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“Tempo”, la poesia di Antonia Pozzi ci insegna che tutto è relativo

Il tempo è relativo. Ce lo racconta Antonia Pozzi nella sua dolce e romantica poesia dedicata all'uomo che ama.

Sul tempo e sulla sua natura sono stati scritti fiumi di parole e create innumerevoli opere d’arte.

Scrittori, filosofi, storici, pittori e cantanti, poeti… mentre la nostra vita scorre, ci interroghiamo sul suo fluire. Da sempre.

Con delicatezza e amore, Antonia Pozzi ci racconta del tempo e del suo scorrere nella bellissima poesia “Tempo“, composta il 28 maggio 1935.

Tutto è relativo

Il lunedì sembra fatto di 48 ore, la domenica di 8; ciò che per me si dipana con una lentezza indicibile, per te si consuma come un fiammifero.

Così, mentre il destinatario della poesia di Antonia Pozzi – verosimilmente si tratta di Antonio Maria Cervi – dorme, tutto attorno a lui e fuori da lui è sveglio, si muove, vive.

Dal clima che cambia sulla montagna al prato che si popola di rugiada e di creature viventi; dai raggi del sole che si infiltrano fra le fronde degli alberi alla pioggia che ricopre con le sue orme i sentieri.

E, mentre lui dorme, la poetessa veglia sull’amore che li lega, sperando che un giorno possa realizzarsi appieno, alla luce del sole. L’immagine del mughetto, fiore porta fortuna simbolo di positività, amore e felicità che ritorna, è eloquente. Così come lo è il desiderio di abbandonare la casa natìa in cerca dei boschi in cui errare.

Uno dorme sereno, reiteratamente tranquillo, ignaro. L’altra desidera, prega, veglia. Il mondo e la vita tessono il loro ordito senza mai stancarsi. Tempo. Vita. Sogno. Tutto è relativo. Anche noi, del resto.

“Tempo” di Antonia Pozzi

I
Mentre tu dormi
le stagioni passano
sulla montagna.
La neve in alto
struggendosi dà vita
al vento:
dietro la casa il prato parla,
la luce
beve orme di pioggia sui sentieri.
Mentre tu dormi
anni di sole passano
fra le cime dei làrici
e le nubi.

II
Io posso cogliere i mughetti
mentre tu dormi
perché so dove crescono.
E la mia vera casa
con le sue porte e le sue pietre
sia lontana,
né io più la ritrovi,
ma vada errando
pei boschi
eternamente –
mentre tu dormi
e i mughetti crescono
senza tregua.

Antonia Pozzi

Antonia Pozzi nasce a Milano il 13 febbraio del 1912, da una famiglia di ottima estrazione sociale. Il padre, infatti, è un affermato avvocato, mentre la madre appartiene a una famiglia nobile del posto.

La piccola Antonia cresce in un ambiente vivace, in cui la cultura e le arti rivestono un ruolo fondamentale. Studia con fervore lingue classiche e moderne, si cimenta negli sport più disparati, fa la conoscenza di numerose personalità di spicco interessanti dell’epoca.

Il destino della giovane sembra segnato, sin da quando inizia a comporre le prime poesie, ancora adolescente.

Antonia studia nel Regio Liceo – Ginnasio Alessandro Manzoni di Milano, dove intreccia con il suo professore di latino e greco, Antonio Maria Cervi, una relazione che verrà interrotta nel 1933 a causa delle forti ingerenze da parte dei genitori della giovane e di cui, tutt’oggi, non si hanno tutti i dettagli.

Le uniche notizie in merito arrivano dalle testimonianze degli amici della coppia, dall’opera di Antonia e dai suoi documenti, che probabilmente hanno subito diversi rimaneggiamenti da parte di terzi intenzionati a far dimenticare la relazione con il professore.

Nel 1930, l’autrice di “Tempo” si iscrive alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Milano, precisamente al corso di laurea in Filologia moderna. Qui frequenta coetanei quali Vittorio Sereni, suo amico fraterno, Enzo Paci, Luciano Anceschi e Remo Cantoni. Muore a soli ventisei anni: è una sera nevosa di dicembre del 1938 quando Antonia decide di abbandonare la vita ingerendo dei barbiturici.

Di lei rimangono le splendide poesie, dentro cui ha saputo incapsulare la sua anima.

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