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Su Repubblica, Christine Angot parla del suo libro sull’incesto che ha scandalizzato la Francia

LA CRITICA QUOTIDIANA - Sulle pagine di Repubblica di oggi, Fabio Gambaro propone un'intervista a Christine Angot, l'autrice di ''Una settimana di vacanza'', libro che tratta il tema dell'incesto, affrontato in maniera cruda e senza censure. L'autrice è stata infatti vittima, all'età di 13 anni, di una violenza tra le mura domestiche...
Il giornalista Fabio Gambaro ha intervistato l’autrice di “Una settimana di vacanza”, libro che affronta il delicato tema dell’incesto, scatenando accese polemiche in Francia, ed ora in uscita in Italia
 
LA CRITICA QUOTIDIANA – Sulle pagine di Repubblica di oggi, Fabio Gambaro propone un’intervista a Christine Angot, l’autrice di “Una settimana di vacanza”, libro che tratta il tema dell’incesto, affrontato in maniera cruda e senza censure. L’autrice è stata infatti vittima, all’età di 13 anni, di una violenza tra le mura domestiche. Il testo, che in Francia ha provocato scandalo ed accese polemiche, è ora in uscita in Italia per Guanda. 
 
UN PROBLEMA SOCIALE – Christine Angot, con il suo libro “Una settimana di vacanza” non ha affrontato qui il delicato tema dell’incesto per la prima volta. Nel 1999 ne aveva già parlato nel testo “Incesto”. Nell’intervista rilasciata a Fabio Gambaro, spiega come in quel libro non avesse la maturità letteraria per far emergere dalla scrittura i pensieri e le emozioni di una figlia abusata. Questa maturità è stata trovata invece nella stesura del nuovo romanzo. L’autrice prosegue spiegando come sarebbe stato impossibile scrivere un testo di questo genere se  non ne fosse stata la protagonista “Certe situazioni ci strappano alla vita precipitandoci nell’abisso e non possono essere inventate”. L’autrice sottolinea come il suo libro non sia soltanto una testimonianza privata, ma l’affronto di un problema sociale, che tocca e riguarda tutti, anche se in modo indiretto.
 
LE ACCUSE – La Angot prosegue fornendo il suo personale punto di vista sulle accuse provenienti da diversi fronti  “Mi detestano perché mostro apertamente la violenza sociale della dominazione”.. Numerose accuse sono state mosse in particolare allo stile, estremamente crudo e ricco di dettagli “Non mi interessa mostrare il perché” precisa l’autrice “ma mostrare il come”. Alle accuse provenienti da un’ampia parte di lettori, tra cui lo scrittore Tahar Ben Jalloun, che tacciano il testo di pornografia, l’autrice ribatte spiegando come qualsiasi lettore onesto riconosca che l’intento del romanzo è lontanissimo da quel genere e da quell’intento. “Non è la crudezza delle scene di sesso a dare fastidio, è la situazione nella quale si trova la vittima, la quale deve cercare di sopravvivere”.
 
LA SCRITTURA COME STRUMENTO DI DENUNCIA – “La scrittura però permette di far sentire i pensieri di qualcuno che non può parlare”. La scrittura come mezzo per dar voce a chi, nella realtà, non ha modo di parlare. L’autrice prosegue spiegando come la scrittura sia servita in particolar modo a concentrare l’attenzione non più sul carnefice, ma sulla vittima. I narratori sono soliti porre al centro dei loro scritti “i cattivi”, perché ritenuti personaggi letterariamente più affascinanti. L’intento della Angot è invece quello di esprimere pensieri e sentimenti della vittima, mossa dall’ideale imprescindibile che la letteratura debba sempre condurre alla realtà. 
 
19 giugno 2013
 
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