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“Segui l’amore” di Khalil Gibran, la poesia sulla purezza dell’amore

Esistono così tante forme d'amore che elencarle risulterebbe impossibile. Dovremmo sempre agire per amore, nella vita. In questa profonda e romantica poesia, Khalil Gibran descrive la condizione di “assoluto” a cui ci eleva questo sentimento.

Khalil Gibran, poeta libanese diventato particolarmente celebre per la sua opera “Il Profeta”, è il poeta dell’amore e dell’amicizia, che ha saputo descrivere la purezza di questi due forti sentimenti. In questa poesia, breve ma particolarmente significativa, Gibran scrive della condizione libera e incondizionata dell’amore, in grado di guidarci nella nostra vita.

“Segui l’amore”, la poesia di Khalil Gibran

“L’amore non dà nulla fuorché sé stesso
e non coglie nulla se non da sé stesso.
L’amore non possiede,
né vorrebbe essere posseduto
poiché l’amore basta a all’amore”.

“Love gives nothing but itself”

“Love gives nothing but itself,
and takes nothing but from itself.
Love does not possess,
nor would it be possessed.
Love has no other desire but to fulfill itself”.

Amare con libertà e purezza

L’amore basta all’amore. La sua esistenza riempie ogni angolo delle nostre vite e noi ci eleviamo a qualcosa di assoluto e Indefinibile. Questo, per Khalil Gibran, è l’amore. Un sentimento totalizzante che ci prende per mano e ci accompagna lungo un cammino unico, in grado di farci vivere gli aspetti più positivi della vita.

“L’amore non possiede, né vuole essere posseduto”, scrive il poeta. Perché la condizione necessaria per questo sentimento è proprio la libertà, la libertà di esprimersi nella forma più pura.

Khalil Gibran

Nato in Libano nel 1883 ed emigrato negli Stati Uniti per ragioni economiche, Khalil Gibran è stato un importante scrittore e poeta divenuto celebre per “Il Profeta”, la bellissima raccolta poetica pubblicata per la prima volta nel 1923 in lingua inglese e in seguito tradotta in moltissime lingue.

Quello di Khalil Gibran è un testo in cui si intrecciano immagini e simboli di ogni religione e filosofia, dove civiltà occidentale e orientale si mescolano, dando vita a una poesia di grande suggestione caratterizzata dall’uso del verso libero.

“Il Profeta”

Dopo alcuni anni trascorsi in terra straniera, Almustafa (ovvero l’eletto di Dio), sente che è giunto il momento di fare ritorno all’isola nativa. In procinto di salpare egli affida al popolo della città di Orphalese un prezioso testamento spirituale: una serie di riposte intorno ai grandi temi della vita e della morte, dell’amore e della fede, del bene e del male.

Pubblicato a New York nel 1923, “Il Profeta” viene subito accolto con grande favore di pubblico soprattutto presso i giovani, i quali vedono in Gibran un maestro di saggezza.

A distanza di tanti anni l’interesse è rimasto immutato: silloge che abbraccia i problemi fondamentali dell’esistenza, il capolavoro del poeta libanese è anche libro di notevole fascino. Il clima sospeso e rarefatto, il ritmo incantatorio di una scrittura lirica di presa immediata, incisiva e visionaria, l’incontro tra due opposte culture, l’orientale e l’occidentale, sono la cifra di uno stile inconfondibile.

 

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