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Recalcati: “L’odio nasce da un’impossibilità di elaborare le nostre ferite”

Tema della seconda puntata di "Lessico civile" è l'odio che, citando Lacan, è una passione lucida che colpisce al cuore il nemico

Tema della seconda puntata di “Lessico civile”  con Massimo Recalcati è l’odio che, citando Lacan, è una passione lucida che colpisce al cuore il nemico, l’odio è una pianificazione di annientamento. L’odio, infatti, mette in atto quelli che per la psicanalisi è il fenomeno della proiezione nei confronti dell’altro, l’io proietta ciò che non accetta di sé stesso. 

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Massimo Recalcati: “Tracciare il confine è il primo gesto della vita…”

Che cos’è il confine? E perché sentiamo il bisogno di attraversarlo? Sono solo alcune delle domande a cui Massimo Recalcati a prova a rispondere con “Lessico Civile”

La differenza fra odio e aggressività

La puntata si apre con la una scena tratta da “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto” di Elio Petri. Recalcati mette così in rilievo una delle caratteristiche principali dell’odio, la sua differenza rispetto all’aggressività. L’aggressività è sempre emotiva, disordinata, mentre l’odio è una passione lucida, colpisce al cuore il nemico. L’odio è una pianificazione, continua Recalcati. C’è qualcosa di solido nell’odio e implica che da una parte ci sia il puro colui che odia e l’impuro, colui che è odiato. Chi odia vince la paura, chi odia vince l’impurità. L’odio viene sempre prima dell’amore, diceva Freud. L’odio è la vita che difende sé stessa, si protegge dalla minaccia dell’altro. 

L’odio nasconde quello che non accettiamo di noi stessi

La proiezione è un processo inconscio che consiste nel mettere sull’altro quello che non accetto di me stesso. L’odio verso l’omosessuale nasconde in chi odia delle parti omosessuali rimosse, spiega Recalcati. Come il censore, tende a censurare le cose che più gli interessano. Noi odiamo l’altro non per ciò che dice o per ciò che fa, noi odiamo l’altro per quello che è nel suo essere. Odio per il colore della pelle, odio per il fatto di essere donna, odio per quello che l’altro è. L’odio è sempre razziale. L’odio sorge sempre da una impossibilità di elaborare le nostre ferite narcisistiche, le nostre perdite, i nostri lutti.

L’odio sospende la legge della parola

L’odio non è semplicemente odio del nemico, è odio per la parola, odio del linguaggio. Ovvero che quando c’è l’odio non c’è più la parola, non c’è più dialogo. L’odio sospende la legge della parola che ci rende umani, spiega Recalcati. L’odio vorrebbe raggiungere la sua meta direttamente, senza percorrere le strade tortuose del dialogo e del confronto. L’odio è anti-politico perché promette di raggiungere il suo obiettivo attraverso la via lunga della parola. Ci sono parole, però, che assomigliano a proiettili, a pietre. Parole che sono violente, parole che contraddicono la natura della parola. L’odio porta con sé uno snaturamento del linguaggio, il cosiddetto linguaggio dell’odio. 

Una poesia di Mariangela Gualtieri

“Io volevo solo un po’ d’amore,
che la mia offerta fosse accolta, volevo.
Un segno, anche modesto, che dicesse
va bene, così va bene.
Il tuo fare è buono, buoni i tuoi frutti.
La mia fatica è immensa.”

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