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“L’amore che mi resta”, un romanzo sul potere dell’amore di una madre

Ha in mano tutte le chiavi del palazzo, la giovane e bella moglie.

Può aprire tutte le stanze, meno una, che le è stata vietata.

Eppure la chiave la ha, anche per varcare la soglia proibita e scoprire ciò che non dovrebbe vedere.

Ha in mano tutte le chiavi del palazzo, la giovane e bella moglie.

Ma ne rigira fra le dita solo una, quella che sa che causerà la perdizione.

Lei, erede di Psiche, Eva e Pandora, è la moglie di Barbablù. Ma presto conoscerà il nero del terribile segreto.

 

Il romanzo di Michela Marzano, “L’amore che mi resta”, edito da Einaudi nel 2017, è una fiaba triste, senza salvezza, in cui la chiave dei segreti diviene coltello e punta dritta al cuore.

 

È la storia di Daria, che desidera essere mamma per dare un senso all’amore infinito che prova, quello che perfino la sua stessa madre ha svilito.

Un amore forte, senza cedimenti, perché l’amore salva tutto e tutti e colma ogni vuoto. Così lei crede.

 

È la storia di Andrea, uomo di parole che deve entrare nel mondo di colori di sua moglie, se vuole aiutarla.

Perché l’amore non salva, non basta.

 

È la storia di Guada, dagli occhi verdi e dalla passione per il giallo dell’esistenza, che scopre a cinque anni, puntando il dito sul pancione arrotondato della madre, di essere stata adottata.

Un pezzo di puzzle è scomparso. Per sempre.

Il vuoto è assenza incolmabile. Ogni istante.

 

La ragazza, al compimento dei venticinque anni, come previsto dalla legge, chiede al Tribunale di conoscere il nome della propria madre, ma la richiesta viene respinta, reiterando il primigenio abbandono, perché la donna, all’epoca, ha scelto di restare anonima.

 

Ma quando sei venuta a prendermi era perché volevi una bambina o perché mi volevi bene?”, ripete la piccola, dopo la rivelazione dell’avvenuta adozione, rivelando il senso d’angoscia di sentirsi “non abbastanza buoni”,  se non perfino “troppo cattivi“, per essere amati e accolti, se non lo si è stati neppure per chi ci ha dato la vita.

 

Guada si uccide, con una dose letale di antidepressivi e ansiolitici.

Perché l’amore non salva, non basta.

 

È la storia di Giacomo, figlio biologico di Daria e Andrea, che deve combattere con il senso di colpa di possedere un puzzle completo e, grazie a ciò, di non essere morto, eppure di desiderare di esserlo.

Perché l’amore non salva, non basta.

 

L’amore che mi resta” è un romanzo che, nella forma di un dialogo continuo di Daria con la figlia, che non può più rispondere, in un turbine di parole a volte attraversato dalla follia lucida del dolore, si interroga sulla maternità, sull’abbandono, sulla forza salvifica dell’amore e sul senso della vita, la quale che continua, nonostante tutto.

 

Perché l’amore non salva, ma rende vivi e capaci di continuare ad essere, fra memoria e passato, tessere imperfette del puzzle del futuro.

 

Emma Fenu

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