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“Una piccola ape furibonda”, la poesia di Alda Merini sulla sua vita

Il 20 maggio è la Giornata mondiale dedicata alle api, preziosissimi insetti impollinatori che stanno via via scomparendo. Per l’occasione, condividiamo “Una piccola ape furibonda”, una poesia di Alda Merini.

Una poesia di Alda Merini con le api come metafora della sua vita. Le api sono fra gli esseri viventi più preziosi per la sopravvivenza dell’ecosistema. Dal loro lavoro dipende la vita di piante, fiori selvatici e dei raccolti alimentari di tutto il mondo. Questi piccoli insetti impollinatori stanno purtroppo scomparendo a causa dell’agricoltura intensiva, dell’utilizzo dei pesticidi e, ultimo ma non per importanza, dell’inquinamento atmosferico.

Per tutte queste ragioni, il 20 dicembre 2017 l’Assemblea delle Nazioni Unite ha istituito la Giornata mondiale delle api, che si celebra ogni anno il 20 maggio e che rappresenta un’occasione per sensibilizzare istituzioni e privati cittadini sull’importanza di questi preziosi impollinatori.

Per l’occasione, vogliamo condividere con voi “Una piccola ape furibonda”, una poesia scritta da Alda Merini in cui l’ape è il fiore all’occhiello dei versi: attraverso la metafora dell’ “ape furibonda”, infatti, Merini colpisce il lettore, che rimane affascinato ma anche atterrito dalle parole dell’autrice in merito alla vita, alla morte, al tempo e all’amore.

Una piccola ape furibonda

Chi regala le ore agli altri vive in eterno
Gli orologi non sono mai andati agli appuntamenti.
Si può essere qualcuno semplicemente pensando.
La nevrosi è qualche cosa di circoscritto al pube.
C’è chi si masturba per non perdere l’orientamento.
Il sesso è sempre stato il puntiglio di Dio.
Il sesso è sempre stato il grande puntiglio di Dio.
Il mio letto è una zattera che corre verso il divino.
Si va in manicomio per imparare a morire.
Nessuno mi pettina bene come il vento.
La pazzia mi visita almeno due volte al giorno.
Confondere la merda con la cioccolata
è privilegio di persone colte.
Sono una piccola ape furibonda.
Sono una piccola ape furibonda.
La nudità mi rinfresca l’anima.
Ho avuto trentasei amanti più iva.
Nessuno rinuncia al proprio destino
anche se è fatto di sole pietre.
I folli sono quelli che resistono agli amori facili.
Non ho paura della morte ma ho paura dell’amore.
Ogni uomo inventa il suo tipo d’amore.
Ci sono giorni che non si staccano dalle pareti.
Ci sono notti che non accadono mai.
Illumino sempre gli altri
ma io rimango sempre al buio.
Sono una piccola ape furibonda.
Sono una piccola ape furibonda.

Alda Merini 

Alda Merini è nata a Milano il 21 marzo 1931. Poetessa e scrittrice, si è sempre distinta per l’impressionante intimità raccontata nelle sue opere.

Voce tormentata dagli eventi del suo tempo e da un malessere interiore che ha sempre cercato di esprimere attraverso la scrittura, Alda Merini ha esordito giovanissima, a soli 15 anni, sotto la guida di Giacinto Spagnoletti, scopritore del talento artistico della ragazza.

Nel 1947 viene internata per la prima volta in una clinica, reduce dall’incontro con “le prime ombre della sua mente”. Da quel momento in avanti, la vita di Alda Merini è caratterizzata dal ricovero in varie case di cura, da periodi di desolata solitudine e silenzi inenarrabili. Nonostante le difficoltà psichiche,  Alda Merini è riuscita a lasciarci in eredità una vastissima produzione, fra versi, opere in prosa e aforismi, carica di profondità ed emozione, espresse in modo assolutamente distintivo e personale.

Le poesie di Alda Merini e i suoi aforismi sono diventati parte integrante della nostra cultura e del nostro immaginario collettivo proprio grazie alla forza evocativa di cui i versi di questa splendida autrice sono intrisi. Celeberrimo, fra tutti, il componimento “Sono nata il 21 a primavera”, reso famoso anche per merito della versione musicata e cantata da Milva (Milva canta Merini, 2004).

Alda Merini ci ha lasciati a Milano, il 1° novembre 2009.

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