Sei qui: Home » Libri » James Joyce oltre l’Ulisse, 5 libri da leggere per conoscere tutte le sfaccettature dell’autore

James Joyce oltre l’Ulisse, 5 libri da leggere per conoscere tutte le sfaccettature dell’autore

Oggi ricorre il Bloomsday, la festa dedicata alla commemorazione di James Joyce e del suo genio artistico e letterario. Oltre l'Ulisse, conoscete altre opere scritte da lui? Scopriamone 5 perfette per conoscere meglio il grande autore irlandese.

James Joyce è stato uno degli scrittori più importanti ed influenti dell’età contemporanea. Il 16 giugno di ogni anno, ricorre in Irlanda – ma anche nel resto del mondo – il Bloomsdayla giornata commemorativa nata per celebrare il grande autore irlandese. La ricorrenza prende spunto dal romanzo più celebre di Joyce, “Ulysses“, libro che racconta le storie di vita di differenti protagonisti che prendono vita proprio il 16 giugno 1904, a Dublino. Il suo nome deriva ovviamente dal cognome del protagonista del romanzo, Leopold Bloom.

Ma James Joyce ha scritto molto oltre il suo “Ulisse”, affermandosi come uno degli autori più interessanti e innovativi di sempre. Oggi, in sua memoria, scopriamo 5 titoli perfetti per conoscere meglio Joyce e le numerose sfaccettature della sua produzione letteraria.

5 libri per conoscere meglio James Joyce

Gente di Dublino

Ecco un’altra delle opere più celebri di James Joyce. “Genti di Dublino” è una lettura perfetta per conoscere meglio James Joyce e per sperimentare la sua scrittura in modo delicato e non troppo impegnativo. Si tratta infatti di una splendida raccolta di racconti che vi ruberà il cuore.

Considerati tra i capolavori della letteratura del Novecento, questi quindici racconti – terminati nel 1906 ma pubblicati soltanto nel 1914 perché per la loro audacia e realismo gli editori li rifiutarono – compongono un mosaico unitario che rappresenta le tappe fondamentali della vita umana: l’infanzia, l’adolescenza, la maturità, la vecchiaia, la morte.

Fa da cornice alle vicende la magica capitale d’Irlanda, Dublino, con la sua aria vecchiotta, le birrerie fumose, il vento freddo che spazza le strade, i suoi bizzarri abitanti. Una città che, agli occhi e al cuore di Joyce, è in po’ il precipitato di tutte le città occidentali del nostro secolo.

Finnegans wake

Se invece siete già esperti di James Joyce e avete amato il suo capolavoro, “Ulysses”, non possiamo che suggerire di proseguire la lettura con “Finnegans wake”.

“Libro della notte”, prosecuzione del viaggio nell’animo umano iniziato con quel “libro del giorno” che è l’Ulisse, Finnegans Wake è una «suprema sintesi verbale del Creato» costruita attingendo a quaranta lingue. La sua traduzione è dunque una ininterrotta sfida, come testimonia Umberto Eco: «Il “senso” di quest’opera ha la ricchezza del cosmo, e l’autore vuole ambiziosamente che esso implichi la totalità dello spazio e del tempo – degli spazi e dei tempi possibili».

Dopo la presentazione di HCE, in questi capitoli entra in scena il personaggio femminile, ALP – Anna Livia Plurabelle, moglie dell’oste e personificazione del fiume Liffey, che attraversa Dublino -, e con lei i figli, in una trama serrata di simmetrie e corrispondenze che si allargano per circoli concentrici fino a comprendere il mondo intero.

Esuli

Cambiamo totalmente genere con il terzo suggerimento per conoscere meglio James Joyce. “Esuli” è l’opera teatrale composta durante il soggiorno a Trieste e liberamente ispirata all’ultimo racconto di “Gente di Dublino”, intitolato “I morti”.

Rifiutata da W. B. Yeats per l’Abbey Theatre di Dublino e da diversi teatri americani nonostante le pressioni di Ezra Pound, la pièce ebbe la sua prima assoluta a Monaco di Baviera nel 1919. Stroncata da critica e pubblico, la rappresentazione fu un clamoroso insuccesso ed Esuli viene generalmente considerato il lavoro meno riuscito di Joyce; il giudizio negativo del dramma è stato parzialmente rivalutato grazie a messe in scena recenti di maggiore successo, a partire dal revival diretto da Harold Pinter per il Mermaid Theatre di Londra nel 1970.

Dedalus. Ritratto dell’artista da giovane

Ma se volete davvero immergervi nella vita di James Joyce, non esiste opera più significativa di “Dedalus” per intraprendere questo viaggio. In questo romanzo, dal sapore autobiografico, si nasconde il cuore dell’opera e delle tematiche affrontate dallo scrittore irlandese nei suoi lavori. Un libro con cui Joyce riflette sulla vita, sulla vocazione artistica, i sogni, le speranze, i rapporti umani e la disillusione.

Come l’autore, il protagonista, Stephen Dedalus, è allievo dei gesuiti; come lui insorge contro l’ambiente e, a difesa della propria autonomia, sceglie “il silenzio, l’esilio, l’astuzia”.

Musica da camera

Non tutti sanno che James Joyce ha composto anche numerose poesie. Fra le varie raccolte pubblicate, “Musica da camera” è una delle più significative, non solo per la tematica trattata, ma anche perché si tratta di un vero e proprio esordio nel mondo della letteratura.

Apparsa nel 1907, la raccolta Musica da camera comprende trentasei poesie scritte tra il 1901 e il 1904, tutte di ispirazione amorosa, e trovò subito un’ottima accoglienza da parte di critici e scrittori come Ezra Pound, che ne apprezzò l’eleganza e il temperamento delicato, e William Butler Yeats, che scrisse: «Penso che il signor Joyce abbia grandissime qualità. C’è una poesia nell’ultima pagina del suo Chamber Music che… è un capolavoro di tecnica ed emozioni».

Tuttavia Joyce non ne era del tutto soddisfatto: ne apprezzava soprattutto la grazia musicale, tanto da parlare espressamente di canzoni per queste sue poesie e da augurarsi che almeno alcune venissero messe in musica, «quella vecchia musica inglese che piace a me».

Eppure questo suo libro d’esordio, che per lingua, prosodia e temi richiama direttamente la copiosa lirica elisabettiana, se da un lato rappresenta l’omaggio di uno scrittore ventenne a tutta una tradizione lirica, dall’altro si pone come primo, fondamentale tassello di un’inesausta ricerca espressiva che già in quegli anni lo vedeva all’opera sui racconti di “Gente di Dublino”; basti pensare che il 1907 è anche la data del più famoso di questi racconti, “I morti”.

 

© Riproduzione Riservata