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Una frase di San Francesco d’Assisi sul valore e la dignità dei lavoratori

Per iniziare la giornata oggi, vi proponiamo una frase di San Francesco d'Assisi dedicata ai lavoratori per riflettere sull'importanza di portare avanti un mestiere

il 1° maggio si celebra la festa dei lavoratori. Per iniziare la giornata oggi, vi proponiamo una frase attribuita a San Francesco d’Assisi per riflettere sull’importanza e il valore del lavoro nella vita di ognuno di noi.

Chi lavora con le sue mani è un lavoratore. Chi lavora con le sue mani e la sua testa è un artigiano. Chi lavora con le sue mani e la sua testa ed il suo cuore è un artista.

Il valore dei lavoratori

Come citato all’interno dalla Treccani, il termine lavoro indica “in senso lato, qualsiasi esplicazione di energia (umana, animale, meccanica) volta a un fine determinato”. Questa definizione, in un certo senso, sembra molto simile a quella dedicata ai lavoratori attribuita a San Francesco D’Assisi, il quale però la sviluppa su più livelli: se come semplice lavoratore indica colui che usa solo le mani per la sua attività, con la figura dell’artigiano avviene un passo in avanti grazie al fatto che oltre all’attività pratica c’è anche quella di pensiero.

Un gradino più in alto rispetto al semplice lavoratore e all’artigiano, secondo Francesco d’Assisi, troviamo l’artista, colui che oltre “al braccio e alla mente” in ciò che fa ci mette anche il cuore, il sentimento, la passione, che dovrebbe guidare chiunque lavora. 

Spesso deumanizzata, resa soltanto un mero “portare a termine un compito”, l’attività lavorativa avrebbe bisogno di ritrovare la sua valenza in grado di gratificare la persona, di elevarla rispetto alla figura di semplice esecutore. Per farlo, oltre alla passione che deve partire da ogni singolo individuo, è indispensabile per i lavoratori essere messi nelle condizioni di lavorare con amore: occorrono orari di lavoro consoni a portare a termine l’attività in modo adeguato, condizioni di sicurezza garantite per tutte le categorie, piena condivisione di intenti tra datori di lavoro e personale. Tutto questo può rendere tutti i lavoratori dei veri e propri artisti.

Si, perché gli artisti non sono solo coloro che dipingono un quadro, compongono una scultura, disegnano un paesaggio: l’artista, riprendendo la frase di Francesco d’Assisi, può essere ciascun lavoratore che ci mette impegno, passione, intelletto in ciò che fa. Ecco perché in occasione della festa dei lavoratori del 1° maggio è indispensabile, ieri come oggi, elevare la condizione di ciascun lavoratore da mero esecutore a persona che con dignità, passione e sacrificio porta avanti il suo lavoro per il bene della società civile.

La rivoluzione di Francesco d’Assisi

Francesco d’Assisi, vissuto nel 13° secolo, voleva ripercorrere la vita povera di Cristo e degli apostoli. Voleva, come loro, amare e capire la sofferenza dei miseri. Cercò di mettere in pratica i precetti del Vangelo e volle predicare l’amore per il prossimo. Fu seguito da molti compagni, insieme ai quali percorreva instancabilmente villaggi e città, diffondendo il messaggio di pace e di carità annunciato da Cristo.

Figlio di un ricco mercante, da giovane, Francesco sognava di diventare cavaliere e dimostrare il suo valore in battaglia. Ma qualcosa accadde nel suo animo: una crisi religiosa lo portò alla conversione. Così, decise di vendere tutto e distribuire il ricavato ai poveri. Una scelta davvero rivoluzionaria, dal momento che la Chiesa non aveva, prima di allora, mai rinunciato ai suoi lussi e privilegi. Francesco volle farsi povero e dedicare la sua vita agli indigenti.

Il valore del lavoro per San Francesco

Egli e suoi compagni dormivano dove capitava, si vestivano di stracci e camminavano a piedi nudi. Proibì ai compagni di chiedere denaro in elemosina, per non rubare la parte che spettava ai poveri. Tutti i frati dovevano mantenersi lavorando con le proprie mani, aiutando i contadini nei campi. In cambio potevano accettare soltanto un po’ di cibo. Per San Francesco, il lavoro assume dunque un valore importante nell’avvicinamento a Dio e al prossimo.

Viva, quindi, tutti quei lavoratori che usano corpo, mente e cuore in tutto ciò che fanno.

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