Sei qui: Home » Libri » Il rumore del mondo, un romanzo che racconta il coraggio quieto delle donne

Il rumore del mondo, un romanzo che racconta il coraggio quieto delle donne

Abbiamo chiesto a Benedetta Cibrario, finalista del Premio Strega 2019, di raccontarci il suo ultimo romanzo "Il rumore del mondo"

MILANO – Benedetta Cibrario è una dei cinque finalisti del Premio Strega 2019 assieme a Marco Missiroli, Antonio Scurati, Nadia Terranova e Claudia Durastanti, con il suo Il rumore del mondo (Mondadori). Abbiamo chiesto a lei di raccontarci il suo romanzo.

Raccontaci di cosa parla Il rumore del mondo.

Il mio libro racconta la storia di una ragazza che si sposa per amore. È una ragazza in inglese che segue il marito a Torino . Solo che le cose non vanno come devono andare , perché nel viaggio contrae il vaiolo. E quindi la ragazza che arriva a Torino è imbruttita, ha perso la bellezza. In più trova una città e una famiglia piena di diffidenza. Mano a mano, però, questa diffidenza si trasforma in curiosità, si trasforma in voglia di fare perché il paese in cui è arrivata è un paese che sta per nascere, sta per iniziare quel vivacissimo periodo storico che è il Risorgimento. Perché la città di Torino è in effervescenza, circolano tante idee nuove di indipendenza , di creare un paese unito, di non farsi comandare più da chi è straniero. In questo contesto fervente di novità, Anne trova la sua condizione ideale.

Come è nata l’ispirazione per scrivere Il rumore del mondo?

Io parto sempre da un dilemma, mi interrogo su un problema e cerco di costruirvi attorno dei personaggi. In questo caso ho cercato di raccontare come ci si sente quando siamo in campo avversario, quando dobbiamo superare ostacoli, quando ci chiediamo chi siamo veramente. È quello che accade alla mia protagonista e ai personaggi vicino a lei. È la storia di una ragazza di 19 anni cambia carattere e trova la sua serenità. Ho raccontato implicitamente la ma storia, di italiana trasferita in un altro paese, o mia madre che da Napoli è venuta a Torino.

benedetta cibrario
Benedetta Cibrario

Perché hai  scelto di ambientare il tuo romanzo in epoca risorgimentale?

Quel decennio che prepara il Risorgimento 1838-1848 è un periodo storico poco studiato e nel quale ci sono molte somiglianze con i temi che affrontiamo anche oggi, per esempio l’importanza di avere di avere coscienza politica, il desiderio di partecipare alla gestione della cosa pubblica. E poi perché il Risorgimento è giovane, l’hanno fatto una serie di ragazzi giovanissimi. Una generazione intera che si è buttata anima e corpo in quell’avventura che si chiama risorgimento, che etimologicamente vuol dire “rinascita”. un riappropriarsi di qualcosa che era nostro ma che sembrava non esserlo più. In questo entusiasmo di gioventù ho trovato una storia da raccontare.

Che valore hanno le lettere in questo romanzo? Qual è la loro funzione?

Ci sono molte lettere perché le donne in quel periodo scrivevano moltissimo. Anche gli uomini, certo, ma le lettere delle donne sono in qualche molto fresche, perché non hanno mai il problema che i loro scritti possano essere lette fuori dalla famiglia. Ho letto epistolari bellissimi di donne che hanno coraggio intelligenti si interrogano su quello che accade, che hanno un’idea precisa su come dovrebbe essere il futuro. E poi vantaggio di consentire al lettore di avere maggiore vicinanza con il personaggio perché sono in prima persona

Che tipo di personaggio è la tua protagonista Anne?

Anne è una donna che ha il coraggio quieto, il coraggio pacato che non urla. È una che non si fa dire da nessuno quello che deve fare, ma non ha nulla di arrogante. Tiene salda la barra del timone, non dimentica della famiglia che ha lasciato e nemmeno dei nuovi affetti . ho cercato di dare voce con questo personaggio alla forza delle donne, di cui ora siamo più abitati a sentire la voce, ma che nell’Ottocento non ne avevano la possibilità.

Ti faccio una domanda un po’ provocatoria: perché dovresti vincere il Premio Strega?

Non so se c’è un motivo per cui dovrei vincere il Premio Strega se non quello di rendere molto felice la mia famiglia, cerco di non pensarci. Io sono già molto felice di dove sono arrivata con un romanzo romanzo, in cui si racconta una storia fatta di immaginazione, in cui si prova a dare un affresco di un’epoca. Mi considero già ampiamente premiata.

Infine, raccontaci quali sono i tuoi libri preferiti.

I libri preferiti cambiano a seconda di come cambiamo nel tempo, per cui il mio libro preferito è sempre l’ultimo che ho letto. Recentemente ho letto Persone normali di Sally Rooney, e l’ho adorato. Prima ancora Il pappagallo di Flaubert di Julian Barnes, e infine ho letto i libri della cinquina finalista del Premio Strega, tutti meravigliosi. Se dovessi dirti un libro in assoluto, forse ti direi Guerra e pace di Lev Tolstoj. È il romanzo che rileggerei sempre.

[amazon_link asins=’8806241311,8806227289,880624017X,8806237454,B07N7SSZBW,8845298132,8817117382′ template=’ProductCarousel’ store=’libreriamo-21′ marketplace=’IT’ link_id=’672ab94d-5cff-4f74-b5fd-a1b3c18b3434′]

di Chiara Fossati

© Riproduzione Riservata