Dopo aver lottato contro una terribile malattia, oggi si è spento Gianluca Vialli, calciatore, dirigente sportivo e allenatore di calcio italiano, ma soprattutto un uomo esempio di tenacia e resistenza per come ha combattuto la malattia in questi anni.
Di lui ricorderemo una storia nella storia, quella che accomuna Gianluca Vialli con l’amico Roberto Mancini, entrambi classe 1964. Un rapporto quasi fraterno, ultratrentennale, che affonda le sue radici verso la fine degli anni Ottanta e che sembra degno di un romanzo, proprio come il rapporto tra Frodo e Sam ne “Il Signore degli Anelli“, l’amicizia tra Harry Potter e Ron Weasley o quella tra Huckleberry Finn e Tom Sawyer. Scopriamo le varie tappe che hanno consolidato questa amicizia, una storia degna di un classico della letteratura, non priva di sconfitte e di difficoltà, ma a cui il destino ha voluto assegnare un lieto fine nella notte di Wembley.
L’abbiamo voluta, l’abbiamo vinta e adesso abbracciamoci tutti insieme!#Euro2020 #ITA #ItaliaAustria pic.twitter.com/3MMvZakHio
— Roberto Mancini (@robymancio) June 26, 2021
Mancini e Vialli, la rivincita dopo 29 anni
Era il 20 maggio 1992 quando nel vecchio stadio di Wembley, al termine della finale di Coppa dei Campioni tra Sampdoria e Barcellona, Roberto Mancini e Gianluca Vialli si buttarono a terra, stanchi e sconfitti. I “gemelli del gol” che avevano l’anno prima vinto uno storico scudetto con la maglia blucerchiata persero il campionato europeo per club ai supplementari. Oggi, ad oltre 29 anni di distanza e sullo stesso campo, demolito e ricostruito, Roberto Mancini e Gianluca Vialli sono riusciti a prendersi una bella rivincita, stavolta in un torneo per Nazioni, vincendo la finale di Euro 2020 contro l’Inghilterra padrona di casa.
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Mancini e Vialli oggi non indossano più la maglia blucerchiata, bensì l’azzurro della nazionale, quell’azzurro che da giocatori non li ha mai visti, per diversi motivi, come protagonisti, ma che adesso nelle vesti rispettivamente di commissario tecnico e capo delegazione li vede sul tetto d’Europa.
Un rapporto oltre il campo da calcio
Prima di essere stati compagni di squadra e adesso membri dello staff della Nazionale, Mancini e Vialli sono uomini, con i loro pregi ed i loro difetti, con le proprie virtù ed i rispettivi problemi. Gianluca Vialli combatte dal 2017 contro un nemico invisibile: un tumore al pancreas. Un male con cui convive, ma che non gli ha evitato di poter dare il suo contributo per la Nazionale e di essere un esempio di grinta e tenacia per qui giocatori, come Florenzi, che dopo il trionfo di Wembley hanno voluto dedicare il trionfo proprio all’ex calciatore della Sampdoria.
Gianluca Vialli e l’esempio per il gruppo
Mancini sa bene quanto Vialli abbia lottato e continui ancora oggi ad andare avanti nonostante le difficoltà che la vita gli ha messo davanti Immaginiamo che anche per questo, avendo puntato tantissimo sui legami umani nell’allestire il “rinascimento italiano” della nazionale di calcio dopo la mancata qualificazione ai mondiali del 2018, lo ha voluto con sé nello staff della nazionale, insieme ad altri amici di quella Sampdoria come Attilio Lombardo e Fausto Salsano.
Altre storie di amicizia
La foto di quell’abbraccio resterà a lungo negli annali, oltre lo sport, perché è il simbolo della filosofia di una squadra capace di soffrire, un team che non crolla, si riorganizza e riparte, facendo leva in primis sui rapporti interpersonali. Rapporti interpersonali proprio come quelli tra giocatori, due in particolare: Giorgio Chiellini e Leonardo Bonucci.
Due calciatori che da oltre 12 anni condividono spogliatoio tra nazionale italiana e Juventus, oltre che andare d’accordo anche fuori dal campo come testimonia l’amicizia tra le rispettive famiglie e le vacanze che sono soliti trascorrere insieme. Per questo, anche quello tra Bonucci e Chiellini possiamo considerare un altro esempio di amicizia vera e sincera, che travalica ostacoli e sconfitte, proprio come siamo abituati a leggere in alcuni classici della letteratura.
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L’amicizia nella letteratura
Dal calcio torniamo alla letteratura: capita spesso che le storie raccontate nei libri di imbattersi in amicizie letterarie tra uomini. Nel nuovo secolo è stata coniata una parola apposita per definirle, “bromance”, nonostante questi rapporti siano vecchi di secoli, soprattutto per ciò che riguarda i romanzi. Alcuni esempi? Sherlock Holmes e Watson, Frodo e Sam, Huckleberry Finn e Tom Sawyer, Harry Potter e Ron Weasley. Tutte storie di solide amicizie, capaci di superare difficoltà e ostacoli, per arrivare a raggiungere grazie all’aiuto reciproco e allo spirito di gruppo grandi traguardi, proprio come capitato a Mancini e Vialli.
Photocredits: profilo Twitter Roberto Mancini