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“A una passante” di Charles Baudelaire: una tempesta di emozioni in uno sguardo

Tutte le emozioni che può scatenare un semplice sguardo nella poesia "A una passante" di Charles Baudelaire tratta da "I Fiori del Male".

A una passante ((À une passante) è una poesia di Charles Baudelaire che mette in scena tutte le emozioni che può provocare uno sguardo. In un momento anche nel luogo più affollato, assordante, caotico l’amore può prendere vita acceso dal classico colpo di fulmine. 

Quando la donna scompare improvvisamente tra la folla, “Un lampo … poi la notte!”, nel poeta subentra uno sconvolgimento esistenziale. E come se fosse stato risucchiato in una tempesta emozionale.

Il desiderio d’amore si trasforma in una mancanza. L’attimo diventa passaggio di una promessa che non prende vita e tutto finisce senza nessun futuro. La speranza non diventa protagonista ma un di cui. Tutto è lasciato al nulla, può esistere o sparire per sempre. 

A una passante fu pubblicata per la prima volta sulla rivista L’Artiste nel 1855. La poesia fu in seguito inclusa nella raccolta I fiori del male (1857), capolavoro espressivo della poetica di Charles Baudelaire.

Ma lasciamoci trasportare dal poeta nelle strade di Parigi dell’800 e leggendo la poesia viviamo insieme a lui la magia di un incontro sconvolgente.

A una passante di Charles Baudelaire

La strada era assordante, urlava tutt’intorno.
Esile ed alta, in lutto, regina dolorosa
una donna passò, con la mano fastosa
sollevando il vestito, di trine e balze adorno.

Leggera, nelle gambe una scultorea grazia.
Negli occhi suoi, cielo ove s’annuncia l’uragano,
bevevo, come quello ch’è fatto ossesso e strano,
la dolcezza che incanta, il piacere che strazia.

Un lampo… poi la notte! Bellezza fuggitiva,
che con un solo sguardo la vita m’hai ridato,
non ti vedrò più dunque che nell’eterna riva?

Altrove, in lontananza, e tardi, o forse mai!
Non so dove tu fuggi, tu non sai dove vado,
io t’avrei certo amato, e tu certo lo sai!

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À Une Passante, Charles Baudelaire

La rue assourdissante autour de moi hurlait.
Longue, mince, en grand deuil, douleur majestueuse,
Une femme passa, d’une main fastueuse
Soulevant, balançant le feston et l’ourlet;

Agile et noble, avec sa jambe de statue.
Moi, je buvais, crispé comme un extravagant,
Dans son œil, ciel livide où germe l’ouragan,
La douceur qui fascine et le plaisir qui tue.

Un éclair… puis la nuit! – Fugitive beauté
Dont le regard m’a fait soudainement renaître,
Ne te verrai-je plus que dans l’éternité?

Ailleurs, bien loin d’ici ! trop tard! jamais peut-être!
Car j’ignore où tu fuis, tu ne sais où je vais,
Ô toi que j’eusse aimée, ô toi qui le savais!

La forza di uno sguardo

A una passante di Charles Baudelaire è una poesia che mette in scena l’esistenza di un attimo che diventa un film dal finale aperto. 

Questo sonetto di Baudelaire descrive una straordinaria scena in cui un uomo si trova nella Parigi del 1800, per strada, circondato dal rumore di una città viva e caotica.

Vede una donna che gli passa accanto. È alta, snella e in lutto. E nonostante (o a causa?) del dolore che la circonda, appare bellissima, sensuale, unica.

Il poeta descrive come in un time lapse dettagliatamente quell’attimo, in cui lei passa e fa danzare l’orlo della sua veste come se stesse danzando armonicamente.

Il poeta rimane conquistato, affascinato da lei. Scatta il classico “colpo di fulmine” lei in quell’istante e la donna desiderata da sempre, la donna d’amare e da coccolare. 

I loro sguardi si incontrano, si guardano negli occhi, come un lampo illumina la notte per un secondo. 

È solo un breve momento, poi la situazione torna normale. Ma quell’istante, quello sguardo sfuggevole è sufficiente per far scattare mille emozioni nella vita del poeta. Infatti, quello sguardo ha cambiato la sua vita, lo ha fatto rinascere.

Ma, quell’attimo sembra sfuggire via ed immediatamente sente che probabilmente quel momento non sopravviverà all’istante.

Solo di sfuggita, nel breve sguardo, sono stati insieme, ma la donna continua per la sua strada e le loro vite tornano a separarsi senza possibilità d’incontro.

Charles Baudelaire chiude ponendosi la domanda se si incontreranno di nuovo, magari, nell’eternità. Un concetto romantico in cui l’impossibile potrebbe diventare  possibile e quindi l’unico luogo in cui questo amore potrebbe vivere, esistere.

Il poeta francese cade nella disperazione, non può sapere dove o quando si incontreranno di nuovo, se mai accadrà. Non sanno nulla l’uno dell’altro, non sanno dove stanno andando. Nessuno dei due sa come si chiama l’altro, chi sono.

Ma, comunque una cosa è diventata chiara nel fugace momento in cui i loro occhi si sono incontrati. Charles Baudelaire avrebbe potuto innamorarsi della donna che gli passava accanto, ed è sicuro che lei lo sapeva.

Immensa poesia, grazie grande poeta.

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