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Le parole italiane più famose nel mondo

Si celebra in questi giorni la Settimana della lingua italiana nel mondo. Per l'occasione, andiamo a scoprire quali sono le parole italiane più usate e famose nelle altre lingue.

La Settimana della lingua italiana nel mondo è un’ottima occasione per approfondire, grazie ad eventi, articoli e attività dedicate, la conoscenza dell’italiano e della sua influenza nei paesi limitrofi. Sono innumerevoli, per esempio, le parole italiane andate a confluire, con il passare degli anni, negli altri idiomi del mondo grazie alle migrazioni, alla diffusione artistica e letteraria, alle colonizzazioni. Oggi, nel nostro articolo, vi parliamo delle parole italiane più presenti e più usate nelle altre lingue del mondo. 

Le parole italiane più famose nel mondo

Ça va sans dire: le parole italiane più famose nel mondo sono quelle relative al lessico della cucina, della musica e dell’arte. Chi non conosce la pizza, o gli spaghetti e la mozzarella? Parole universalmente note, presenti nei vocabolari di moltissime lingue straniere. Così anche per la musica, che con i lessemi italiani si arricchisce di definizioni e qualità, basti pensare ai nomi degli strumenti musicali in inglese e tedesco e nelle lingue romanze, o alle denominazioni legate all’opera e alla musica da camera… Il vocabolario dell’arte non fa differenza: sin dall’epoca medievale, l’Italia ha esportato termini e concetti legati all’ambito artistico. 

Le parole italiane nei vocabolari delle lingue del mondo

Ma andiamo più concretamente a vedere quante e quali parole abbiano viaggiato partendo dall’italiano e giungendo sino ai vocabolari di altre lingue, cambiando forma, accezione o sfumatura. Termini come “fiasco”, che sono approdati nell’inglese e nello spagnolo con il significato di “fallimento”, corrispondono al senso figurato dell’originale italiano.

Come prima accezione, il “fiasco” della nostra lingua interessa la sfera della concretezza: “fiasco” significa infatti, come riportato dal Vocabolario Treccani, “Recipiente di vetro per vino, o altri liquidi, di forma ovale col collo lungo munito di bordo ringrossato, a pareti sottili, di colorazione leggermente verdognola, con caratteristica rivestitura di paglia di erbe palustri”. Nelle altre lingue, questa accezione concreta si è andata perdendo, mentre il significato figurato è rimasto inalterato. 

Scopriamo anche che “finale” è una parola molto comune nelle lingue neo-latine e in quelle germaniche. “Finale” si riferisce ad un ambito ben preciso, che è quello musicale. Il termine designa l’ultima parte di un componimento musicale o teatrale e, contrariamente all’originale italiano che viene utilizzato comunemente per denominare “l’ultima parte” di qualcosa, resta legato soltanto al campo della musica e dello spettacolo. 

“Grottesco” è un’altra delle parole italiane più diffuse nelle lingue del mondo. Ma stavolta, il suo significato è rimasto invariato dalla lingua di partenza a quelle di arrivo. Si tratta di un termine, molto usato in francese nella variante “grotesque”. Come non citare poi il termine “barista” che ormai compare sulle magliette dei baristi di tutto il mondo o le parole “vespa” e “lambretta” che hanno abbondantemente oltrepassato i confini italiani con la massiccia emigrazione del secolo scorso negli Stati Uniti d’America? 

E ancora, lo “stiletto” che in inglese è arrivato a designare anche il nostro “tacco a spillo”, o il “libero” e il “tifoso” dello sport, così come la “dolce vita”, approdata all’estero grazie alla grande diffusione cinematografica delle iconiche pellicole italiane. E ci sarebbero ancora moltissime parole italiane da portare ad esempio per mostrare quanto la nostra lingua abbia viaggiato nel tempo e nello spazio. Molte di esse sono legate al mondo dell’alimentazione: i “carciofi”, le “zucchine”, i “broccoli” e i “peperoni”, gli “spinaci”… E se siete curiosi di conoscere qualche numero, vi riveliamo che secondo gli esperti dell’Accademia della Crusca, il termine “spaghetti” è presente in 54 vocabolari diversi, insieme a “cappuccino”, riscontrato in una quarantina di dizionari stranieri. 

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