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Lo Zibaldone di Giacomo Leopardi, un inno alla vita

Lo scrittore Dario Pisano analizza il significato dello Zibaldone, il diario personale che raccoglie una grande quantità di appunti, riflessioni e aforismi, scritti da Giacomo Leopardi

In una pagina dello Zibaldone, Giacomo Leopardi ci ha offerto una chiave di lettura per interpretare non soltanto la sua Poesia, ma tutta la grande Letteratura. Anche quando un’opera si limiti in apparenza a illustrare il male di vivere, il suo fine è sempre quello di riaccendere in chiunque legga il desiderio di vivere. Innalzando, così, il suo tasso di vitalità emotiva.

« Hanno questo di proprio le opere di genio, che quando anche rappresentino al vivo la nullità delle cose, quando anche dimostrino evidentemente e facciano sentire l’inevitabile infelicità della vita, quando anche esprimano le più terribili disperazioni, tuttavia ad un’anima grande che si trovi anche in uno stato di estremo abbattimento, disinganno, nullità, noia e scoraggimento della vita, o nelle più acerbe e mortifere disgrazie (sia che appartengano alle alte e forti passioni, sia a qualunque altra cosa); servono sempre di consolazione, raccendono l’entusia­smo, e non trattando né rappresentando altro che la morte, le rendono, almeno momentaneamente, quella vita che aveva perduta »..

La cosmicità del dolore

Come è possibile tutto ciò? Possiamo dire che nei grandi poeti l’intimità del dolore assume un’aura di cosmicità. Essa trasforma quel dolore in un complesso accordo musicale capace di sprigionare vibrazioni di insostenibile intensità. Proprio come avviene con lo Zibaldone.

Francesco De Sanctis è il padre della storiografia letteraria moderna. Egli aveva ereditato e rilanciato questa riflessione autoriale nelle sue celebri osservazioni intorno al felice paradosso secondo il quale il nostro poeta odia la vita ma te la fa amare. Dobbiamo raccogliere questa indicazione e sottrarre – una volta per tutte – Leopardi alla retorica scolastica. Il poeta di Recanati, al di qua dei tanti pessimismi che la scuola gli ha assegnato, è stato un maestro del piacere dell’esistenza. Mentre ci raccontava che il dolore è naturalmente una componente ineliminabile del nostro vivere, ci insegnava anche che la poesia è quella magia bianca che gli uomini hanno inventato per neutralizzarlo. La poesia ci mette al riparo dalle salsedini della vita.

Zibaldone, letteratura come farmaco anti-depressivo

In altre parole: in questa stupenda pagina dello Zibaldone ci viene rivelato che la letteratura è il più potente farmaco anti-depressivo che esista.

Voglio allegare un’altra testimonianza che il nostro autore ci ha lasciato a proposito delle ore che ha trascorso nell’immensa biblioteca paterna, leggendo e scrivendo: le  più belle e più felici della sua vita:

«  Felicita da me provata nel tempo del comporre, il miglior tempo ch’io abbia passato in mia vita, e nel quale mi contenterei di durare finch’io vivo. Passar le giomate senza accorgermene, parermi le ore cortissime, e maravigliarmi sovente io medesimo di tanta facilita di passarle ».

Dario Pisano

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