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“Ah l’avessi saputo”, la poesia di Patrizia Cavalli che celebra il potere dell’amore

Un bacio può aprire le vie dell'universo. Lo racconta Patrizia Cavalli nella sua meravigliosa poesia, "Ah l'avessi saputo".

Il potere di un bacio. Il potere dell’amore. Con la sua “Ah l’avessi saputo“, Patrizia Cavalli ci racconta la forza di un sentimento universale e singolare allo stesso tempo.

“Ah l’avessi saputo” di Patrizia Cavalli

“Ah l’avessi saputo
che bastava un bacio per aprirmi le vie dell’universo:
stelle e pianeti che si incrociano
parlando, costellazioni intere
che si intessono.
E io in mezzo a loro che le guardo
tessile ordito ardente
che reggo, e non domando”.

Un bacio rivela l’universo

La raccolta e i temi

Sono otto versi densi di immagini e significati, quelli che compongono “Ah l’avessi saputo”.

La poesia di Patrizia Cavalli è uno dei componimenti che hanno dato origine a Vita meravigliosa, ultima raccolta dell’autrice di Todi nonché forse la sua più amata.

In una mescolanza di stili e registri diversi, Cavalli affronta diversi temi fra cui spicca, appunto, quello dell’amore.

Il potere di un bacio

Ci si guarda. Ci si interroga. Ci si sfiora. Con un bacio, ci si fonde l’uno nel mondo dell’altro.

Tutti i dubbi, le fatiche, le paure che ci attanagliano scompaiono, spazzate via dalla forza di un’unione che dura un istante. Questo istante, però, ha il sapore dell’eternità. Chissà quante volte lo proponiamo e riproponiamo nelle nostre memorie, desiderosi di rivivere le stesse emozioni.

Chissà quante volte lo sogniamo, cercando un modo per percepire ancora una volta il ricordo del tocco delle nostre labbra su quelle della persona cui sono rivolti i nostri pensieri.

“Ah l’avessi saputo
che bastava un bacio per aprirmi le vie dell’universo”.

Con un bacio, anche i misteri più grandi e irrisolvibili si svelano ai nostri occhi. L’incomunicabilità non esiste più. Tutto acquista un senso nuovo: anche ciò che sembra non averne mai avuto.

Così, attraverso l’immagine dell’universo che si schiude e dei pianeti che si intrecciano, Patrizia Cavalli riesce a conferire al bacio la forma di una chiave preziosa, capace di aprire un varco a cavallo fra sogno e realtà.

“E io in mezzo a loro che le guardo
tessile ordito ardente
che reggo, e non domando”.

E non occorre porsi domande. Non è neanche minimamente concepibile. Tutto ciò che accade, in questo frangente, si spiega e si autentica da sé.

Patrizia Cavalli

L’autrice di “Ah l’avessi saputo” è nata a Todi il 17 aprile 1947 e scomparsa a Roma il 21 giugno 2022. La sua avventura nel mondo della poesia è cominciata con il trasferimento nella capitale, avvenuto nel 1968.

Nella capitale, infatti, l’autrice ha scritto le sue prime poesie e ha conosciuto Elsa Morante. Le due, divenute amiche, si sono frequentate parecchio e, come ha raccontato diverse volte Patrizia Cavalli, un giorno l’autrice de “La storia” e de “L’isola di Arturo” le ha chiesto: “Ma tu, insomma, che fai? ”.

Da quel momento, per Patrizia Cavalli è cominciato un incubo: la poetessa era terrorizzata all’idea che Morante potesse leggere, e soprattutto giudicare, le sue poesie. Lei stessa ha raccontato in un’intervista al Foglio di qualche anno fa di aver addirittura composto versi nuovi da sottoporre all’amica scrittrice:

“Per me è stato l’inferno. Ho cominciato a svicolare. Non andavo più a pranzo. Non mi facevo trovare, prendevo mille scuse, poi andavo a pranzo e lei subito: ma queste poesie?

E io: le sto ricopiando. Ogni volta: e queste poesie? E io sempre: le sto ricopiando. E lei: e che ricopierai mai! Ma io non le stavo ricopiando, le stavo scrivendo! Perché non ero stupida e avevo capito che quello che avevo scritto era orribile, era quanto di meno potesse piacere a Elsa”.

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