familiare oscura e sconvolgente. I Vanger, però, sono gelosi dei loro segreti e i due protagonisti scopriranno di cosa siano capaci pur di difendersi.

Il fenomeno della violenza contro le donne nella società moderna

In apparenza, “uomini che odiano le donne” è un semplice thriller, ma in realtà scava ad un livello più profondo: è un esame sull’abuso violento delle donne in Svezia, che si concentra in particolare sulle filosofie distorte e i fallimenti governativi che permettono tali atti. Nel libro, ad esempio, questo tema si manifesta nei capitoli 11 e 13, quando il tutore giudiziario Nils Bjurman costringe Salander a compiere un atto sessuale in cambio dell’accesso alle sue finanze e poi la stupra brutalmente.

Quando Salander riflette sulla prima aggressione sessuale nel capitolo 12, giunge a una chiara conclusione: che le autorità raramente puniscono le aggressioni contro le donne e che le donne raramente le denunciano perché la violenza contro le donne è una parte accettata della società svedese.

L’autonomia delle donne e la loro forza

Le esperienze di Salander la convincono che l’unica soluzione efficace alla compiacenza della società è che le donne diventino autonome.

Il tema della violenza contro le donne ricorre anche negli omicidi seriali di Martin e Gottfried Vanger, che giustificano i loro omicidi di donne con allusioni bibliche e opinioni antisemite. In questo caso, gli uomini spiegano i loro atti con la nozione che le donne sono intrinsecamente sporche e indegne e che la loro natura le rende vili. I versetti della Bibbia a cui si fa riferimento nel romanzo ritraggono le donne come devianti sessuali che hanno bisogno di punizione e correzione.

Persino Wennerström si scopre colpevole di violenza contro una donna dopo che Salander scopre che ha costretto una ragazza che ha messo incinta ad abortire, e lo ha fatto facendo in modo che un teppista assunto la tenesse sotto l’acqua fino a quando non ha ceduto. Inoltre, il casuale abuso verbale e fisico che sia Cecilia che Harriet devono sopportare dai loro padri e fratelli implica una visione del mondo in cui le donne sono esseri inferiori.

La ragazza che giocava con il fuoco, il 2° film della saga

La ragazza che giocava con il fuoco, il 2° film della saga Millenium

“La ragazza che giocava con il fuoco” è un film del 2009 diretto da Daniel Alfredson, il secondo capitolo della saga “Millenium” di Stieg Larsson.

L’imprecisione delle apparenze

In molti dei personaggi di “Uomini che odiano le donne”, vediamo una discrepanza tra il modo in cui appaiono al mondo, che include come si presentano, e il modo in cui sono realmente, suggerendo che le apparenze non sono una corretta rappresentazione di una persona. Salander, per esempio, ha un aspetto molto distinto, compresi non solo i suoi tatuaggi e le scelte di abbigliamento, ma anche la sua personalità. È laconica e introversa al punto che gli altri la giudicano incompetente.

In realtà, però, è straordinariamente intelligente e molto capace, come dimostra ad Armansky, Blomkvist e tutti quelli con cui lavora. Inoltre, la sua piccola struttura la fa sembrare debole e vulnerabile, ma come molti personaggi imparano, è estremamente tenace e capace di difendersi. Martin Vanger è per molti versi l’opposto di Salander.

Sembra abbastanza normale e banale, e in tutte le sue interazioni con gli altri personaggi è molto educato e bonario. Eppure si rivela essere un sadico stupratore e serial killer. La casa di Martin a Hedeby riflette questa dicotomia. Si presenta come elegante e tranquilla nelle stanze che Martin permette agli altri di vedere, ma Blomkvist scopre che nasconde una camera di tortura nel seminterrato.

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