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Antonello Dose, “Nel mio libro racconto come il buddismo mi abbia salvato la vita”

Intervista al presentatore radiofonico, in libreria con "La rivoluzione del coniglio", libro nel quale Dose racconta il suo percorso di fede che gli ha salvato la vita

MILANO – “Un conduttore radiofonico, come un meccanico o ferro-tranviere o casalinga che sia, se ha una storia da raccontare, non conta da dove viene e  che lavoro fa. Troverà sempre un modo “altro” per condividere la propria esperienza.” Parola di Antonello Dose, uno dei due conduttori de Il ruggito del coniglio, in libreria con “La rivoluzione del coniglio“, libro nel quale Dose racconta il suo rapporto con il buddismo, che gli ha salvato la vita e lo aiuta in tutti gli aspetti del suo lavoro e della sua vita personale.

Come nasce l’idea di questo tuo libro?

Beppe Cottafavi, editor di Mondadori, mi ha chiesto tre anni fa se mi andava di raccontare la mia esperienza di fede buddista. Dopo lunghe riflessioni ho deciso di accettare la sfida di affrontare tutte le paure dello scrivere un libro. Mi sono concentrato su cosa potesse  essere utile a un lettore. Non ho potuto, a quel punto, evitare di raccontare la mia storia per intero, anche nei suoi aspetti più scomodi.  Si lo so, talvolta sono un po’ radicale.

In questo libro condividi il tuo percorso buddista. Come è iniziato? Quanto ha influito nel proseguo della tua esistenza?

Ho iniziato a praticare per affrontare il dolore della morte del mio primo amore e grazie a questo ho scoperto tante cose di me e della vita. Praticare significa “rivoluzionare” la nostra percezione dei fenomeni, degli altri e di noi stessi. Siamo tutti manifestazione della stessa Legge Mistica, funzioniamo tutti allo stesso modo. Lo studio della filosofia buddista mi ha convinto che corpo e mente sono solo aspetti diversi dello stesso fenomeno. Come è vera l’unicità di individuo e ambiente. Percepire la realtà in maniera “illuminata” significa solo comprendere i fenomeni per quello che sono. L’allenamento quotidiano della pratica, del recitare Nam-Myoho-Renge-Kyo, nell’osservare la propria mente, insegna a compiere quei piccoli automiglioramenti che rendono la vita più scorrevole e armoniosa. Se mi pongo verso gli altri in maniera positiva posso trovare la  chiave per riuscire a comunicare vita a vita. Se al contrario mi chiudo nelle mie tendenze ripeterò all’infinito gli errori previsti dal mio karma.  La possibilità di evolversi è teoricamente infinita, sta al genere umano cogliere questa occasione. Una decisione del genere può essere presa da chiunque in ogni singolo istante. Quindi perché rimandare? Sul futuro sono curioso come tutti. Ancora di più sull’attimo presente.

Quanto influisce la spiritualità ed il benessere personale nell’attività quotidiana e nel rapporto con gli altri?

In generale non lo so, ma nel mio caso è stato un esercizio di equilibrio in una vita vissuta emotivamente e perciò spesso confusa. Essere nelle cose,  cioè utilizzare la vita per qualcosa di valore, rende luminosi e tutti abbiamo piacere a trascorrere  giornate in armonia.  Direi che il tempo dedicato a questa pratica viene abbondantemente ripagato da profonde relazioni umane.

Sei un conduttore radiofonico: la scrittura di questo libro ti ha permesso di esprimere qualcosa in più che nel corso della tua attività radiofonica non avevi ancora fatto?

Un conduttore radiofonico, come un meccanico o ferro-tranviere o casalinga che sia, se ha una storia da raccontare, non conta da dove viene e  che lavoro fa. Troverà sempre un modo “altro” per condividere la propria esperienza. Ho la fortuna di fare un lavoro dove posso essere me stesso. Spero di migliorarmi ancora.

Libri e radio: si da abbastanza spazio alla lettura ed alla cultura in radio? Se no, cosa pensi si potrebbe fare?

Ci sono tantissimi programmi interessanti in Rai e fuori. Credo che il Paese abbia bisogno di segnali culturali forti e  efficaci che incoraggino le persone a prendere in mano la propria vita trovando soluzioni creative. Questi possono venire dallo spettacolo, dai libri, dalla politica (raramente) e dall’arte ma sarebbe sensato iniziarlo dalle scuole. Mi ha colpito molto scoprire che Josei Toda, il fondatore della Soka Gakkai era anche un insegnante elementare prima di diventare editore. Il suo approccio al buddismo era ispirato da intenti pedagogici. Per costruire il futuro bisogna mettere le persone in condizione di poterlo fare. E’ la consapevolezza a rendere le persone libere.

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