La poesia “Amai” di Umberto Saba è tratta da Il Canzoniere, ampia raccolta di poesie dello scrittore triestino.
Le scelte stilistiche del poeta
Le prime due strofe sono introdotte del verbo “Amai” per indicare la scelta di Umberto Saba di un lessico quotidiano che, per alcuni poeti, era considerato banale e inadeguato. L’utilizzo della rima baciata e di un lessico semplice fa sì che Saba si discosti dalle Avanguardie, ostili alla tradizione letteraria e dall’Ermetismo, che privilegiava un linguaggio evocativo spesso di difficile comprensione.
Umberto Saba, le poesie più belle
Umberto Saba è stato uno dei poeti più importanti del Novecento italiano, capace di raccontare il quotidiano attraverso una lingua semplice e concreta
Il ruolo del poeta
Nella seconda strofa, Saba rivela che l’oggetto della poesia è la verità e compito del poeta è rintracciarla nel “fondo” dell’anima e delle cose toglierla dall’oblio. Essa può provocare dolore e spaventare, ma il cuore la ricerca perché sa che è necessaria. Nel finale, il poeta si rivolge ai propri lettori, destinatari delle sue parole, nella consapevolezza di lasciare una “buona carta”, ovvero una poesia alla fine della sua “partita”, cioè dopo la sua morte.
Amai
Amai trite parole che non uno
osava. M’incantò la rima fiore
amore,
la più antica, difficile del mondo
Amai la verità che giace al fondo,
quasi un sogno obliato, che il dolore
riscopre amica. Con paura il cuore
le si accosta, che più non l’abbandona.
Amo te che mi ascolti e la mia buona
carta lasciata al fine del mio gioco.