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Primo maggio, le 10 opere d’arte che celebrano il lavoro e i lavoratori

In occasione del primo maggio, ecco le opere d'arte più famose e celebri che celebrano il lavoro e i lavoratori.

 

Il Primo maggio è un contenitore di significato troppo importante per non coinvolgere l’interesse dell’arte e dei suoi autori. Per celebrare questo importante avvenimento abbiamo selezionato alcune delle opere d’arte che hanno fatto storia e sono diventati il simbolo della denuncia sociale. 

La Festa del lavoro o Festa dei Lavoratori viene celebrata il primo maggio di ogni anno in molti Paesi del mondo per ricordare l’impegno del movimento sindacale e i traguardi raggiunti dai lavoratori in campo economico e sociale.

Molti artisti hanno denunciato tramite le loro opere lo sfruttamento e le condizioni in cui vivevano i lavoratori nelle diverse epoche. Vediamo insieme le opere più famose che celebrano il primo maggio, diventate anche simbolo di rivendicazione.

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Primo Maggio, le opere d’arte che celebrano i lavoratori

1. Il quarto stato (1898 – 1901) di Giuseppe Pellizza da Volpedo 

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Il quarto stato è un celebre dipinto realizzato dal pittore Giuseppe Pellizza da Volpedo tra il 1898 e il 1901.Inizialmente era intitolato Il cammino dei lavoratori.

L’opera, divenuta manifesto della lotta operaia, si colloca nello spartiacque fra verismo e simbolismo. Il quarto stato rappresenta la conclusione di un percorso dell’autore attraverso numerosi dipinti tutti riguardanti il medesimo tema, ovvero lo sciopero dei lavoratori.

Il primo dipinto fu gli Ambasciatori della fame, successivamente dipinse La Fiumana e infine il bozzetto preparatorio del 1898 Il cammino dei lavoratori.

Giuseppe Pellizza da Volpedo pensava di vendere subito il quadro, ma nella società del suo tempo questo dipinto non ebbe fortuna. Ad acquistarlo fu il comune di Milano, solamente nel 1920 per 50000 lire, grazie anche a contributi di banche, associazioni e privati.

Inizialmente, venne esposto al Castello Sforzesco e divenne presto simbolo del socialismo- Proprio per questo motivo con l’avvento del fascismo venne depositato in un magazzino.

Solo nel 1954 viene nuovamente esposto e il sindaco Ferrari lo collocò nella sala consigliare di Palazzo Marino. Qui subì dei danneggiamenti dovuti al fumo, a causa dei quali venne richiesto un restauro.

Successivamente viene mostrato in varie città del mondo come Washington e Roma, negli anni Ottanta trova la sua collocazione fissa a Milano prima nella Galleria d’Arte Moderna e infine nel Museo del Novecento.

Quest’opera è un simbolo della società del XX secolo, poiché essa rappresenta lo sciopero dei lavoratori e simboleggia non solo la protesta sociale ma l’affermazione di una nuova classe sociale, il proletariato, che diventa consapevole dei propri diritti nei confronti della società industriale.

L’opera inoltre dimostra l’impegno del pittore in ambito sociale. Infatti egli pensava che l’artista avesse il compito di educare la popolazione attraverso le proprie opere.

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2. Per ottanta centesimi! (1895-1897) di Angelo Morbelli

Angelo Morbelli Per ottanta centesimi

Dopo la prima Triennale nel 1893, Angelo Morbelli dipinge Per ottanta centesimi!, un quadro di esplicita denuncia del lavoro delle mondine.

Il dipinto raffigura le mondine immerse nell’acqua sino alle caviglie, piegate nel duro lavoro del trapianto del riso. Le figure in primo piano sono viste di schiena nell’atto ripetitivo della messa a dimora delle giovani piantine.

Lavoro duro compensato con 80 centesimi. L’Acqua intesa come fonte di vita e di morte. Nel 1897 il pittore vinse la medaglie d’oro a Dresda con questo quadro.

Per ottanta centesimi! è un’opera simbolo della pittura italiana di fine ‘800 che della denuncia sociale fece il proprio manifesto.

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3. I mangiatori di patate (1885) di Vincent Van Gogh 

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È un dipinto di Vincent Van Gogh, realizzato nell’aprile 1885. È conservato nel Museo Van Gogh di Amsterdam. Si tratta del dipinto più importante del periodo olandese di Van Gogh, prima del suo trasferimento a Parigi.

