Racconti
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Isabella se ne stava seduta sulla panchina, indispettita dal mondo intero. A scuola aveva ricevuto l’ennesimo brutto voto e rischiava di perdere l’anno. Ma il rischio che più la tormentava era quello di perdere la propria famiglia. I suoi non facevano che litigare, si tradivano, e ne era certa, non avrebbero retto a lungo. Ben presto avrebbero divorziato. E lei? Lei era troppo giovane per essere sposata, ma aveva già alle spalle qualche storia andata male. I suoi diari erano pieni di frasi di rivolta, alternati a poesie mielose e cuori e teschi. Quando affermava qualcosa sul suo stato d’animo, Read more...
Bellissima!...e grigia. Anzi, intinta nelle sfumature del grigio: una piccola città in grigio-verde, percorsa da stradine, attraversata da marciapiedi e portici, forata da androni, sottopassaggi, rientranze e nicchie, piena degli echi di altri luoghi, di portoni che si aprivano più in là, che si lasciavano intravedere nella penombra. Il grigio era un pastello che si addensava nei porticati, ma senza mai mutarsi nel nero. Lo si sarebbe detto, piuttosto...un fumo di Londra?...una tinta indossata con disinvolta eleganza. Era una città che si lasciava prendere piano, con sapiente pazienza. Anche quella volta però era arrivato troppo presto: un viaggio senza contrattempi. Read more...
Ho una gravissima malattia. Ho un trauma giornaliero . La mia è una malattia progressivamente degenerante. Devo anche dire che oramai è diventata così parte di me che le ho voluto dare un nome : Francesca. Francesca, nonché mio trauma giornaliero, non è cattiva. Lei non ha idea di cosa sia un trauma giornaliero. Lei non sa di essere diventata la mia malattia. Probabilmente ora vi state chiedendo cosa sia esattamente un trauma giornaliero. Ebbene un trauma giornaliero è un trauma che decidi di procurarti. È un dolore che scegli di vivere. Si chiama trauma giornaliero perché ogni giorno in Read more...
Gli occhi scuri di Agira divennero notte fonda. Presero la dote dei buchi neri perché Michelangelo sentì di cascarci dentro. “Perché hai fatto una simile cosa, me lo disci?”. Si beò con la dolcezza che il suo accento marocchino donava all’idioma che aveva imparato ormai da anni mettendo piede in Italia ma non fu per il senso di colpa a cui Agira avrebbe voluto indurlo che Michelangelo capì di avere sba-gliato: avrebbe dovuto riporre la bottiglia, non farsi pescare alle sei e mezzo del mattino addormentato in cucina abbracciato allo Zabov. “Tu ora me lo disci!”. Non era solo furiosa, Read more...
La percezione di ciò che una madre è cambia con gli anni, le stagioni, con le lancette che scandiscono i secondi, con le età della vita. La ricerchi nelle parole, nei gesti e la ritrovi nei tuoi lineamenti, non del viso ma in ciò che lei ha lasciato inciso nell'anima, nelle parti di te che ti sembrano perdute e sono solo nascoste. Poi un giorno, vicino o lontano, anche tu sarai quella madre che volevi perfetta, percepirai il bisogno di essere amata per le tue imperfezioni stupende toccherai con la punta delle dita la comprensione e amerai tua madre per Read more...
Erano le quattro del pomeriggio di una magnifica giornata di giugno… Cielo sereno e sole in profusione… Due colleghi (amici?) viaggiavano nell’automobile aziendale, lungo l’ampio tratto di autostrada che, via via, li stava conducendo alla pallida e sbiadita città in cui avrebbero, l’indomani, dovuto avere un rilevante incontro di lavoro con alcune persone. Un tragitto completo di poco superiore ai duecentocinquanta chilometri… Tra Oscar e Morgan, soltanto la seguente imprevista discussione seppe rompere una triste e monotona silenziosità di parole, assecondata più che altro dall’esclusivo sottofondo musicale che proveniva dal rullio dell’autoradio. «Tra un paio di giorni ho il corso Read more...
3.25 del mattino. Non si vede una luce fuori. Nè un lampione, nè il faro di una macchina. Le finestre sono buie. Nessun suono, nessuna anima . Alzo la testa, si vede il mio fiato. C’è freddo, è una di quelle notti in cui venderesti l’anima al diavolo per una coperta. Le labbra e il naso sembrano fondersi con il mio respiro che colora di bianco questa notte. Non è una notte buia. E' una notte nera. Che sta nascosta negli angoli della città. Una notte pronta a spaventarti. Quando ero bambino, avevo sempre paura della notte, tutto diventava inquietante Read more...
La bambina la guardava, era bella la sua mamma mentre stirava. I capelli neri e lucidi, i grandi occhi a mandorla e un sorriso grande quanto il mondo. Mamma posso darti un bacetto? Capitava spesso alla piccola di desiderare quel bacetto. Così, all' improvviso glielo chiedeva e la sua mamma la accontentava sempre. Si chinava avvolgendola con il suo buon profumo di saponetta e di bucato fresco e la baciava apostrofandola con quell' espressione tutta siciliana: "Avanti un bacetto a gioia mia!." La piccola si godeva quel bacio e riprendeva i suoi giochi seduta su quel vecchio plaid a quadri Read more...
Quel lunedì mattina Fabio si era svegliato male. La notte era stato molto agitato; aveva fatto bagordi fino a tardi, com’era d’abitudine. Alzarsi, per andare a lavorare, era sempre stato per lui un grosso problema esistenziale, perché gli piaceva essere libero e decidere del suo tempo. Già ai tempi della scuola, tutte le sante mattine era una lagna continua al momento che doveva alzarsi. Malgrado ciò aveva conseguito una laurea in medicina ed era riuscito a trovare subito un lavoro presso l’ospedale della sua città e questo gli permetteva di avere del tempo libero, anche perché effettuava i turni. Lo Read more...
Lo chiamavano “ Il Guatemalteco”. Forse per via di quel colorito olivastro della pelle. Fumava sigari e spacciava donne. Ma talvolta si dilettava nel contrario. L’eco dei suoi stivali alla ussara impolverati annunciava il suo arrivo come una colonna sonora di un film di Sergio Leone. Non aveva armi, o almeno nessuno gliene aveva mai viste usare. Ma si vociferava tenesse una Smith & Wesson del 1975 nascosta nello stivale di sinistra. Era mancino. Sputava catarro e sentenze a volontà (più l’uno che le altre, ma poteva variare secondo le occasioni). Trapiantato in quella grande città all’età di ventitrè anni, Read more...