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“Un’armonia mi suona nelle vene”, la poesia di Alda Merini che racconta la meraviglia della rinascita

"Un'armonia mi suona nelle vene": è il dolore e la meraviglia della metamorfosi, di una rinascita che sa di primavera e di nuovi inizi.

Alda Merini è una delle poetesse italiane contemporanee più amate. “Un’armonia mi suona nelle vene”, tratta dalla raccolta “La Terra Santa”, racconta attraverso il mito di Apollo e Dafne il processo di metamorfosi della poetessa milanese. Una poesia profondamente primaverile, che invita a guardare alla vita con rinnovato stupore.

Il mito di Apollo e Dafne

Apollo, divinità solare dalla bellezza ardente, ottiene tutto ciò che desidera. È perfino riuscito nell’impresa di annientare il serpente Pitone con i suoi dardi, e non cessa di vantarsene, al punto da deridere Eros, domandandogli se anche lui potesse gloriarsi di azioni tanto illustri. Dafne è una Naiade, una splendida ninfa d’acqua dolce, amante della natura e della libertà.

Apollo e Dafne sono intimamente legati alla genesi di  “Un armonia mi suona nelle vene”.

La vita di queste due figure mitologiche si intreccia quando Eros decide di vendicarsi di Apollo e della sua vanagloria. La divinità dell’amore scaglia due frecce: una per far innamorare Apollo, una per rendere Dafne immune al sentimento.

Apollo non riesce a non pensare a Dafne. La insegue dappertutto; non si arrende al rifiuto della bella ninfa dei fiumi. La figlia di Peneo e di Gea non può che chiedere aiuto ai genitori, che pur di soccorrerla ed impedire l’unione con Apollo la trasformano in una specie vegetale: un albero di alloro. La scena, in tutta la sua forza drammatica, vi sarà piuttosto familiare: è stata scolpita nel marmo dal Bernini, ed oggi è conservata alla Galleria Borghese di Roma.

Alda Merini e la metamorfosi

“Un armonia mi suona nelle vene” racconta la metamorfosi di Alda Merini accostandola a quella di Dafne che rifugge Apollo: la poetessa trasmigra in una forma altra, diversa da quella comune.

Ma è spaventata da tale metamorfosi. A differenza di Dafne, desidererebbe, a volte, che il suo Apollo la trattenesse da questa rinascita talvolta dolorosa.

Nonostante il timore e i tentennamenti, tuttavia, il processo di trasformazione è una vera e propria rinascita, una sofferenza necessaria, diremmo, per giungere ad una forma nuova che non teme il buio:

“eppure mentre mi trasmigro
nasce profonda la luce”.

“Un’armonia mi suona nelle vene” di Alda Merini

“Un’armonia mi suona nelle vene,
allora simile a Dafne
mi trasmuto in un albero alto,
Apollo, perché tu non mi fermi.
Ma sono una Dafne
accecata dal fumo della follia,
non ho foglie nè fiori;
eppure mentre mi trasmigro
nasce profonda la luce
e nella solitudine arborea
volgo una triade di Dei”.

Alda Merini

Alda Merini è nata a Milano il 21 marzo 1931. Poetessa e scrittrice, si è sempre distinta per l’impressionante intimità raccontata nelle sue opere. Voce tormentata dagli eventi del suo tempo e da un malessere interiore che ha sempre cercato di esprimere attraverso la scrittura, Alda Merini ha esordito giovanissima, a soli 15 anni, sotto la guida di Giacinto Spagnoletti, scopritore del talento artistico della ragazza.

Nel 1947 viene internata per la prima volta in una clinica, reduce dall’incontro con “le prime ombre della sua mente”. Da quel momento in avanti, la vita di Alda Merini è caratterizzata dal ricovero in varie case di cura, da periodi di desolata solitudine e silenzi inenarrabili. Nonostante le difficoltà psichiche, Alda Merini è riuscita a lasciarci in eredità una vastissima produzione, fra versi, opere in prosa e aforismi, carica di profondità ed emozione, espresse in modo assolutamente distintivo e personale.

Le poesie di Alda Merini e i suoi aforismi sono diventati parte integrante della nostra cultura e del nostro immaginario collettivo proprio grazie alla forza evocativa di cui i versi di questa splendida autrice sono intrisi. Celeberrimo, fra tutti, il componimento “Sono nata il 21 a primavera”, reso famoso anche per merito della versione musicata e cantata da Milva (Milva canta Merini, 2004).

L’autrice di “Un armonia mi suona nelle vene” ci ha lasciati a Milano, il 1° novembre 2009.

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