La personalità di Van Gogh comincia ad emergere con le ‘opere clandestine’ del periodo olandese. Questo dipinto mostra, all’interno di una povera stanza, alcuni contadini che consumano il pasto serale servendosi da un unico piatto di patate.

Van Gogh è molto legato a questo soggetto in quanto si sente come ‘uno di loro’. Anche i contadini come lui soffrono ed egli trova ingiusto il fatto che nonostante tutti i loro sforzi ed i loro sacrifici debbano vivere in modo così misero.

L’opera sottolinea la continua fatica fisica di chi ha consumato, giorno dopo giorno, la propria vita nel lavoro dei campi.

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4. Il muratore (1891) di Giovanni Sottocornola

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Dipinto da Giovanni Sottocornola nel 1891, il quadro venne presentato alla I Esposizione Triennale di Brera nello stesso anno.

Come rileva Giovanna Ginex, le lotte condotte dalla categoria operaia alla quale appartengono i muratori, i manovali e gli imbianchini assumono un rilievo sociale di primo piano nella Milano di fine Ottocento.

L’immagine del lavoratore proposta da Sottocornola tuttavia si distingue per la sobrietà della scena impaginata, priva dell’enfasi e della perentorietà che pervade invece tante composizioni appartenenti allo stesso filone. Tra queste L’oratore dello sciopero di Emilio Longoni, apparso nella stessa Triennale braidense del 1891.

Il personaggio, colto in una posa a suo modo elegante che deriva da quella della ritrattistica ufficiale, è reso attraverso una stesura solida e corposa, ancora lontana dalla sperimentazione in area divisionista attuata da Sottocornola in altre opere ispirate ai temi sociali, come L’alba dell’operaio, datato al 1897, conservato presso la Galleria d’Arte Moderna di Milano.

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5. Vagone di terza classe (1862) di Honoré Daumier

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Vagone di terza classe è un dipinto del pittore francese Honoré Daumier, attualmente esposto presso il National Gallery of Canada di Ottawa. Nello stile di Honoré Daumier, che ha fatto della propria arte uno strumento di lotta politica, questo dipinto del 1862, denuncia le condizioni sociali delle classi più povere (in linea con gli intenti del realismo, movimento artistico-culturale a cui appartiene).

La rappresentazione di una condizione sociale umile e poco presa in considerazione dallo Stato è realizzata dall’artista alla maniera rinascimentale.

Oltre ai lavoratori, dei quali si intercetta idealmente la fatica, i borghesi si mostrano, in netta contrapposizione con le altre figure, con la loro arroganza e malevolenza, sottolineando così il netto divario tra deboli (donne e bambini stanchi) e potenti (ricchi imprenditori), concetto metaforico e reale che emerge dal dipinto.

Il disegno non abbozza i contorni, ne accentua le forme poco eleganti, in modo diverso dallo stile curato e finito insegnato nelle accademie, e destinato a soggetti eroici; la firma del suo nome sulla cassa di legno rappresenta l’umiltà e un particolare interesse da parte del pittore per quella classe sociale.

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6. Lezione di anatomia del dottor Tulp (1632) di Rembrandt van Rijn

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Realizzato da Rembrandt nel 1632, oggi l’opera è conservata al Mauritshuis dell’Aia. Il dottor Tulp è ritratto nel momento in cui espone agli astanti il funzionamento dei tendini del braccio sinistro.

Da sottolineare come il gesto del medico sia molto simile anche a quello di un pittore quando tiene il pennello tra le dita; il dipinto, quindi, vuole sottolineare le similitudini tecniche ed impegnative tra medicina e pittura, e vuol quindi essere un contemporaneo elogio per entrambe.

Cosa curiosa è che l’immagine di questo quadro (la metà superiore, probabilmente per non rendere visibile il cadavere), è stata utilizzata per realizzare il logo dell’E.C.M. (Educazione Continua in Medicina), programma di aggiornamento professionale e scientifico del Ministero della Salute.

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7. Il bar delle Folies-Bergère (1881-1882) di Édouard Manet,

 Il bar delle Folies-Bergère di  Édouard Manet

ll bar delle Folies-Bergère (Un bar aux Folies Bergère) è un dipinto del pittore francese Édouard Manet, realizzato nel 1881-1882 e conservato alla Courtauld Gallery di Londra.

