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Nicola Lagioia e la violenza mediatica subita

Per un commento sessista su Melissa Panarello scritto anni fa, Nicola Lagioia ha subito negli ultimi giorni accuse da una nota trasmissione tv. La sua risposta: "Mi sono scusato più volte e lo farei ancora, ma loro sono pronti a fare altrettanto per la violenza che usano?"

Nei giorni in cui lo scrittore nonché direttore del Salone del Libro di Torino Nicola Lagioia viene messo sotto accusa da Striscia la notizia per un suo post di vent’anni fa e l’immagine di una manifestazione internazionale come quella di Torino diventa giocoforza opaca proprio a causa di tutto cio, ci sentiamo di esprimere non solo vicinanza a Nicola Lagioia ma anche stima e amicizia per lui. E qui di seguito, a sgombrare ogni dubbio, condividiamo direttamente il post facebook del direttore del salone del libro, pubblicato ieri, che lo contraddistingue come un uomo consapevole da una parte che la possibilità di sbagliare è insita in noi, ma anche, che l’onestà intellettuale di domandare scusa fa sempre la differenza.

 

La risposta di Nicola Lagioia

“Circa vent’anni fa, sollecitato da un blogger che mi chiedeva un commento su “Cento colpi di spazzola prima di andare a dormire”, il romanzo d’esordio di Melissa P., feci un commento violento, sessista e molto stupido.

Subito dopo andai a scusarmi di persona con Melissa Panarello. Non avevo la consapevolezza che ho oggi, capii di aver sbagliato. Melissa accettò le scuse, ma ci mise un po’ – giustamente – per assorbire il colpo. Discutemmo ancora (aveva ragione lei: ovvio). Abbiamo poi preso a vederci sporadicamente, adesso lo facciamo con più frequenza. Siamo diventati amici. Ci lega un rapporto di stima e di affetto. Quando si sbaglia, è bene chiedere scusa e provare a riparare.

Ecco che però, 20 anni dopo, le telecamere di “Striscia la Notizia”, in occasione del Salone del Libro, si sono avventate su Melissa per chiederle conto dei fatti di allora, e hanno sollecitato con la stessa prepotenza altre scrittrici e personalità della cultura chiedendo di commentare quella frase (il più delle volte tacendo che fosse stata pronunciata quasi 20 anni fa in quelle circostanze, mistificando, manipolando come fa spesso la trasmissione). Le telecamere di Striscia sono venute lo scorso anno al Salone del Libro, il servizio è stato mandato invece in onda solo alla vigilia di quest’ultimo Salone per cercare di recare più danno possibile. Subito dopo la prima messa in onda, non essendo scoppiata la polemica che speravano scoppiasse, le telecamere di Striscia sono tornate alla fiera anche quest’anno, hanno ripreso la loro operazione.

Poiché diverse scrittrici interpellate mi conoscono e conoscono il mio lavoro, si sono mostrate prima sorprese e incredule. Quando hanno capito l’inganno, molte di loro hanno protestato, sentendosi aggredite hanno cercato di sottrarsi alle telecamere per non stare al gioco, alcune hanno denunciato sui loro canali l’accaduto. Le loro proteste sono state ignorate, tagliate dal montaggio. Melissa, nei confronti della quale l’aggressione è stata vergognosa, ha denunciato l’accaduto sui suoi canali social. Naturalmente la sua replica non è stata riportata da “Striscia”, che invece in trasmissione ha preso ad attaccarla accusandola di connivenza. Ha attaccato me provando a innescare una campagna d’odio il cui esito è stato, per fortuna, fallimentare.

La frase per cui avevo chiesto scusa 20 anni fa, e che all’epoca era stata pubblicata su un piccolo blog che non esiste più da tanto tempo, è stata rilanciata più volte da Striscia con una violenza moltiplicata. È stata addirittura volantinata al Salone da persone molto aggressive (peraltro in modo illegale, visto che per volantinare ci vuole un’autorizzazione).

Più la campagna d’odio di Striscia la Notizia andava avanti, più non veniva raccolta. La gente sa ormai come lavora quella trasmissione. Nel 2009 osai criticarla pubblicamente. Da allora, partono ogni tanto campagne mediatiche contro di me. Stamattina ho parlato con uno dei loro inviati, mi sono presentato a lui e alle telecamere senza attendere che mi facessero il classico agguato. L’inviato ha cercato di buttarla in caciara, mi ha detto che si tratta di una trasmissione satirica e che bisogna prenderla a ridere. Ma non c’è tanto da ridere, se il desiderio in fondo è quello di arrecare sofferenza alle persone.

Commetterò sicuramente in futuro degli errori (per chi interviene su temi pubblici la possibilità di errore non è bassa): verranno usati strumentalmente in questo modo? Vent’anni fa chiesi scusa a Melissa Panarello, sarei pronto a rifarlo mille volte. La mia solidarietà a lei è totale. Gli autori della trasmissione sono pronti a scusarsi per la loro violenza mediatica?
Ringrazio il gruppo di lavoro del Salone per il sostegno di questi giorni.
Ringrazio tutte coloro e tutti coloro che stanno esprimendo solidarietà per l’accaduto.”

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