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“I fiori del male”, perché leggere il capolavoro di Baudelaire

In occasione dell’anniversario della scomparsa di Charles Baudelaire, vi raccontiamo tutta la magia e la potenza de "I fiori del male"

Il capolavoro di Charles Baudelaire, “I fiori del male” venne pubblicato per la prima volta nel 1857 e conteneva poesie scritte negli anni Quaranta. Il titolo, particolarmente evocativo, allude alla bellezza che solo l’arte sa regalare, rovinata però dal degrado e dalla volgarità della società contemporanea. L’opera fu processata per immoralità. In questo articolo vi raccontiamo quella che è una delle raccolte poetiche più famose del mondo.

“I fiori del male”

“I fiori del male” rappresentano una sorta di biografia ideale, un percorso esistenziale che va dalla consapevolezza della propria diversità rispetto al mondo esterno, alle varie esperienze nella vita degradata della metropoli, al desiderio di fuga nei paradisi artificiali della droga, negli amori distruttivi; il poeta affronta qui la ribellione contro Dio e al rifiuto totale del mondo. Pubblicata dall’Editore Auguste Poulet-Malassis, comprendeva cento poesie divise in cinque sezioni: Noia e ideale; I fiori del male; Rivolta; Il vino; la morte. Queste poesie, incredibilmente moderne, raccontano il contrasto tra la bellezza dell’arte e della cultura e l’imbruttimento del mondo contemporaneo causato dalla società. Nel 1861 venne pubblicata una seconda edizione in cui Baudelaire aggiunse nuovi testi e una nuova sezione.

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Charles Baudelaire e la perdita dell’aureola, la nascita del maledettismo poetico

In questo breve testo allegorico e satirico Baudelaire spiega l’origine della poetica “maledetta”: i poeti hanno perso la loro aureola

Il simbolismo

“I fiori del male” è uno dei massimi esempi del Simbolismo, in quanto Charles Baudelaire crea un modo nuovo di fare poesia, con l’utilizzo di versi liberi, di un linguaggio allusivo e nuovo, musicale e simbolico. Le parole non hanno più il significato che viene loro generalmente attribuito, ma vengono caricate di un significato più profondo, nascosto, allusivo e fonico, diventando simboli e portali che conducono a un’altra realtà. La realtà concreta, la Natura nasconde dei legami invisibili tra le cose, ogni oggetto è simbolo di qualcos’altro. È il poeta colui che riesce a comprendere questi simboli che si nascondono dietro alla realtà e li rivela agli altri uomini.

Charles Baudelaire

Charles Baudelaire nacque a Parigi il 9 aprile 1821. Nonostante non avesse pubblicato ancora nessuna opera, già nel 1843 Baudelaire era conosciuto nei circoli letterari parigini come un dandy dedito a spese e lussi che spesso non poteva neppure permettersi, circondandosi di opere d’arte e libri. Il 1845 segna il suo esordio come poeta, con la pubblicazione di “A una signora creola”. Padre dei simbolisti e idolo dei decadenti, Baudelaire ha ispirato tutti i suoi successori illustri, come Rimbaud, Breton, Mallarmé, ma anche Pascoli, D’Annunzio, Pirandello e Svevo. Malato, cerca nell’hashish, nell’oppio e nell’alcol il sollievo alla malattia che nel 1867, dopo la lunga agonia della paralisi, lo ucciderà a soli 46 anni.

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