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“Esercizio del trasloco”, una poesia sull’arte di saper “lasciar andare” per rinascere

Uno dei buoni propositi per questo nuovo anno dovrebbe essere quello di avere il coraggio di "lasciar andare" ciò che non ci fa bene. "Esercizio del trasloco" di Mariangela Gualtieri ci aiuta a comprendere il valore di questo atto così rivoluzionario.

A volte, il miglior proposito che possiamo mettere in atto per una vita più serena è quello di “lasciar andare” le persone, le cose e le situazioni che non fanno bene al nostro equilibrio. “Esercizio del trasloco”, la poesia che vogliamo condividere con voi, è stata scritta da Mariangela Gualtieri, è tratta dalla raccolta “Bestia di gioia“, pubblicata nel 2020 e parla proprio di questo.

Il componimento si ispira ai momenti finali trascorsi nella casa da cui l’io lirico sta traslocando per avviare un riflessione su cosa significhi lasciar andare le cose, e su come la nostalgia di esse, seppur velata di una sottile patina di tristezza per ciò che non è più, possa acquisire una valenza positiva, quasi taumaturgica.

L’arte di saper lasciare andare

Non sempre inseguire le persone o le cose paga. A volte la soluzione è sottrarre e non aggiungere. Lasciar fluire la vita, come il fiume che conosce il suo corso e che sa cambiare al momento giusto.

Fa soffrire, l’idea di dover lasciar andare ciò che è stato, ciò che abbiamo amato e che tutt’ora amato. Però, non si può nemmeno passare la vita a rincorrere qualcuno o qualcosa che non è più adatto a noi.

Che sia la casa da cui trasloca con malinconia Mariangela Gualtieri in “Esercizio del trasloco”, o la relazione da cui stiamo faticosamente uscendo, o la ferita di un’assenza che non accenna ancora a una completa guarigione, nulla può andare avanti se non lo vogliamo noi, dal profondo. E il primo passo per andare avanti è mettere il piede fuori di casa, magari con un bagaglio leggero.

“Esercizio del trasloco” di Mariangela Gualtieri

Il tempo qui non è stato
che un pezzo di cartone,
un sobbalzo. La porta
si chiude per l’ultima volta.

Il fascio di forze domestiche
il genio del luogo
saluto ora con ringraziamento.
A tutto ciò che tace perfettamente
e che sempre qui dentro ha taciuto
a ciò che non appare
in questa casa vuota
e resta come il larga attesa.

A questo punto del mondo, alto sulla città vecchia
a questa cuccia di luce e conforto
in cui abbiamo amato meglio che potevamo
e dormito bene nella sua pace
e fatto tutte le cose umane
delle vite, al mio cuore
senza tristezza che tutto saluta
contento, come esercizio
di distaccamento, come grande
scuola del trasloco e del suo lasciare la presa.

Vi lascio, cose.
Il vostro mancarmi sia la melodia
che ora mi guida:
La schiena liberata dal peso
stia dritta in attesa
della più alta impresa.
Il bastarmi del poco e del niente che serve.
E il resto sia vuoto. Sia intesa
con tutto ciò che non pesa.

“Bestia di gioia”, la raccolta più strutturata di Mariangela Gualtieri

“Esercizio del trasloco” è tratta da Bestia di gioia.

Per la prima volta Mariangela Gualtieri ha scritto una raccolta poetica fortemente strutturata, con un ritmo meno magmatico delle precedenti, scandito da sezioni che articolano il libro alternando temi e toni diversi, in particolare il canto gioioso, quasi francescano, della natura e la riflessione sulle cose umane, sullo strappo del tempo, sul momento finale, più misterioso che triste, che trasforma il niente in “un niente più grande”.

In realtà le cinque sezioni del libro, se danno una sensazione di maggiore classicità (come i cinque atti del teatro antico), sono legatissime fra loro, in parte concatenate, in parte attraversate da fili addirittura lessicali, e proseguono fedelmente il discorso poetico dell’autrice, sempre fortemente ispirato. Non mancano dunque scissioni interiori, proliferare di voci profonde e laceranti, come nelle raccolte passate, ma la prospettiva trascendente è perlopiù proiettata all’esterno, su un albero, sull’aria che sta fra i corpi, sul silenzio che lega le cose.

E questa prospettiva, in misura ancora maggiore che in “Senza polvere senza peso”, traccia un percorso di felicità istintivo e infuocato, ma nello stesso tempo pacificante. Anche a livello metrico il libro mostra un rapporto più pacato con la tradizione, con una forte disseminazione di endecasillabi e altri versi regolari, senza perdere il senso più profondo dell’originaria aggressività.

Mariangela Gualtieri

Mariangela Gualtieri (Cesena, 1951) è una poetessa e scrittrice italiana. Nel 1983 ha fondato con il regista Cesare Ronconi la compagnia teatrale Teatro Valdoca.

L’opera dell’autrice di “Esercizio del trasloco” spesso accentua l’inadeguatezza della parola alla comunicazione umana (“per il linguaggio che può simulare la sapienza“) ed il bisogno di ricerca di semplicità nel linguaggio per poter narrare la bellezza del mondo. Le sue poesie sono intrise di bellezza, di delicata armonia, di gratitudine nei confronti del mondo e delle lettere.

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