Sei qui: Home » Libri » Perché Virginia Woolf è ancora oggi simbolo dell’orgoglio femminile

Perché Virginia Woolf è ancora oggi simbolo dell’orgoglio femminile

Perché i libri della scrittrice inglese sono un vero e proprio inno all’indipendenza e alla rivendicazione femminile? Scopriamolo insieme

MILANO – Quando si parla di femminismo, sono ancora troppi quelli che non riescono proprio a fare a meno di storcere il naso. Eppure, siamo nel 2017, si tratta di un termine, al giorno d’oggi, grandemente utilizzato, no? Sì, però, a quanto pare, non è abbastanza. Non è abbastanza perché, in questa parola, c’è un “femmina” di troppo.

“Come pensate di combattere un estremismo -il maschilismo – con un altro estremismo?”, spesso le donne si chiedono. Ecco, è esattamente a questo punto, che i libri arrivano in nostro soccorso. Innanzitutto, il dizionario. Femminismo: movimento sorto nell’Ottocento che propugna la perfetta parità di diritti fra la donna e l’uomo; oggi ha esteso le sue rivendicazioni a ogni campo della vita sociale puntando alla valorizzazione della sensibilità e della cultura femminile. Ora, apprese le basi, è possibile approcciarsi a qualcosa di più avanzato. Per farlo, vi consigliamo una delle autrici che più hanno caratterizzato la mia carriera da lettrice: Virginia Woolf. Probabilmente, quando lessi per la prima volta La Signora Dallowaynon fui in grado di cogliere appieno la grandezza dell’opera che avevo davanti. Ne rimasi ammaliata, sì, ma sentivo che c’era ancora qualcosa che mancava, qualcosa che non riuscii a comprendere del tutto.

LEGGI ANCHE: La lettera di addio di Virginia Woolf al marito

La svolta, diverso tempo dopo, arrivò con Una stanza tutta per sé, opera concepita quando alla scrittrice inglese venne chiesto di tenere due conferenze circa il rapporto tra le donne e il romanzo. Stavolta, ne rimasi letteralmente incantata. Leggere quel libriccino, perdersi tra quelle pagine, fu come ritrovare un pezzo mancante. Fu come se qualcuno mi avesse detto: “sì, io capisco quello che senti, perché lo sento anche io.” Ebbene, quel qualcuno, era nientemeno che Virginia Woolf.

Ma perché Una stanza tutta per sé è un testo così importante all’interno del grande tema che lega donne e  femminismo? Perché si tratta di un vero e proprio inno all’indipendenza e alla rivendicazione femminile; perché, per la prima volta senza mezzi termini, qualcuno ha fatto aprire gli occhi alle giovani donne, mostrando loro quanto fossero penosamente subordinate rispetto agli uomini, quanto il loro ruolo domestico impedisse loro l’accesso a qualsiasi altro ambito, in particolare quello letterario. Per la prima volta, la voce di una singola donna è arrivata alle orecchie di milioni di altre donne, e ha detto loro che «Una donna, per poter scrivere, ha bisogno di avere soldi e una stanza tutta per sé», che c’è bisogno di quell’autonomia e di quell’indipendenza economica che, al tempo, erano assolutamente impensabili per chiunque non fosse di sesso maschile. Al tempo, e ancora oggi, però, perché c’è ancora chi trova disdicevole e inappropriato, che una donna possa anche solo pensare di raggiungere il livello sociale che, da sempre, si ostina a porre l’uomo su un piedistallo. Un soffitto di vetro ancora palesemente infrangibile, che ci confina, ancora oggi, in una triste gabbia dorata. Dunque, come combattere la piaga sociale del patriarcato? Come qualsiasi altro problema: per poterlo risolvere, bisogna prima ammettere di averlo.

Clarissa Neri

© Riproduzione Riservata