Manet, pur tra immani sofferenze fisiche, portò il dipinto a termine nel 1882 e lo espose al Salon, la mostra annuale ufficiale dell’Accademia di Belle Arti francese, dello stesso anno, dove conobbe un’accoglienza piuttosto tiepida.

L’attività artistica di Manet, tuttavia, volgeva ormai a una fine, e l’artista sarebbe morto l’anno successivo.

La vera protagonista del quadro è la cameriera che si erge al di là del bancone. Sappiamo che il suo nome è Suzon, e che prestava servizio alle Folies-Bergère intorno al 1880, proprio quando Manet eseguì l’opera.

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8. San Girolamo nello studio (1474-1475) di Antonello da Messina

Antonello da Messina St Jerome in his study National Gallery London

Dipinto di Antonello da Messina databile al 1474-1475 circa e conservato nella National Gallery di Londra. Una grande finestra ad arco di stile catalano si apre sullo studio di san Girolamo, il padre della Chiesa che tradusse la Bibbia, intento alla lettura come un dotto umanista.

Nonostante le piccole dimensioni, il dipinto assume un effetto monumentale grazie allo scandirsi dell’architettura catalana, che gioca con pieni e vuoti, e alla luce che colpisce il soggetto e che si infiltra dalle finestre sullo sfondo, facendo intravedere un paesaggio curato minuziosamente.

La prospettiva centrale fa convergere lo sguardo direttamente sulla figura del Santo, per poi allontanarsi man mano seguendo i dettagli dello studio. 

Sintesi di prospettiva e luce, il San Girolamo nello studio, è probabilmente l’opera che Antonello porta come “saggio di pittura” per il suo soggiorno veneziano (1475-1476), da mostrare come testimonianza alle future committenze.

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9. Il salvataggio (1855) di John Everett Millais

Il salvataggio (1855) di John Everett Millais

The Rescue (Il salvataggio) del 1855 è un dipinto di John Everett Millais che raffigura un pompiere che salva tre bambini dall’incendio di una casa, mentre la madre li accoglie tra le sue braccia.

Millais fu testimone della morte di un pompiere nel corso di un salvataggio e decise di ritrarre il soggetto. I vigili del fuoco erano stati trasformati solo di recente da imprese private dedicate alla protezione della proprietà a un’istituzione pubblica incaricata di proteggere innanzitutto la vita.

Millais cercò di creare i giusti effetti di luce e fumo utilizzando una lastra di vetro colorato e bruciando delle assi di legno. Questa enfasi sugli effetti fugaci del colore e della luce rappresentava una novità nella sua arte.

Il dipinto si distingue anche per le sue sorprendenti transizioni di colore, in particolare per l’effetto drammatico con cui la manica della camicia da notte della madre passa dal blu ardesia al rosa pallido. Questo ha portato a molti commenti critici all’epoca.

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10. American Gothic (1930) di Grant Wood

American Gothic (1930) di Grant Wood

American Gothic è un dipinto a olio del 1930, eseguito dall’artista statunitense Grant Wood. Raffigura un agricoltore che regge un forcone insieme a sua figlia davanti a una casa di legno in stile rurale “Carpenter Gothic”.

È una delle immagini più familiari dell’arte americana nel XX secolo, nonché un’icona universalmente riconosciuta.

Grant Wood voleva raffigurare i ruoli tradizionali dell’uomo e della donna nel Midwest, e molti interpretano il forcone che l’anziano regge come un simbolo del lavoro manuale.

Wood affermava di essersi ispirato a fotografie americane del tardo XIX secolo e sistemò i suoi modelli in un modo che ricordava i primordi della ritrattistica americana.

Grant Wood, che approfondì i suoi studi pittorici in Germania, sembra ispirarsi anche agli atteggiamenti ieratici dei personaggi della pittura gotico nord-europea, specialmente tedesca e olandese, che mostrano spesso volti in contrizione, irati, preoccupati o doloranti.

Con l’avvento della Grande depressione, il dipinto venne considerato come una rappresentazione dell’incrollabile spirito dei pionieri americani. Wood favorì questo cambiamento rinunciando alla sua vita da bohémien a Parigi per unirsi a pittori popolari del Midwest.

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