Ci sono momenti in cui la persona amata riesce a comunicarci qualcosa anche senza parlare, immobile, ferma. Nella poesia “Mi piaci quando taci” Pablo Neruda coglie proprio questa sensazione, cristallizzando l’esperienza dell’ascolto del silenzio della donna amata. Nono stante l’ossimoro, la donna cantata da Neruda riesce a trasmettere qualcosa all’autore anche quando tace o, sarebbe meglio dire, il poeta ha saputo ascoltare il silenzio dell’amata, traducendolo in versi.
Mi piaci quando taci
Mi piaci quando taci perché sei come assente,
e mi ascolti da lungi e la mia voce non ti tocca.
Sembra che gli occhi ti sian volati via
e che un bacio ti abbia chiuso la bocca.
Poiché tutte le cose son piene della mia anima
emergi dalle cose, piene dell’anima mia.
Farfalla di sogno, rassomigli alla mia anima,
e rassomigli alla parola malinconia.
Mi piaci quando taci e sei come distante.
E stai come lamentandoti, farfalla turbante.
E mi ascolti da lungi, e la mia voce non ti raggiunge:
lascia che io taccia col tuo silenzio.
Lascia che ti parli pure col tuo silenzio
chiaro come una lampada, semplice come un anello.
Sei come la notte, silenziosa e costellata.
Il tuo silenzio è di stella, così lontano e semplice.
Mi piaci quando taci perché sei come assente.
Distante e dolorosa come se fossi morta.
Allora una parola, un sorriso bastano.
E son felice, felice che non sia così.
Il verso giusto
Immagina di trovarti al vostro primo appuntamento, entrambi sopraffatti dalla timidezza. Siete seduti a un bar o a cena fuori, immersi in un tenero silenzio che comunica molto. Il seguente verso di Neruda è un ottimo modo per rompere il ghiaccio e allo stesso tempo fare un dolce complimento alla persona che ha rapito il nostro cuore.
Sei come la notte, silenziosa e costellata.
Il tuo silenzio è di stella, così lontano e semplice
La dedica di Neruda
È interessante sapere che i versi che compongono Mi piaci quando taci non sono dedicati a una singola donna. L’intera opera Venti poesie d’amore e una canzone disperata, infatti, è ispirata a più donne, delle quali Neruda quasi si serve per creare una donna ideale a cui rivolgersi e che, nel corso dell’opera, assume i tratti di una donna autonoma, presentata al lettore come fonte di un amore dalla vibrante sensualità.
All’uscita dell’opera, Neruda confessò che la stesura dell’opera fu influenzata dalla relazione con una ragazza di Temuco e una di Santiago, nominate con lo pseudonimo di Marisol e Marisombra. Ad ogni modo, stando alle poesie dell’opera, la relazione con la donna ideale non è sempre facile, anzi spesso i componimenti sono dominati da un clima di distanza e silenzio, ed è quindi lecito dedurre che anche le relazioni reali poste alla base dell’opera fossero travagliate e incostanti.