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“I giusti” (1981) di Jorge Luis Borges: la poesia dedicata ai veri “grandi” della Terra

Scopri chi sono "I giusti" veri che meritano riconoscimento e rispetto attraverso i versi della poesia capolavoro di Jorge Luis Borges.

I giusti (Los Justos) di Jorge Luis Borges è una poesia che può essere considerata un vero tributo a tutti gli anonimi del mondo. Ai veri “grandi” della Terra che meriterebbero di avere dalla vita rispetto e riconoscimento.

Il poeta argentino attraverso questo poema enfatizza coloro che tutti i giorni della loro vita con immenso eroismo portano avanti la loro vita senza per forza avere “i riflettori” puntati addosso.

I giusti è tratta dal libro-raccolta La cifra (1981) e raccoglie quarantasei poesie scritte tra il 1978 e il 1981 da Jorge Luis Borges.

In un mondo alla continua caccia dell’esibizionismo e della ricerca del successo, il testo di Jorge Luis Borges appare di una contemporaneità esagerata. 

Sono molti che vivono nel mito di “saranno famosi” e lo dimostrano l’affollamento di contenitori televisivi dedicati alla ricerca dei talenti (sarebbe meglio parlare di dilettanti allo sbaraglio) e il numero di personaggi che nei social sarebbero disposti a tutto pur di essere considerati “Influencer”.

Ma leggiamo I giusti di Jorge Luis Borges per scoprire chi sono coloro che meritano rispetto e riconoscimento.

I giusti di Jorge Luis Borges 

Un uomo che coltiva il suo giardino, come voleva Voltaire.
Chi è contento che sulla terra esista la musica.
Chi scopre con piacere un’etimologia.
Due impiegati che in un caffè del Sur giocano in silenzio agli scacchi.
Il ceramista che premedita un colore e una forma.
Il tipografo che compone bene questa pagina, che forse non gli piace.
Una donna e un uomo che leggono le terzine finali di un certo canto.
Chi accarezza un animale addormentato.
Chi giustifica o vuole giustificare un male che gli hanno fatto.
Chi è contento che sulla terra ci sia Stevenson.
Chi preferisce che abbiano ragione gli altri.
Queste persone, che si ignorano, stanno salvando il mondo.

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Un hombre que cultiva su jardín, como quería Voltaire.
l que agradece que en la tierra haya música.
El que descubre con placer una etimología.
Dos empleados que en un café del Sur juegan un silencioso ajedrez.
El ceramista que premedita un color y una forma.
El tipógrafo que compone bien esta página, que tal vez no le agrada.
Una mujer y un hombre que leen los tercetos finales de cierto canto.
El que acaricia a un animal dormido.
El que justifica o quiere justificar un mal que le han hecho.
El que agradece que en la tierra haya Stevenson.
El que prefiere que los otros tengan razón.
Esas personas, que se ignoran, están salvando el mundo.

Ecco chi sono “I giusti” secondo Borges

I giusti di Jorge Luis Borges è un poema in prosa rimata composto da dodici versi. Il poeta argentino con un linguaggio semplice e diretto ci indica, come un vero ricettario, chi sono le persone giuste secondo il suo giudizio e secondo i criteri stabiliti dai suoli valori esistenziali. 

Non si può che rendere merito al grande poeta argentino e ai suoi versi, in quanto attraverso questa poesia mette al centro i veri grandi esseri umani che meritano rispetto e riconoscibilità. 

Purtroppo, abbiamo perso di vista le cose che veramente contano nella vita. I) riflettori sono puntati sempre di più verso una sterile superficie di nullità. 

Jorge Luis Borges rende dignità a coloro che credono e si impegnano a favore della conoscenza e delle emozioni vere, quelle che arrivano dai “sensi”, dal cuore. 

Il poeta esalta coloro che credono alla generosità e all’altruismo. Sono tanti gli eroi che tutti i giorni prestano la loro vita al servizio degli altri e altrettanti che hanno fede nel rispetto, nell’ascolto, nella tolleranza, nell’accettazione dell’altro. Sono questi “I giusti” per Borges. 

La poesia può essere divisa in due parti

La prima parte è compresa tra i versi uno e otto. Questi versi descrivono quelle persone che sono giuste perché amano o dedicano la loro anima a qualche compito legato ai sensi o alla conoscenza, come la musica, l’etimologia o la lettura.

Un uomo che coltiva il suo giardino, come voleva Voltaire.
Chi è contento che sulla terra esista la musica.
Chi scopre con piacere un’etimologia.
Due impiegati che in un caffè del Sur giocano in silenzio agli scacchi.
Il ceramista che premedita un colore e una forma.
Il tipografo che compone bene questa pagina, che forse non gli piace.
Una donna e un uomo che leggono le terzine finali di un certo canto.
Chi accarezza un animale addormentato.

Se si guarda bene alle parole del poeta meritano la denominazione di giusti milioni di persone che tutti io giorni conducono la loro vita con semplicità, con verità, con leggerezza, ma senza rinunciare all’impegno.

Sono tutti coloro che godono di ciò che la vita riesce ad offrire senza lamento e con il dovuto disincanto. 

I giusti non sono quelli che hanno l’ansia di emergere, di conquistare gli altri, di esibire il proprio corpo e la propria mente. 

Sono tutte le persone comuni che nessuno ricorderà mai, ma che meriterebbero il massimo tributo.

La seconda parte, dal versetto nove al versetto dodici, invece, si concentra sulle persone che sono giuste perché possiedono uno spirito generoso e altruista.

Chi giustifica o vuole giustificare un male che gli hanno fatto.
Chi è contento che sulla terra ci sia Stevenson.
Chi preferisce che abbiano ragione gli altri.
Queste persone, che si ignorano, stanno salvando il mondo.

Borges abbandona l’ambito del quotidiano per concentrarsi sull’interiorità. Ci delizia con versi che mostrano il lato più sensibile e generoso di coloro che possono essere definiti giusti. Tra questi ci sono quelli che perdonano il prossimo e quelli che si comportano con umiltà.

L’ultimo verso è la chiusura perfetta, in cui Borges dichiara che è grazie a coloro che mettono da parte l’egoismo che il mondo si salva.

Dovremmo fare virtù di ciò che ci dona questa poesia. Soprattutto, nel saper scegliere cosa merita attenzione, seguito e rispetto. Grazie Jorge Luis Borges!

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