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“Nel vento e nella pioggia fino all’alba” di John Williams, l’amore che salva dalla tempesta

Guerre, terremoti, stragi, persone che annegano mentre cercano un futuro migliore altrove... C'è tanto orrore nel mondo in cui viviamo. Ciò che fa la differenza, però, è l'amore che ci circonda nonostante il dolore. "Nel vento e nella pioggia fino all'alba" è una toccante poesia in cui John Williams racconta l'importanza dell'amore nei momenti di buio.

Come potremmo andare avanti se non avessimo l’amore? La poesia di John Williams che vogliamo condividere con voi oggi è testimonianza della forza di un sentimento capace di farci andare avanti anche nell’oscuro turbinio della tempesta, quando ci sembra non ci sia più nulla per cui sperare all’infuori dell’amore.

L’amore salva la vita, illumina il buio

Siamo circondati ogni giorno da sofferenza, dolori piccoli e grandi, insignificanti ed enormi, che permeano il nostro tempo. Che siano le notizie al telegiornale, che ci appaiono sempre tanto lontane, o gli avvenimenti che ci toccano più da vicino, ormai ne siamo consapevoli: la vita offre gioie e dolori, ma la sofferenza è decisamente più visibile, più presente.

Così, sarà capitato a molti di noi di porci domande sull’utilità della vita, sull’origine del dolore e della cattiveria, su come sia possibile andare avanti in una terra martoriata da guerre come quelle attualmente in corso in Ucraina o nei paesi africani, da catastrofi naturali come il terribile terremoto che ha distrutto le città al confine fra Turchia e Siria, o la più recente delle stragi avvenute nei nostri mari, quella di Cutro.

Come si sopravvive? Come si può riuscire ad andare avanti, nonostante tutto, senza anestetizzarsi né morire di dolore? La risposta ce la dà John Williams, divenuto celebre in tutto il mondo grazie al capolavoro “Stoner“, che nella poesia “Nel vento e nella pioggia fino all’alba” ci parla della forza dell’amore, capace di superare ogni ostacolo, di rendere più sopportabile la tempesta, il dolore, la guerra.

“Nel vento e nella pioggia fino all’alba” di John Williams

“Nel vento e nella pioggia fino all’alba
la casa ha sobbalzato ai tuoni;
ora sul davanzale soffia il vento
e un cumulo di rami neri, fradicio
è scampato alle folgori e ai lampi.

Come pensare a te, stanotte?
Ecco la mia pastorale: niente canzoni
che ti menino per verdi prati
tra pecorai danzanti fino a sera.
Intrappolata nel gelo e nella scia
di buio che abbiamo per sentiero,
di questo patto fai la sentinella
nella tua notte dalle mille stanze
che condividi per domare il tempo.

Perduti nello spazio che ci è dato,
tentiamo ogni via nell’imbrunire:
nel temporale al chiuso della stanza
ti stagli sull’oscurità di noi mortali.

Nel temporale ti penso questa notte,
nelle temperie di quest’età affannata –
due amanti che resistono allo sciame
del tempo che lenire ti è impossibile
che la tua povera, straziante carne
non innamora né trattiene a sé,
contro il deserto cui nessuno scampa.

Ora alla tua finestra il vento spinge
dei nuovi indizi della propria forma;
ora sulle grondaie senti il raschio
d’un nero ramo che ti guida
a un campo di là del tuo sentire
dove la mente e il cuore umano, spenti,
cadono morti in silenziosa attesa.

Prego che gli affannosi amori che ridesti
si mutino stanotte nel tuo grande amore,
anche se al chiuso di uno spazio, il cuore
non sa che di se stesso, e sa che è solo.

Che tu resista ai venti, duri la tua tresca
temprando l’amore contro il grido
delle presenze che vaghe e senza nome
s’aggirano in notti come questa.
E quella nera anima mai sazia
il cui presagio d’eterno conflitto
s’ostina a rapirti ai tuoi pensieri –
mantieni, al pari di te stessa, in vita.

Sei labbro e coscia che s’intrecciano,
stanotte in questo fortunale cieco,
ti afferri a ciò che non trattieni,
come una supplice dagli occhi cavi
che al tatto scopre nella neve
la multiforme geometria del freddo,
che esposta all’alito del senso
in quel tepore rinviene a sue spese.
Nel tuo bisogno hai confinato la tormenta;
ti prego, dalle forma nel pensiero!”.

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