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“Alba” di Arthur Rimbaud, la magia del primo raggio del giorno sublimata in poesia

Nelle sue "Illuminations", Arthur Rimbaud ci regala prose poetiche di bellezza inaudita. In "Alba", per esempio, si sublimano tutte le sensazioni che scaldano il cuore del poeta alla magica visione della prima luce del giorno.

“Ho abbracciato l’alba d’estate.

Nulla si moveva ancora sul frontone dei palazzi. L’acqua era morta. Le zone d’ombra non lasciavano la strada del bosco. Ho camminato, ridestando gli aliti vivi e tiepidi, e le pietre preziose guardarono, e le ali si alzarono senza rumore”.

Ci sono momenti del giorno che ci affascinano e ci fanno comprendere la bellezza in cui siamo immersi e la fragilità che caratterizza noi esseri umani. L’alba è uno di questi. Scopriamo la sua magia nella meravigliosa poesia di Arthur Rimbaud, racchiusa nella raccolta “Illuminations

Magie di alba e poesia

Arthur Rimbaud, con le sue “Illuminations” ha apportato innovazioni senza precedenti nel mondo della poesia. Le prose poetiche, a metà fra il verso e il frammento, racchiudono momenti unici, spesso quotidiani e tanto scontati quanto preziosi. “Alba”, per esempio. Quante albe abbiamo visto nel corso della nostra vita? Quante ne vedremo ancora? Quante ce ne siamo perse?

Un momento speciale, prezioso, in cui il mondo si risveglia e va ancora lento, insonnolito dagli strascichi della notte. Proprio questo frangente, così rapido, è quello che Rimbaud decide di restituirci in questa poesia che già dal titolo rimanda anche alla dea dell’antichità, Alba, caratterizzata dalla bellezza e dall’ineffabilità che si associano tradizionalmente anche al sorgere del sole.

La poesia procede come un racconto, in cui il poeta si innamora dell’alba e le si contrappone, in un gioco di giustapposizioni che ricorda una storia d’amore. Lui, lei e le visioni della città prima, della natura poi, che si rincorrono rapide, perché l’alba è un istante in divenire, inafferrabile nella sua brevità e nella sua preziosità.

“Alba” di Arthur Rimbaud

Ho abbracciato l’alba d’estate.

Nulla si moveva ancora sul frontone dei palazzi. L’acqua era morta. Le zone d’ombra non lasciavano la strada del bosco. Ho camminato, ridestando gli aliti vivi e tiepidi, e le pietre preziose guardarono, e le ali si alzarono senza rumore.

La prima impresa fu, nel sentiero già pieno di freschi e smorti fulgori, un fiore che mi disse il suo nome.

Io risi al wasserfall biondo che si scarmigliò attraverso gli abeti: sulla cima argentea riconobbi la dea.

Allora alzai ad uno ad uno i veli . Nel viale, agitando le braccia. Per la pianura, dove l’ho denunciata al gallo. Nella grande città, ella fuggiva tra i campanili e le cupole, e correndo come un mendicante sulle banchine di marmo, io la incalzavo.

In cima alla strada, vicino a un bosco di lauro, l’ho avvolta nei suoi veli raccolti, ed ho sentito un poco il suo corpo immenso. L’alba e il fanciullo caddero in fondo al bosco.

Al risveglio era mezzogiorno.

“Aube”

J’ai embrassé l’aube d’été.

Rien ne bougeait encore au front des palais. L’eau était morte. Les camps d’ombres ne quittaient pas la route du bois. J’ai marché, réveillant les haleines vives et tièdes, et les pierreries regardèrent, et les ailes se levèrent sans bruit.

La première entreprise fut, dans le sentier déjà empli de frais et blêmes éclats, une fleur qui me dit son nom.

Je ris au wasserfall blond qui s’échevela à travers les sapins: à la cime argentée je reconnus la déesse.

Alors je levai un à un les voiles. Dans l’allée, en agitant les bras. Par la plaine, où je l’ai dénoncée au coq. A la grand’ville elle fuyait parmi les clochers et les dômes, et courant comme un mendiant sur les quais de marbre, je la chassais.

En haut de la route, près d’un bois de lauriers, je l’ai entourée avec ses voiles amassés, et j’ai senti un peu son immense corps. L’aube et l’enfant tombèrent au bas du bois.

Au réveil il était midi.

Arthur Rimbaud

Jean Nicolas Arthur Rimbaud nasce nel 1854 a Charleville-Mézières, nella regione delle Ardenne. Data la professione del padre, capitano d’esercito, Arthur cresce esclusivamente con la madre, donna severa e rigida, molto preoccupata dell’educazione dei cinque figli, della rendita delle terre di cui è proprietaria e del buon nome della famiglia.

Nel 1862, Arthur entra all’Istituto Rossat. Allievo modello, durante gli studi ottiene innumerevoli gratificazioni e comincia a scrivere in versi. All’istituto il giovane conosce, grazie al suo professore di retorica, i grandi autori della letteratura francese. Se ne innamora. Nel 1870 cominciano le fughe che forniscono ispirazione ai versi di Rimbaud: la prima risale al 29 agosto, quando il giovane prende un treno per giungere a Parigi, ma viene fermato prima e arrestato per vagabondaggio.

Quando, dopo mesi, il poeta arriva finalmente a Parigi, Rimbaud si apre ad una vita piena di possibilità: amicizie con celebri poeti e artisti dell’epoca, espedienti di ogni genere per guadagnarsi da vivere, versi visionari, pieni di vitalità e colori. L’amicizia con Paul Verlaine diventa fondamentale per Arthur Rimbaud: insieme, i due decidono di abbandonare Parigi e partire alla volta del Belgio.

Belgio, Inghilterra, Germania, Svizzera, Italia e Africa sono soltanto alcune delle mete raggiunte da Rimbaud nel corso della sua breve vita, piena di avvenimenti e colpi di scena. Muore il 10 novembre 1891, a Marsiglia, a seguito di una grave gangrena al ginocchio che lo aveva fortemente debilitato e costretto ad un uso spropositato di morfina per calmare i dolori.

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