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5 mostre da non perdere assolutamente ad agosto 2021

È arrivato il mese di agosto e insieme a lui l’inaugurazione di nuove mostre in giro per l’Italia

È arrivato il mese di agosto e con lui l’inaugurazione di nuove mostre ed eventi artistici in giro per l’Italia. Ecco 5 proposte per sfruttare al massimo le vostre vacanze.

Francesco Amorosino. Pomodori migranti, Perugia

Quella di Amorosino tra le mostre di agosto. La serie di tredici fotografie di Amorosino è espressione di una volontà di denuncia di un sistema di sfruttamento, quello della manodopera agricola e del caporalato. L’artista decide quindi di fotografare i pomodori così come si presentano nelle abitazioni di chi li consumerà: su di loro restano ancora i segni del loro viaggio, la terra da cui sono cresciuti e le impronte di chi li ha raccolti, rischiando, purtroppo, la vita. Il fotografo con questo progetto nel 2016 ha vinto il Sony World Photography Award nella categoria Still Life. La mostra del premio ha girato il mondo ed è stata ospitata, tra gli altri luoghi, a Londra, Milano, Bratislava, New York e Pechino.

Casa Museo Enrico Caruso, Napoli

L’inaugurazione della nuova Casa Museo di Enrico Caruso si è tenuta oggi. Riscatto di un quartiere, a torto negletto, che con l’inaugurazione della Casa Museo Enrico Caruso, conquisterà la ribalta internazionale che merita; così, seppur con un ingiustificabile ritardo, anche Napoli, ricorderà in maniera imperitura, in un luogo dal forte valore simbolico, uno dei suoi figli più illustri. Questo lavoro di squadra, si è avvalso inoltre, del prezioso quanto determinante contributo della famiglia Caruso, dello storico carusiano Guido D’Onofrio e del comm. Aldo Mancusi, il quale dando seguito ad un suo antico sogno, ha inteso destinare alla Casa Museo svariati reperti provenienti dall’Enrico Caruso Museum of America di Brooklyn.

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Estate, 5 mostre da non perdere in Italia

Dopo la grande ripartenza in primavera, l’arte non si ferma di certo con l’arrivo dell’estate, anzi. Ecco 5 mostre da visitare assolutamente

 

Fortuna instabile quasi possibile, Fano

L’esposizione – nel cui titolo riecheggiano gli “equilibri instabili quasi impossibili” dell’opera di Eliseo Mattiacci, scultore nato e cresciuto in questo territorio, ribaltandone il significato e conferendo una visione di speranza – si configura come un atto di restituzione al territorio e alla comunità e verte sui temi che sono stati affrontati durante il periodo di residenza, come il concetto di finestra rinascimentale, la misura architettonica, il Rinascimento come laboratorio, la ricerca dell’altrove, il paesaggio come opera d’arte, la terra dipinta, connotativa della collina dell’entroterra fanese, l’unicità del linguaggio locale, il tema del ritorno, la riflessione sulla comunità.

Carlo Nangeroni. Abstraction: musica da vedere, Forte dei Marmi

Tra le mostre in apertura ad agosto, quella di Carlo Nangeroni. A un importante nucleo di dipinti – perlopiù acrilici, ma anche oli su tela e acquerelli – si aggiungono tre sculture, realizzate appositamente per l’esposizione su licenza dell’archivio e progetto dell’artista, collocate in Piazza Garibaldi. Il percorso espositivo parte da uno splendido autoritratto del 1949, ancora declinato nel linguaggio figurativo, per arrivare all’astrazione della fine degli anni Novanta, documentando il passaggio stilistico e poetico decisivo nell’opera dell’autore. Allievo di Mauro Reggiani, uno dei padri dell’astrazione in Italia, Nangeroni ha sviluppato un proprio stile pittorico in cui il linguaggio musicale – con i suoi ritmi, le sue pause e le sue ripetizioni – ha rappresentato il modello di riferimento.

Somniando – Sulle orme di Sante, le visioni dell’arte di Gabriella Lupinacci, Noto

La raffigurazione del viaggio del Sommo Poeta o il compimento di un atto creativo che trova in Dante ogni risposta al vivere quotidiano? Ataviche narrazioni cromatiche che oltrepassano la soglia tra finito e infinito sembrano suggerirci una riflessione e indurci a ripensare al concetto di libertà e ai mali di una società che vorrebbe elevarsi ad una dimensione più etica e accogliente. Anime in cammino in un luogo non luogo, intriso di visioni e silenzio. Lo stesso in cui Gabriella Lupinacci ha vissuto anni fa, durante una difficile esperienza ospedaliera, oltrepassando quella soglia indefinibile e immateriale dell’esistenza che riaffiora attraverso le raffigurazioni di un mondo immateriale.

 

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