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Cos’è la Poesia: come nasce, perché è importante e qual è il suo simbolo

In occasione della Giornata mondiale della poesia, lo scrittore Dario Pisano ci racconta storie, aneddoti e curiosità legate all'arte della composizione in versi

Per celebrare la Giornata mondiale della Poesia, rileggiamo una delle più belle liriche di Eugenio Montale, inserita nella sua prima raccolta (Ossi di seppia, 1925).

Portami il girasole, che io lo trapianti
nel mio terreno bruciato dal salino
e mostri tutto il tempo agli azzurri specchianti
del cielo l’ansietà del suo volto giallino.
Tendono alla chiarità le cose oscure,
si esauriscono i corpi in un fluire
di tinte: queste in musiche. Svanire
è dunque la ventura delle venture.
Portami tu la pianta che conduce
dove sorgono bionde trasparenze
e vapora la vita quale essenza;
portami il girasole impazzito di luce.

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Perché il girasole è il simbolo della poesia

Il girasole è il simbolo della poesia ed è al centro di un mito molto bello narrato dallo scrittore latino Ovidio. C’era una volta una fanciulla innamoratissima di Apollo, il dio della musica e della poesia, il quale l’aveva prima amata e poi ripudiata.

Clizia però non riusciva a smettere di amare Apollo, e passava tutto il tempo con gli occhi rivolti verso il cielo, a seguire con lo sguardo il suo amato mentre faceva il giro del mondo guidando il suo carro.

Aveva occhi solo per lui: non faceva altro che cercarlo con lo sguardo. Un giorno Apollo si impietosì vedendo questa ragazza che deperiva, che stava morendo di consunzione amorosa. E allora il dio decide di trasformarla in un “girasole”.

La peculiarità di questa pianta è infatti quella di essere sempre rivolta verso il Sole. Questo mito torna nella poesia di Eugenio Montale (tra Le occasioni e la Bufera), al punto che Clizia diventa il senhal della sua amata, che si chiamava in realtà Irma Brandeis.

Vi cito un frammento del discorso pronunciato da Eugenio Montale il giorno in cui ritirò il Nobel per la poesia, nel 1975: «Io sono qui perché ho scritto poesie, un prodotto assolutamente inutile, ma quasi mai nocivo e questo è uno dei suoi titoli di nobiltà. ».
La verità è che la poesia è il nostro superfluo necessario. Ricordiamoci che Tutto ciò che è inutile salva la vita.

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L’importanza dei versi per la società

Nel corso della storia, gli uomini si sono domandati tantissime volte quale tipo di impegno il poeta, l’artista, dovesse assumersi nei confronti della società. L’arte deve essere impegnata o disimpegnata? Questo è stato per tantissimo tempo un dilemma. La verità è che l’arte è sempre impegnata, anche quando sembra che non lo sia! L’arte è sempre impegnata a tutelare la realtà, a rinnovare ogni volta le sorgenti emozionali del nostro vivere.

Vi racconto un aneddoto, che ha come protagonista un altro premio Nobel, lo scrittore sudamericano Gabriel Garcia Marquez. Una volta un giornalista gli chiese: “Maestro, secondo lei a che cosa serve la Letteratura?” E lui rispose: “E l’amore, a che cosa serve?”

Cos’è la poesia

In conclusione, riporto un passo di Giovanni Campus, uno dei poeti più interessanti degli ultimi quarant’anni, tratto dall’opera Poeti in assemblea ( 2010 ), dedicata a riflettere sul ruolo della poesia nella società contemporanea.

La poesia è un’ esigenza interiore ineludibile, che accompagna da sempre l’avventura dell’uomo sulla terra. Scrive l’autore:

“Sfortunato quell’uomo che nella sua fatica terrestre non sentisse il bisogno del canto, suo o d’altri, sventurato e destinato ad appassire quel mondo dove si fosse inaridita o spenta, nelle stagioni della sua storia, la voce della poesia.”

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L’inizio e la fine

Quando è incominciata l’arte di narrare in versi? Facciamo rispondere allo scrittore rumeno contemporaneo Valeriu Butulescu (1953):

“La poesia è nata la notte in cui l’uomo ha contemplato la luna, pur consapevole che non era commestibile.”

Quando finirà? Come ci ha insegnato Ugo Foscolo, essa smetterà di accompagnare l’avventura dell’uomo sulla terra il giorno in cui il sole smetterà di risplendere sulle sciagure umane.

 

Dario Pisano

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