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“Qualunque fiore tu sia”, la poesia terapeutica da leggere quando si ha bisogno di speranza

La poesia ha il potere di curare l'anima e di ricucire il cuore. "Qualunque fiore tu sia" ci insegna ad avere pazienza, a credere nelle nostre potenzialità.

Non avere paura di soffrire, né di cambiare. Non accadrà ora, ma guarirai. Rinascerai. Proprio come i fiori che sbocciano dopo un lungo inverno. Hai solo bisogno di tempo, pazienza e cura. E di parole confortanti, come quelle di “Qualunque fiore tu sia“.

Circola da qualche anno sul web questo profondo componimento che, erroneamente attribuito all’ex presidente della Soka Gakkai Daisaku Ikeda, è nato dalla penna di Walter Gioia, psicologo e psicoterapeuta che ha dedicato i suoi studi alla tematica della crescita personale e del benessere.

Questi versi, estratti dal suo libro “Alle sorgenti dell’essere”, lanciano un messaggio di grande speranza che vogliamo donare a tutte le persone che in questo momento della loro vita si sentono un po’ perse, senza direzione, o lacerate da sofferenze che sembrano insormontabili.

“Qualunque fiore tu sia” di Walter Gioia

Qualunque fiore tu sia,
quando verrà il tuo tempo,
sboccerai.
Prima di allora
una lunga e fredda notte potrà passare.

Anche dai sogni della notte
trarrai forza e nutrimento.
Perciò sii paziente
verso quanto ti accade
e curati e amati senza paragonarti
o voler essere un altro fiore,
perché non esiste fiore migliore
di quello che si apre
nella pienezza di ciò che è.

E quando ciò accadrà,
potrai scoprire
che andavi sognando di essere
un fiore che aveva da fiorire.

La forza silenziosa della natura

Sono due i protagonisti di “Qualunque fiore tu sia”, e sono presenti sin dal principio della poesia, sin dal titolo: il fiore e il “tu” a cui i versi sono dedicati.

Intrecciati da un legame metaforico indissolubile, il fiore e il tu instillano immagini di speranza e di forza che sono davvero in grado di generare un flusso di pensieri positivi importanti per ritrovare la luce che si è affievolita o spenta dentro di noi.

Fermiamoci un istante. Lasciamo andare i pensieri che hanno appesantito questa lunga giornata. Chiudiamo gli occhi e immaginiamo un terreno erboso bagnato di pioggia, incrostato di terra e brina. Lunghe notti gelide. Albe di rugiada. La vita intorno scorre rumorosa: le automobili sfrecciano sulla strada accanto, i piedi dei passanti lasciano orme disordinate che creano strani disegni. Le voci, i rumori quotidiani provengono dalle case intorno.

Il terreno rimane ciò che è, mentre fuori tutto sembra cambiare. Finché, quasi all’improvviso, si affaccia un bocciolo proprio dove sembrava che non ci fosse nient’altro che qualche sparuto filo d’erba.

È la vita che rinasce, volta dopo volta. La natura è forte, ma di una forza magica e silenziosa, alimentata dalla luce, e dall’amore.

Il tempo insegna e guarisce

Tu, chi ti sta accanto, io che scrivo, tutti noi siamo figli di questa magica, potente natura. Tutti noi siamo come questo fiore che nasce dall’oscurità e dal gelo. Non ci è dato sapere quando, né dove, né come. Ma rinasceremo.

Ecco di cosa parla “Qualunque fiore tu sia”: del tempo che insegna, e che guarisce anche quando è difficile crederlo e persino immaginarlo.

Del resto, nelle fredde notti d’inverno, in cui intorno a noi non sembra che esserci oscurità, non riusciamo a vedere con chiarezza. È facile perdersi d’animo, non ritrovare più la strada.

Annota questa poesia su un quaderno, o su un foglio da tenere in tasca.

Quando ti senti perso o persa nel buio e hai la sensazione di star andando a fondo, ritorna a questi versi, rileggili più e più volte, e ritrova la consapevolezza che, “qualunque fiore tu sia, quando verrà il tuo tempo, sboccerai”.

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