Walt Whitman (1819-1892) è considerato il padre della poesia americana. Con la sua produzione, ha inaugurato l’uso del verso libero e ha dato avvio a una stagione poetica nuova ed imprevedibile. I suoi versi sono dedicati a tematiche come la storia degli Stati Uniti, il ruolo del poeta nella società, le sue emozioni, le sue sensazioni, l’amore – in senso fisico e platonico –, la natura.
La poesia di Walt Whitman
La poesia che condividiamo, “Noi due, quanto a lungo fummo ingannati”, si riferisce proprio alla natura, con particolare riferimento al rapporto che la lega all’essere umano. Leggiamo “Noi due, quanto a lungo fummo ingannati” di Walt Whitman, in versione originale e in traduzione italiana.
We two, how long we were fool’d
We two, how long wewerefool’d,
Now transmuted, we swiftly escape as Nature escapes,
We are Nature, long bave we been absent, but now we
return,
We become plants, trunks, foliage, roots, bark,
We are bedded in the ground, we are rocks,
We are oaks, we grow in the openings side by side,
We browse, we are two among the wild herds
spontaneous as any,
We are two fishes swimming in the sea together,
We are what locust blossoms are, we drop scent around
lanes mornings and evenings,
We are also the coarse smut of beasts, vegetables.
minerals,
We are two predatory hawks, we soar above and look
down,
We are two resplendent suns, we it is who balance
ourselves orbic and stelIar, we are as two comets,
We prowl fang’d and four-footed in the woods, we
spring on prey,
We are two clouds forenoons and afternoons driving
overhead,
We are seas mingling, we are two of those cheerful
waves rolIing aver each other and interwetting each
other,
We are what the atmosphere is, transparent, receptive,
pervious, impervious,
We are snow, rain, cold, darkness, we are each product
and influence of the globe,
We bave circled and circled till we bave arrived home
again, we two,
We bave voided alI but freedom and alI but our own joy.
Noi due, quanto a lungo fummo ingannati
Noi due, quanto a lungo fummo ingannati,
ora metamorfosati fuggiamo veloci come fa la Natura,
noi siamo Natura, a lungo siamo mancati,
ma ora torniamo,
diventiamo piante, tronchi, fogliame, radici, corteccia,
siamo incassati nel terreno, siamo rocce,
siamo querce, cresciamo fianco a fianco nelle radure,
bruchiamo, due tra la mandria selvaggia, spontanei
come chiunque,
siamo due pesci che nuotano insieme nel mare,
siamo ciò che i fiori di robinia sono, spandiamo profumi
nei sentieri intorno i mattini e le sere,
siamo anche sterco di bestie, vegetali, minerali,
siamo due falchi, due predatori, ci libriamo in alto
nell’aria e guardiamo sotto,
siamo due soli splendenti, siamo noi che ci bilanciamo
sferici, stellari, siamo come due comete,
vaghiamo con due zanne e quattro zampe nei boschi,
ci lanciamo sulla preda,
siamo due nuvole che mattina e pomeriggio avanzano
in alto,
siamo mari che si mescolano, siamo due di quelle felici
onde che rotolano una sull’altra e si spruzzano
l’un l’altra,
siamo ciò che l’atmosfera è, trasparente, ricettiva,
pervia, impervia,
siamo neve, pioggia, freddo, buio, siamo ogni prodotto,
ogni influenza del globo,
abbiamo ruotato e ruotato finché siamo arrivati di nuovo
a casa, noi due,
abbiamo abrogato tutto fuorché la libertà, tutto fuorché
la gioia.
La natura e l’inganno
Sono diverse le domande che ci poniamo dopo aver letto questa poesia. Prima fra tutte, cosa sta cercando di descrivere Walt Whitman? E poi, a cosa si riferiscono il titolo e i primi versi del componimento, quando si parla di “inganno”? Per rispondere a entrambi gli interrogativi, occorre andare a fondo, immergersi nella profondità di questo componimento, che si configura come un vero e proprio spazio di intimità fra l’io lirico e la natura.
Qui, infatti, non è la coppia – identificata per la prima volta con il “noi due” del titolo – ad essere protagonista del componimento, come saremmo portati a pensare di primo acchito. Non sono versi d’amore quelli che abbiamo letto.
Siamo dinanzi ad un esercizio di stile: Walt Whitman cerca di rendere manifesta l’ispirazione che lo induce a scrivere, e lo fa sfruttando una tematica a lui cara, quella della natura.
A molti di noi verrà in mente qualche frammento di dannunziana memoria. “La pioggia nel pineto” sembra avvicinarsi alla struttura e all’atmosfera di “Noi due, quanto a lungo fummo ingannati”. Tuttavia, qui al centro della poesia non ci sono due amanti che si sentono parte della natura in quanto uniti dalla forza del sentimento.
Walt Whitman scrive infatti di due esseri umani che, in quanto tali, si fondono con la natura, con ciascun elemento di essa, dal verde dei boschi ai predatori, dai sassi alle onde del mare. Felici e pieni di vitalità, i due si librano in aria, nuotano come pesci, volano come vento, rotolano come sassi.
E qui giungiamo all’inganno. Qual è l’inganno che a lungo ha traviato i protagonisti del componimento di Walt Whitman?
Mai, prima di questo momento, i due avevano compreso quanto forte fosse il loro legame con la natura, quanto essa fosse radicata in loro e nelle loro vite. E anche noi, alla fine, dopo aver letto la splendida poesia di Walt Whitman, ci sentiamo un po’ come l’io lirico, reduci dalla scoperta del nostro legame con la natura e con tutto ciò che ci circonda. Una poesia mistica, capace di suscitare emozioni indicibili.