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“Come è forte il rumore dell’alba” di Penna, una potente poesia per immergersi nella contemplazione

"Come è forte il rumore dell’alba!/ Fatto di cose più che di persone".
Sandro Penna nasceva il 12 giugno del 1906. Lo ricordiamo attraverso una delle sue poesie più belle, "Come è forte il rumore dell'alba".

“Come è forte il rumore dell’alba/ fatto di cose più che di persone”.

Esiste modo più evocativo e poetico per descrivere uno dei momenti più magici del giorno? Con il suo componimento, Sandro Penna ci trasporta in un’alba dorata che sa ancora di quiete e lenti risvegli, di contemplazione, città sonnecchiose e stelle pallide che, nell’atto di scomparire, inducono a riflettere sul mondo e su di noi, piccoli granelli di sabbia fragili e inconsapevoli, che consumano, attimo dopo attimo, il loro tempo su questa terra.

In occasione dell’anniversario della nascita di questo grande poeta del Novecento (Perugia, 12 giugno 1906), scopriamo insieme “Come è forte il rumore dell’alba”, racchiusa nella raccolta “Una strana gioia di vivere” pubblicata da Garzanti nel 1987.

“Come è forte il rumore dell’alba” di Sandro Penna

Come è forte il rumore dell’alba!
Fatto di cose più che di persone.
Lo precede talvolta un fischio breve,
una voce che lieta sfida il giorno.
Ma poi nella città tutto è sommerso.
E la mia stella è quella stella scialba
mia lenta morte senza disperazione.

Controcorrente

Sandro Penna è uno dei poeti più emblematici del Novecento italiano, ma non per analogia. L’autore perugino, infatti, si discosta fortemente dai suoi colleghi contemporanei, prediligendo alla poesia del simbolo in cui fanno capolino critica sociale e politica e tematiche intellettuali, una poesia semplice, che valorizza la natura e l’uomo nella loro più assoluta spontaneità.

Il critico letterario Cesare Garboli diceva di lui:

“Sandro Penna è il solo poeta italiano del Novecento il quale abbia tranquillamente rifiutato, senza dare in escandescenze, la realtà ideologica, morale, politica, sociale e intellettuale del mondo in cui viviamo”.

“Come è forte il rumore dell’alba” è un componimento tanto breve quanto evocativo, grazie alla forza della sinestesia, del soggetto ma anche dello stile di Sandro Penna, che sceglie un lessico semplice e quotidiano per esprimere la straordinaria e bellissima fugacità del tempo e la malinconia dell’essere umano, esemplificato dall’io lirico colto nella riflessione sulla sua “morte senza disperazione”.

Le poesie di Sandro Penna

«Queste sono le poesie che al di fuori di qualsiasi critico io stimo più di tutte. Sarebbero insomma quello che io lascerei ai posteri se posteri esisteranno.» Così nel 1973 Sandro Penna introduceva la propria raccolta di poesie in uscita nei tascabili Garzanti, l’unica assemblata da lui personalmente.

I versi, scritti tra il 1939 e il 1958, si presentano straordinariamente compatti per i temi e il linguaggio: quella di Penna è una poesia limpida, che si rifà a una classicità senza tempo e applica la lezione di Dante, Leopardi, Rimbaud, Montale, tra gli altri, senza mai cadere nella maniera. Ma è una poesia solo in apparenza semplice, la cui chiarezza e luminosità non possono che nascere da una zona buia, da un mistero.

Sandro Penna

Sandro Penna è uno dei poeti più influenti del panorama letterario italiano del Novecento. Nato a Perugia il 12 giugno 1906 e morto a Roma il 21 gennaio 1977, Penna è da sempre un grande appassionato di letteratura e poesia. Si è distinto dagli altri poeti italiani a lui contemporanei per aver concepito la poesia come un mezzo di comunicazione fatto di semplicità, con versi delicati, puri, capaci di veicolare messaggi di grande valore come quello che abbiamo appena letto.

Nel 1925 si diploma in ragioneria, ma legge molta letteratura, soprattutto Leopardi, D’Annunzio, Hölderlin, Wilde, Rimbaud, Baudelaire e Crevel. La scelta di scrivere in versi arriva dopo il 1928. Lavora tra Perugia e Roma in modo saltuario, svolgendo i mestieri più disparati: fa il contabile, l’allibratore di corse ippiche, il commesso di libreria, poi il correttore di bozze e il mercante d’arte.

Sandro Penna ha finalmente l’occasione di entrare in contatto con il mondo dei letterati in seguito alla conoscenza di Umberto Saba, nel 1929. Nel 1939 pubblica la prima raccolta di poesie. Vive una vecchiaia precoce. Nel 1976 viene pubblicato “Stranezze”, opera per cui, nel 1977, pochi giorni prima della morte, gli viene assegnato il Premio Bagutta.

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