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Jannik Sinner, una poesia di Franco Arminio per celebrare la magia dello sport

Questo giorno entrerà nella storia dello sport italiano: Jannik Sinner ha vinto gli Australian Open. Gli dedichiamo i versi di Franco Arminio.

Ha battuto Medvedev in un’epica rimonta: Jannik Sinner ha vinto gli Australian Open e ci ha regalato una gioia indescrivibile.

Per celebrare Sinner nel giorno che entrerà sicuramente negli annali dello sport italiano, gli dedichiamo una poesia di Franco Arminio che, contenuta nella raccolta Atletiracconta il tennis.

Il primo Slam di Jannik Sinner

Classe 2001, Jannik Sinner nasce da una famiglia madrelingua tedesca il 16 agosto a San Candido, nella provincia autonoma di Bolzano.

Sin dall’età di tre anni si dedica allo sport con passione e dedizione. L’attività sciistica è la sua prediletta: si allena a San Candido, partecipa a importanti competizioni ottenendo anche ottimi risultati nella categoria dello Slalom Gigante. Si qualifica primo all’età di sette anni al 32º Gran Premio Giovanissimi 2009.

Poi subentra l’amore per il tennis, cui si dedica anima e corpo dai tredici anni. Ha iniziato a giocare a livello professionistico nel 2015. Da allora, Sinner ha fatto passi da gigante, fino ad arrivare al campione che è adesso, vincitore del Grande Slam degli Australian Open, culmine di un percorso che già negli scorsi mesi lo aveva visto misurarsi con i più grandi campioni del tennis mondiale, senza sfigurare.

E a noi italiani ha regalato una gioia immensa che aspettavamo da quasi mezzo secolo: esultare per la vittoria di un azzurro in un torneo del Grande Slam. Grazie, Jannik. Che questo trionfo sia per te soltanto l’inizio.

“Atleti”, la raccolta di Franco Arminio dedicata allo sport

La raccolta da cui è tratta la poesia che oggi dedichiamo a Jannik Sinner è nata dal desiderio di Franco Arminio di condensare in un unico testo la magia dello sport, attività che da sempre alleggerisce, emoziona, educa e stupisce gli esseri umani.

“Gli sport affascinano, trascinano, emozionano miliardi di persone in tutto il mondo, tra professionisti, dilettanti, o semplici appassionati che li guardano negli stadi, nelle arene, o sui propri televisori e telefoni. Ma perché? In questa raccolta breve Franco Arminio racconta in versi molti tipi diversi di sportivi, dalla pattinatrice al pugile, passando per il giocatore di bocce e il bambino che trattiene il fiato in gara con se stesso.

Mettendo in scena lo sforzo e il tormento di saltatrici e saltatori, del discobolo, del ciclista distratto dal paesaggio durante una tappa, Arminio rivela che lo sport è una meravigliosa metafora della condizione umana, delle nostre speranze, delle nostre paure, della nostra debolezza e della nostra misteriosa forza.

Perché “Atleti” è molto più di una raccolta di versi sullo sport. Con la sua voce lirica e inconfondibile, meditativa e appassionata, Franco Arminio, portando la luce sui gesti sportivi di cui coglie con straordinaria esattezza l’essenza, riesce a parlare di se stesso, nella sua unicità, e in modo universale di tutti noi esseri umani”.

La poesia di Franco Arminio

“Rovescio velenoso,
supera il nastro e muore
la pallina.
Inutile lo scatto,
allungata la gamba a vuoto,
scisso il tendine dall’osso”.

Franco Arminio

Franco Arminio (1960) è un poeta, documentarista e scrittore campano, salito alla ribalta per i suoi scritti sulla “paesologia”. Ovvero un modo nuovo di guardare alle zone disabitate o ai piccoli paesi che lentamente e inesorabilmente si stanno spopolando, a favore di agglomerati urbani più grandi. Da anni, ormai, Arminio si batte per sensibilizzare sul problema dello spopolamento dei paesi e sulla ricchezza delle storie che dovrebbero essere tramandate riguardo a vecchie tradizioni.

Ma Franco Arminio è prima di tutto un poeta d’amore. I suoi versi sono come paesaggi dipinti e il corpo, trasfigurato talvolta in vegetazione, emana una sensualità conturbante. Infatti, se il sentimento è rappresentato come l’incontro fra due anime, la fisicità diventa scontro, impatto, schianto fra due corpi che lottano per poi arrendersi alla forza del sentimento, a quel desiderio siderale di fusione.

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