Erano le quattro del pomeriggio di una magnifica giornata di giugno… Cielo sereno e sole in profusione… Due colleghi (amici?) viaggiavano nell’automobile aziendale, lungo l’ampio tratto di autostrada che, via via, li stava conducendo alla pallida e sbiadita città in cui avrebbero, l’indomani, dovuto avere un rilevante incontro di lavoro con alcune persone. Un tragitto completo di poco superiore ai duecentocinquanta chilometri… Tra Oscar e Morgan, soltanto la seguente imprevista discussione seppe rompere una triste e monotona silenziosità di parole, assecondata più che altro dall’esclusivo sottofondo musicale che proveniva dal rullio dell’autoradio.
«Tra un paio di giorni ho il corso biblico!… Meno male, così mi riposo un po’!… Sai, Morgan, leggendo la Bibbia, mi rassereno!… Mi distendo i nervi!…», esclamò Oscar, quasi erompendo, probabilmente per stemperare il nervosismo che stava accumulando a rimuginare sulle lunghe ore di percorso che ancora lo attendevano alla guida della macchina.
«Io, a tal proposito, è da parecchio che non sto leggendo più la Bibbia!», replicò Morgan, seduto davanti, in una posizione alquanto impropria, dalla parte del lato passeggeri, quasi che le asserzioni dell’individuo che tra loro fungeva da autista gli avessero riportato alla mente quanto appena dichiarato.
«Per quale motivo?», chiese Oscar, leggermente perplesso.
«Mi fa bene…», fece caustico l’apparentemente fuggevole Morgan.
«In che senso?», domandò allora incuriosito Oscar, ergendo per un attimo la mano destra dal volante al fine di sfregarsi il naso.
«Nel senso che ho ritrovato la fede!», proruppe d’un subito il passeggero, come se si fosse affrancato da un peso.
Il “compagno di ventura”, pur seguitando a guidare, restò piuttosto confuso dinanzi alle singolari parole spiccate da Morgan.
«Vedi…», proseguì pressoché immantinente il passeggero, «Tutte le volte che leggevo la Bibbia, stavo sul serio male… Più la leggevo, più la mia fede vacillava… Lo avevo notato numerosissime volte, Oscar… Un giorno, però, era una sera di sei mesi fa, ho tolto tutte le astruse letture bibliche da mezzo e sono cambiato, divenendo finalmente calmo, placido e sereno… La mia fede ne è uscita più forte, più salda e io mi sento veramente meglio!».
I due, orbene, giunsero infine al gorgo dei caselli… Un nugolo di veicoli occludeva invero il porto del mare autostradale in attesa di rimettersi in marcia, pressappoco alla stessa stregua delle imbarcazioni che ingolfano le zone portuali prima del bramato disancoraggio… Anche se erano ormai passate le venti e trenta, il cielo era sempre limpido… Il sole, qualche ora avanti traboccante come non mai, era, stando così le cose, tramontato già da un bel pezzo… Oscar, dopo aver sceverato una tra le molte file, si incolonnò nella medesima… Qui, tra i tanti venditori ambulanti insolitamente ancora presenti a quell’ora ormai tarda, vi era finanche un venditore di Bibbie… I due colleghi si stupefecero un po’… Giammai, Oscar e Morgan avevano visto prima d’ora esemplari tali di ambulanti!… Entrambi, insomma, avevano davanti agli occhi, per la prima volta, un ambulante di tal genere… Il venditore di Sacre Scritture, allora, sentendosi osservato, si approssimò al finestrino, dalla parte del conducente, e disse, volgendosi in ogni modo ad ambedue: «Vi prego, aiutatemi, solo dieci euro ognuna!», e sollevandone una dal capiente contenitore in cui erano riposte le varie Bibbie, la ostentò ai due. Presumibilmente, il prezzo di dieci euro era anche esagerato, trattandosi in realtà, almeno prima facie, di Bibbie affatto scadenti, di bassa qualità.
«No, non ci servono!», fece il conducente, con timbro risoluto.
«Vi prego, signori!», proferì l’ambulante, stavolta fissando soltanto dalla parte del lato passeggeri… Quest’uomo dall’aspetto disordinato aveva il volto e le movenze di un nitore assai delinquenziale. Nondimanco, il tono della sua voce era alquanto infuso di una poco melliflua pacatezza.
«Come mai vendi delle Bibbie?», investigò allora Morgan, tanto intrigato.
«Per vivere, signore!», e nel frattempo lanciò al (per lui) buon passeggero un’occhiata penetrante.
«Ma non è usuale!», ribatté con naturale improntitudine l’individuo che era seduto al fianco di Oscar.
«Lo so… ma tant’è…», soggiunse l’ambulante, grattandosi un paio di volte la folta barba color paglia, «Ho provato a vendere altro, mio caro signore, ma non mi è andata bene!… Ora provo con le Bibbie. Non si sa mai!… A questo punto non saprei più cos’altro vendere!… Si figuri che da quando vendo Bibbie, gli altri ambulanti, per prendermi in giro, mi chiamano l’enciclopedista!… Ma io vendo Bibbie, non enciclopedie!», e sorrise imprudentemente di un ghigno falso; dopodichè, riprendendo quasi all’istante il filo di quel per lui utile discorso non tanto affine ad un imbonimento, chiese: «Allora? Che facciamo?».
Intanto l’automobile guidata da Oscar procedeva lentamente nel traffico, a mano a mano che la fila si liberava; l’ambulante seguiva ogni minimo spostamento della medesima, cercando addirittura di non staccare per nulla il suo nero sguardo caprino dalla visuale una volta obliqua, un’altra volta storna che gli si prospettava dall’esterno del finestrino.
