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E se Shakespeare fosse stato una donna?

Una studiosa americana rimette in discussione la paternità delle opere di Shakespeare, attribuendola a una poetessa di origini italiane: Emilia Bassano

MILANO – E se William Shakespeare fosse stato in realtà una donna? A mettere in dubbio l’identità del drammaturgo inglese più famoso di tutti i tempi è la critica americana Elizabeth Winkler, in un lungo articolo pubblicato recentemente sulla rivista The Atlantic. Secondo la Winkler, la vera penna dietro molti drammi shakespeariani sarebbe Emilia Bassano, una poetessa figlia di musicisti ebrei di origini venete nata nel 1569.

La Winkler non è certo la prima a indagare sull’effettiva paternità delle opere di Shakespeare, anzi, già dal 1800 molti scrittori e critici hanno nutrito le stesse perplessità. Walt Whitman, Mark Twain, Henry James, Sigmund Freud, Ralph Waldo Emerson sono tra questi.

Chi era Shakesperare veramente?

I personaggi storicamente sospettati di essere Shakespeare sono Francis Bacon, Christopher Marlowe, Edward De Vere e il diciassettesimo Earl di Oxford. Tuttavia, perché mai questi autori avrebbero dovuto celarsi sotto uno pseudonimo? Una donna, invece, avrebbe avuto tutte le ragioni per farlo, dal momento che la scrittura teatrale era proibita per il genere femminile. Inoltre, fino agli inizi del ‘600 i testi drammaturgici erano pubblicati anonimamente, rendendo ancora più difficile l’attribuzione a posteriori.

A questo contesto storico si aggiungono interrogativi di ordine biografico. Sulla vita di William Shakespeare, infatti, abbiamo tantissima documentazione. Sappiamo quando e dove è nato, quanto ha vissuto, chi ha sposato, abbiamo dati sulla sua vita privata in quantità: sappiamo che è stato attore, co-proprietario di una compagnia teatrale, investitore in proprietà immobiliare, sappiamo che non pagava le tasse e aveva spesso piccole beghe con la giustizia. Non una parola, però, sul fatto che fosse uno scrittore. Non è così per molti altri autori a lui contemporanei. Anzi, ci sono addirittura dei documenti risalenti a fine ‘500 che avvertono i drammaturghi di «stare attenti a un plagiatore che pensa di essere l’unico “shake-scene” del paese», un gioco di parole non lusinghiero possibilmente rivolto a Shakespeare.

Inoltre, nota la Winkler, dalle opere shakespeariane traspare una vasta conoscenza teorica in svariati campi: musica e storia, innanzitutto, ma anche geografia e cultura italiana. Molti drammi sono ambientati in Italia e hanno personaggi italiani, ma Shakespeare non vi si recò mai. E per quanto riguarda la sua istruzione, non ebbe scolarizzazione oltre i 13 anni. Infine, dai suo drammi si intuisce una evidente familiarità con i modi di fare, le abitudini, il linguaggio dei nobili e dei re, nonostante William S. non ebbe mai modo di frequentare ambienti altolocati.

Personaggi femminili

I drammi shakespeariani sono indubbiamente dei capolavori unici al mondo, sotto tantissimi punti di vista. In particolare, la sua rappresentazione di personaggi femminili non ha eguali rispetto a poeti e drammaturghi dell’epoca: una sensibilità finissima nel comprendere le sfumature della psicologia femminile, e davvero tante tante eroine donne coraggiose, valenti e non stereotipate. «Com’è possibile che Shakespeare fosse in grado di cogliere il punto di vista delle donne, scrivere esattamente come se fosse una donna, come nessuno degli autori a lui contemporanei seppe fare?», si chiede Tina Packer, direttrice artistica della Shakespeare & Company. Forse perché le sue opere sono state scritte da una donna, ipotizza Elizabeth Winkler.

Shakespeare, alias Emilia Bassano

Entra in scena Emilia Bassano, nata nel 1569, una delle poche poetesse donne a cui fu concesso di pubblicare la sua opera. Figlia di musicisti e costruttori di strumenti musicali veneti, Emilia divenne la dama di compagnia di Henry Carey, cugino della Regina di Inghilterra e mecenate della compagnia teatrale di Shakespeare. La sua biografia spiega perfettamente, dunque, la sua conoscenza dall’interno della vita nobiliare, così come della geografia e storia italiana, e allo stesso tempo delle dinamiche della scrittura teatrale. Alcuni studiosi hanno addirittura ipotizzato che Emilia Bassano fosse stata l’amante di Shakespeare, ma non sussistono prove sufficienti che sostengano questa teoria. Pubblicò delle poesie di stampo religioso, ma decisamente non convenzionali per lo spirito dell’epoca: difende le donne dalla tirannia degli uomini, e ammira Eva per il suo desiderio di conoscenza.

Cosa ne pensa la critica?

Il mondo dei critici sta cominciando a prendere in considerazione la teoria che vede Emilia come la penna dietro a molte opere dell’acclamato drammaturgo: «Emilia dovrebbe essere studiata da chiunque sia interessato a comprendere la creazione dei drammi», ha dichiarato l’ex-direttore del Globe Theatre di Londra. «Quello che è chiaro è che è importante scoprire di più riguardo a lei – rincara David Scott Kastan, professore alla Yale University – «Più conosciamo lei e il mondo in cui viveva, e più conosceremo Shakespeare, chiunque lei sia».

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