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Violenza sulle donne, perché “Siamo tutti in pericolo”

Dopo l'ultimo caso di femminicidio, raccogliamo alcune riflessioni sul tema e sull'importanza della cultura, dell'educazione e dell'impegno civile per estirpare la violenza di genere dalla società

Violenza sulle donne: “Siamo tutti in pericolo”. Ancora una volta tuonano le parole di Pasolini, forse le ultime, lasciate in custodia a Furio Colombo durante un’intervista poche ore prima che il Poeta venisse assassinato.

Siamo tutti potenzialmente vittime di una cultura misogina che alimenta la sua forza e il suo Potere sulla proprietà, opprimendo e negando la libertà. Una cultura che poggia su un sistema capitalistico, che educa al possesso mercificando e sacrificando intelligenze e corpi intimoriti e umiliati.

La violenza sulle donne in Italia

Cosa sta succedendo? Si tratta di una guerra antropologica di un male culturale e psicologico che non è mai casuale ma dà segnali di aggravamento che terminano nell’omicidio.

Un andamento storico inquietante fatto di una lunga scia di sangue che dall’inizio del 2023 a oggi conta 105 vittime di femmicidio. Una carneficina.

Alla genesi di questo massacro di genere, di ogni caso di violenza sulle donne fatto di feroci violenze c’è sempre una donna che decide di allontanarsi da una relazione tossica, ossessiva e possessiva che in nulla somiglia al sentimento più alto che è l’amore.

Donne che hanno subito o subiscono umiliazioni verbali, fisiche da parte di uomini vili che non conoscono altri linguaggi se non quello del comando, dell’umiliazione, della distruzione, dell’ossessivo possesso e prepotenza.

Uomini mossi dalla sopraffazione isterica e dalla precisa volontà di annullare i destini femminili.

Occorre un cambiamento

Per estirpare la violenza sulle donne dalla società, bisogna cambiare drasticamente così com’è drastica e disperata questa miserabile situazione. Dobbiamo farlo per Giulia Cecchettin, Francesca Romeo, Patrizia Vella Lombardi, Michele Faiers Dawn, Etleva Kanolja e tutte le altre donne, purtroppo troppe, morte a causa di una mano coercitiva e padrona.

Le parole perdono il loro valore e peso dal momento stesso in cui vengono dette se a onorarle non sono seguite dalla concretezza dei fatti.

A voi che vi aggrappate all’illusione di falsi proclami e promesse.

A voi che è successo a lei, ma per me è diverso.

A voi che posso cambiarlo.

A voi che se ha reagito con violenza è stata colpa mia.

A quell’ultimo fatale appuntamento, che sia solo il vuoto della vostra assenza a riempirlo data dalla vostra fermezza d’animo e scelta di andare dove la vostra presenza è essenza.

Storicamente la donna è stata succube di retaggi della società patriarcale che la incatenavano ai “doveri” morali, familiari, economici e sociali.

Oggi la vera rivoluzione femminista e risposta sociale è nell’emancipazione culturale e non soltanto nell’apparente rivendicazione di parità di ruoli sociali economici e/o professionali.

L’etica della convivenza e il rispetto

È doveroso ricordare che questa feroce violenza non è direttamente connessa con l’esclusiva natura dell’uomo in quanto l’aggressività e le sue forme appartengono alla comune natura umana, indipendentemente dal genere. 

Rivolgendoci alla sensibilità democratica di ciascuno, non si deve innescare un generalizzante antagonismo frammentato tra i sessi, questo significherebbe una sconfitta che scardina l’idea di amore, di rispetto, di equilibrio e di fiducia.

Gli Uomini, non sono lui.

Alla cultura, all’educazione a noi l’impegno civile di partecipare tutti insieme e con convinzione e decisa determinazione a trasmettere e diffondere l’etica della convivenza, di quei valori democratici universali quali la tolleranza, la cura, il rispetto dell’Altro che passa anche dal rispetto verso Sé. Solo così estirperemo la violenza sulle donne dalla società.

 

Maria Laura Chiaretti

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