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A cosa serve leggere i classici oggi?

Che cosa sono i classici? Sono ancora utili oggi? Ne parliamo con il celebre storico dell'arte e scrittore Luca Nannipieri, autore del libro appena uscito "Che cosa sono i classici" (Skira).

Che cosa sono i classici? Perchรฉ vengono studiati a scuola? Perchรฉ su Platone, Leopardi, Ungaretti, Michelangelo, Rita Levi Montalcini, si fanno gli esami?

Ne parliamo con il celebre storico dell’arte e scrittore Luca Nannipieri, autore del libro appena uscito “Che cosa sono i classici” (Skira).

Perchรฉ leggere ancora oggi i classici

Usiamo la parola “classici” tutti i giorni: a scuola, nei musei, nei teatri, in cucina, nell’abbigliamento, in televisione, al cinema, spesso nei libri. Ma che cosa sono? Perlustrando vari campi d’espressione, dall’arte alla letteratura, dall’architettura alla moda, dal cibo alla toponomastica, questo libro riflette sulla durevolezza o meno del segno umano.

Perchรฉ abbiamo bisogno di classici e perchรฉ essi, al di lร  delle apparenze che li mostrano stabili, costantemente mutano? A tutti questi quesiti risponde Luca Nannipieri.

Che cosa sono i classici?

Sono pietre miliari che una comunitร , un popolo, determinate geografici, in determinati tempi, riconosce come esemplari, da tramandare, da studiare a scuola, preservare, tenere vivi. Le pietre miliari perรฒ non sono immobili. Per fortuna che non lo sono. Che cosa ce ne facciamo di una cosa indubitabile, innegabile, incontrastabile, indiscutibile? Niente. Che cosa ce ne facciamo di Platone se lo consideriamo imprescindibile? Niente.

Una cosa “imprescindibile” prescinde da noi, prescinde dalla nostra attenzione, dai nostri desideri, dal nostro giudicarla e sentirla viva. Infatti il grande problema educativo delle nostre scuole รจ che i cosiddetti classici si studiano sui banchi delle aule e poi si abbandonano e si ignorano per il resto della vita. Perchรฉ? Perchรฉ, appunto, l’imprescindibilitร  – che nella scuola diventa obbligatorietร  – addormenta la nostra diretta verifica se e perchรฉ sia importante o meno Platone per noi.

Sono immortali?

L’immortalitร  e l’universalitร  sono due grandi equivoci. Pensiamo che i classici siano opere immortali, ma se guardiamo la storia delle civiltร , ciรฒ che constatiamo รจ che la caratteristica piรน inesorabile delle opere umane รจ proprio la loro mortalitร . Milioni d’individui a vedere la Venere di Milo al Louvre, giudicandola immortale, ma, per secoli, รจ stata sottoterra, sepolta, ignorata.

Un’opera diventa classica e puรฒ smettere di essere classica. Questa รจ la nostra salvezza perchรฉ rivendica per noi un ruolo da protagonista: non siamo soltanto un maggiordomo che lustra l’argenteria di casa per darla al futuro, ma decidiamo le strade, le filiere dei classici.

Perchรฉ si studiano?

Quando diamo Platone alla prova d’esame al liceo, implicitamente stiamo continuando a stabilizzare la durata di Platone nella nostra civiltร , stiamo dicendo: รจ importante. Ma al tempo stesso lo stiamo rischiosamente considerando cosรฌ imprescindibile da renderlo inutile. รˆ infatti la complessa composizione di desideri individuali, collettivi, volontร , pressioni, tradizioni, inerzie, contaminazioni, giacenze, educazioni, a determinare canoni, strade, e dunque la persistenza o la varianza di certe opere – chiamate classiche – rispetto ad altre.

I classici sono temporanei e questa temporaneitร  รจ l’inizio del nostro sentirci vivi, perchรฉ noi possiamo determinare ciรฒ che amiamo, lottare per esso, non solo ereditarlo come indubitabile dal passato. La Gioconda non rimarrร  la Gioconda a prescindere dai secoli e da chi la guarderร . Il suo valore non รจ permanente, non รจ indipendente dai tempi, dalle geografie, dai popoli che interagiranno col suo essere in luce e forse domani in ombra.

Cosa ci dicono di importante?

Niente. Se assumiamo la certezza che debbano dirci qualcosa d’importante, i classici non ci dicono niente d’importante. Infatti gran parte di noi, dopo la scuola, butterebbe Foscolo e Giotto nel cestino. Lascio ad altri le omelie riscaldacuori che dicono che i classici sono lรฌ a dirci qualcosa d’importante per la nostra vita. Io sono a dirvi una cosa piรน radicale: anche le pietre miliari considerate piรน irrinunciabili, come Michelangelo, Dante, Shakespeare, possono divenire inessenziali, conoscere la polvere dell’oblio e poi tornare nuovamente in luce e poi di nuovo attraversare secoli di indifferenza.

Chi determina questo andare in ombra o tornare in luce? Noi. I classici non sono il passato che mai tramonterร . Sono un presente e un futuro a cui noi diamo attenzione per durare o per spegnersi e tramontare.

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