La filosofia dell’amore di Percy Bysshe Shelley è una poesia che rende omaggio all’amore quale principio assoluto e naturale per la nascita di qualsiasi connessione tra gli umani. L’amore in questa poesia è assimilato alla perfezione della natura e come tale segue le regole cosmiche del Creato. Vivere in nome dell’amore significa scegliere di rendere omaggio alla vita.
Questa poesia è una delle liriche più suggestive e seducenti dell’autore inglese, un inno appassionato alla forza unificante dell’amore nella natura.
Love’s philosophy, questo il titolo originale dell’opera, fu pubblicata dall’amico Leigh Hunt nella rivista The Indicator, il 22 dicembre 1819. La poesia fu ristampata dalla moglie Mary Shelley nella raccolta Posthumous Poems nel 1824.
Era l’8 luglio 1822 quando il corpo di Percy Bysshe Shelley, fu trovato a Viareggio. Infatti, l’autore era stato sorpreso da una improvvisa tempesta mentre, a bordo della sua nuova barca, stava navigando verso San Terenzo, di ritorno da Pisa e Livorno. L’imbarcazione, un vascello aperto costruito a Genova appositamente per Shelley su imitazione di un modello della marina inglese, non si capovolse, ma affondò nel mare di fronte a Viareggio. Mary Shelley dichiarò che vi era un difetto nel progetto e che la goletta non era adatta per navigare.
Attorno alla triste vicenda ruotano alcune teorie infondate, come un attacco di pirati o un omicidio da parte di agenti del governo britannico – che lo riteneva un pericoloso oppositore politico per le sue posizioni anticolonialiste e repubblicane.
Leggiamo questa splendida poesia di Percy Bysshe Shelley per viverne la magia e coglierne il significato.
La filosofia dell’amore di Percy Bysshe Shelley
Le fonti si confondono col fiume
E i fiumi con l’oceano,
I venti del cielo si mescolano per sempre
Con una dolce emozione;
Nulla al mondo è unico;
Tutte le cose per una legge divina
In un unico spirito si incontrano e si mescolano.
Perché non io con te?Vedi i monti baciare l’alto cielo
E le onde stringersi l’una all’altra;
Nessun fiore-sorella sarebbe perdonato
se disdegnasse il suo fratello;
E la luce del sole stringe la terra
E i raggi di luna baciano il mare:
A cosa vale tutto questo dolce lavoro
se tu non mi baci?Love’s philosophy, Percy Bysshe Shelley
The fountains mingle with the riverAnd the rivers with the ocean,The winds of heaven mix for everWith a sweet emotion;Nothing in the world is single;All things by a law divineIn one spirit meet and mingle.Why not I with thine?—See the mountains kiss high heavenAnd the waves clasp one another;No sister-flower would be forgivenIf it disdained its brother;And the sunlight clasps the earthAnd the moonbeams kiss the sea:What is all this sweet work worthIf thou kiss not me?
Cos’è l’amore?
Nella poesia “La filosofia dell’amore”, Percy Bysshe Shelley racconta il sentimento amoroso come vera e propria entità universale, una forza della natura che dà vita alla vita. Secondo il poeta tutto in natura tende alla dualità, niente nasce per stare o essere solo. Niente di ciò che è dotato di vita può avere un futuro solitario.
Questa è la grande “filosofia” che Percy Bysshe Shelley porta nel cuore e propone ai lettori. La natura e l’universo hanno, secondo il poeta, un volere proprio che coinvolge il destino di tutti gli esseri viventi. E questo destino si basa proprio sull’amore.
L’autore attraverso in suoi versi provoca il proprio amante, sottolineando come la natura in generale sembri seguire una “legge divina” che detta l’unione e la connessione universale. L’io lirico punta sulla tendenza della natura a unirsi – i fiumi che sfociano nell’oceano, il mescolarsi dei venti nel cielo – per sostenere che l’intimità fisica tra le persone segue semplicemente le leggi della natura. Pertanto, l’autore e l’amante dovrebbero “congiungersi” fisicamente senza nessun problema, perché stare insieme e amarsi è totalmente naturale.