«Va bene, dammela!», pronunciò reciso Morgan. E dopo che l’ambulante gli consegnò la Bibbia, lui gli porse i dieci euro.
«Dài, prendila anche tu!», fece il passeggero, rivolgendo, per di più in modo un poco autoritario, il suo sguardo al non molto amicale Oscar.
«Okay», assentì il conducente, dopo un’iniziale ritrosia, «facciamo la nostra buona azione quotidiana!». E la acquistò anche lui.
«Grazie! Grazie!», braì l’ambulante, allontanandosi non poco velocemente tra la calca degli autoveicoli, come un bambino che si dà alla fuga dopo aver compiuto una grande marachella.
I nostri, in un tempo successivo, poi che furono arrivati vicini vicini al casello, lo imboccarono, pagarono l’ineluttabile elevato pedaggio ed uscirono, in pronto, dall’autostrada.
«Ottime!», fece Morgan, sfogliandole non tanto fugacemente entrambe, «Sembravano peggio. Ma invece… Le copertine non sono un granché, ma all’interno… le pagine, sono di buonissima fattura, con eccellenti traduzioni!».
Una volta giunti in città, i tenaci viaggiatori, dopo essersi appena appena orientati nel per loro novello territorio urbano, riuscirono, non senza qualche difficoltà, a recarsi, in conclusione, al prenotato albergo… Il giorno seguente si sarebbero messi in azione per il sospirato incontro di lavoro… Ora, però, si dovevano riposare dopo il lungo e stressante viaggio, tirare il fiato, in breve, ristorarsi. Dovevano altresì dormire un po’, per essere freschi, l’indomani, per il colloquio con gli stimati compratori… Ciascuno, dunque, si ritirò nelle proprie camere. Il conducente Oscar nella centodue, il passeggero Morgan nella centotré… Dopo essersi fatti una rigenerante e rinfrescante doccia, cenarono, ognuno nella propria camera… Prima di andare a dormire, Oscar, nel letto, decise di sfogliare la Bibbia comperata e di mettersi a leggere qualche versetto in ispecie per tentare di assopirsi in modo più soddisfacente. Poscia essersi disteso in posizione supina, si mise a rivedere il capitolo I del Libro di Ezechiele, in particolare il versetto 13, ma anche i susseguenti. Leggendo leggendo, si addormentò della grossa… Pure Morgan, all’unisono, aveva deciso di mettersi a leggere, un po’ prima di adagiarsi. Non avendo altro da leggere, pensò, non ostante la sua recente ritrosia per le Sacre Scritture, di mettersi a leggere, prono in mezzo al letto, un versetto di qualche Libro della Bibbia – in maniera affatto stocastica, senza una scelta ben precisa del Libro da studiare –, il tutto non esclusivamente per meglio conciliare il sonno e la sua voglia di addormentarsi… Così, leggere, in definitiva, semplicemente per fare qualcosa di ameno… Ecco che allora, aprendo la Bibbia, notò sgomento che vi erano solo pagine bianche, senza inchiostro, laddove – egli ne era senza possibilità di dubbio sicuro –, nel momento in cui aveva sfogliato il sacro libro nell’auto, quest’ultimo gli era parso pieno zeppo di pagine scritte!… Al posto del groviglio di inchiostro, adesso, unicamente pagine bianche!… Soltanto raccapriccianti pagine bianche!… Meditando a menadito su questa non poco trascurabile bizzarria, il serio Morgan, del tutto impressionato, sconcertato e turbato, non riuscì più assolutamente a prendere sonno, restando desto nel letto fino ad inoltrato mattino, in posizione prona, con lo sguardo rivolto a scrutare il niente…
«Hai capito l’ambulante?!… Che treccone, che mestatore!… Ci ha abbindolato!… Soltanto che a me è capitata quella buona e a te…», si affaccendò ad enunciare Oscar, interamente agghindato, con espressione e tono poco meno che irridente, quando Morgan lo intoppò (erano le dieci) per l’appuntamento che avevano con gli acquirenti in tarda mattinata e gli raccontò ogni cosa, facendogli perfino osservare la Bibbia cavata, lì per lì, dalla sua valigetta.
«Ma ti assicuro che io le avevo controllate entrambe in modo minuzioso!… È indubbio che fossero tutte e due…».
«Ti sarai confuso!», disse un’altra volta Oscar, troncando il discorso gemebondo del compagno di viaggio, con fare lievemente diffidente, «In ogni caso, ormai è andata… Addio ai dieci euro!… Non ci pensare più!… Considera solo il fatto che ci attende una ulteriore giornata faticosa!», e si allontanò con prontezza in direzione dell’ascensore.
Morgan, fuori della sua stanza, in piedi, pur tuttavia non smetteva di ponderare, con inquietudine e timore, sull’anomalo fenomeno della “Bibbia dalle bianche pagine”, essendo sicurissimo, indubitabilmente, ora più di prima (anche dopo le parole suppergiù consolanti dell’amico del giaguaro), che ambedue le Sacre Scritture, nell’istante in cui erano state da lui sfogliate nell’auto, si presentavano condensate di pagine scritte, con tutti i libri, i capitoli e i versetti loro propri. Dopo di poi, ancora pensosamente angosciato, ripose di nuovo il sacro libro nella sua ventiquattrore di colore scuro e si indirizzò anch’egli presso l’ascensore con un passo più o meno oscillante, sforzandosi, comunque, se non altro per l’intera mattinata, di elucubrare il meno possibile sull’insolito avvenimento della “Bibbia dalle bianche pagine”…
Fabio Testaverde