È una dichiarazione poetica e insieme filosofica: la solitudine è contro natura, mentre l’amore è il principio primo dell’esistenza. La natura non contempla l’isolamento: ogni essere cerca il suo simile, il suo opposto, la sua metà.
Riferendosi a ciò che accade nella natura delle cose l’io lirico esplode nella domanda che è il cuore della poesia:
Perché non io con te?
È una supplica, una provocazione affettuosa e irresistibile. Se tutto nell’universo si congiunge, perché dovrei essere escluso io dal tuo amore? È come se Shelley dicesse: non si tratta solo di desiderio, ma di obbedire alla logica più profonda del mondo.
La natura diventa una metafora “sensuale”
Le immagini scelte dal poeta sono delicate, ma fortemente sensuali. Le montagne baciano il cielo, le onde si abbracciano, il sole abbraccia la terra, la luna bacia il mare. Tutti i verbi sono corporei, emotivi, intimi.
In questo paesaggio amoroso, l’unica dissonanza è l’assenza di un bacio umano. Il mondo intero si accoppia, mentre l’essere umano si chiude, forse per paura, orgoglio o dolore. La poesia si conclude con un tono più personale e malinconico:
A cosa vale tutto questo dolce lavoro
se tu non mi baci?
Un finale che lascia sospesi tra tenerezza e amarezza, come un rifiuto che contraddice l’ordine delle stelle. Si potrebbe anche dire che sembra il “furbo” tentativo di convincere la persona che si ama a vivere la loro unione senza nessun limite, ma anche se il poeta gioca con i versi, non si può in nessun modo ritenere condannabile la fine filosofia che usa per conquistare.
Sembra invece il tenero tentativo di un amante di convincere la persona che vuole bene a stare insieme fisicamente.
Oggi che viviamo spesso frammentati, distanti, iperconnessi ma soli, Shelley sembra ricordarci che l’amore non è un lusso sentimentale, ma una necessità ontologica. Non solo tra amanti, ma tra esseri viventi, tra umani e natura, tra corpo e spirito. In un tempo di isolamento e cinismo, Shelley propone una visione più erotica, empatica e connettiva del mondo.
Shelley e l’amore come forza rivoluzionaria
Percy Shelley fu non solo un poeta, ma anche un pensatore ribelle, profondamente anticlericale e progressista. Per lui l’amore era una forza liberatrice, che andava oltre le convenzioni morali o sociali. In questa poesia, l’amore non è possesso o dovere, ma forza vitale, legge cosmica, diritto naturale. La sensualità, il desiderio e la comunione non sono peccato, ma parte del grande disegno dell’universo.
La filosofia dell’amore è una poesia che ci invita a non opporci a ciò che è naturale, a fluire come fiumi nell’oceano, a cercare il contatto come i fiori, le onde e le stelle. Per Shelley, l’amore è verità, connessione, respiro dell’universo.
In fondo, tutto si unisce. Tutto si abbraccia. Perché non io con te?
Percy Bysshe Shelley
Sincero amico di Lord Byron e John Keats, noto anche per essere stato il marito di Mary Wollstonecraft Shelley – l’autrice di “Frankenstein” e figlia della pioniera del movimento femminista –, Percy Bysshe Shelley apparteneva alla seconda generazione del Romanticismo inglese. La sua vita, tragica, piena di avventure e stravolgimenti, sembra aver seguito le orme della sua ispirazione poetica. L’8 luglio 1822, infatti, la sua esistenza viene stroncata tragicamente da un naufragio in corrispondenza delle coste di Lerici.
Percy Bysshe Shelley nasce il 4 agosto del 1792 a Warnham, nella contea del Sussex. A casa suggestiona e meraviglia le sorelle Elizabeth e Mary con racconti di terrore e magia. Frequenta in seguito la Syon House Academy a Isleworth e si distingue per una notevole capacità di apprendimento, studia poi a Eton e quindi a Oxford, da dove viene espulso per aver scritto e fatto circolare un opuscolo in difesa dell’ateismo. Sempre nel 1811 sposa Harriet Westbrook che gli darà due figli.
Più avanti conosce Mary che sposerà nel 1818 dopo il suicidio della moglie. Lui e Mary viaggiano molto e per qualche tempo si stabiliscono in Italia, dove Percy morirà l’8 luglio 1822 in un naufragio.